Atalanta e Lazio a rischio penalizzazione
Nell’inchiesta di Cremona ‘Last Bet’ sul calcioscommesse il giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni sarà il teste chiave: da gennaio le sue rivelazioni saranno contestate ai giocatori da lui indicati. Nei due interrogatori Carlo Gervasoni ha fatto i nomi di venti calciatori e ha parlato di combine in tre partite di Serie A: Palermo-Bari (2-1), Lazio-Genoa (4-2), Lecce-Lazio (2-4). A marzo si avranno forse le prime sentenze. Se la giustizia sportiva dovesse mantenere fermi i criteri adottati questa estate Lazio e Atalanta rischiano possibili penalizzazioni tra i 6 e gli 8 punti. Le altre squadre a rischio penalizzazione sono Lecce, Genoa, Novara e Chievo. Da gennaio il procuratore federale Stefano Palazzi contesterà nel processo sportivo le rivelazioni di Gervasoni ai giocatori mansionati. Tra i nomi di primo piano risultano Mauri della Lazio e Milanetto ex Genoa. Il laziale è in una situazione delicata. Gervasoni, pentito attendibile, lo accusa di essere il “tramite” tra gli “Zingari” (organizzazione internazionale con base a Singapore) e la squadra in due partite della Lazio. Milanetto è accusato di essere stato l’uomo di riferimento degli “Zingari” nella combine Lazio-Genoa. Insieme a lui, dice Gervasoni, erano d’accordo anche altri genoani. L’11 gennaio sarà ascoltato Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta. Doni è il personaggio principale di questa nuova ondata dello scandalo scommesse. Dopo l’interrogatorio di garanzia gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Doni ha ammesso i fatti contestati, lasciando però fuori l’Atalanta e dichiarando di averlo fatto solo “per amore verso la sua squadra”. Disposti i domiciliari anche per l’ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, e per l’amico di Doni, Antonio Benfenati. Nell’indagine non ha avuto nessun riscontro da parte degli investigatori il contenuto dell’intercettazione in cui Nicola Santoni, ha fatto il nome di tre nazionali: Buffon, Gattuso e Cannavaro. A sostegno delle loro affermazioni non c’è nessuna prova. Il procuratore di Cremona Di Martino ha precisato che “comunque il fatto solo di scommettere non significa automaticamente un coinvolgimento nelle combine”.