Christian Jaag ha stimato che verso il 2050 le perdite per l’economia energetica si aggireranno attorno a mezzo miliardo di franchi
I cambiamenti climatici hanno un impatto negativo sulla salute delle persone, sui proventi dell’agricoltura nonché sulle specie animali e vegetali. Le ripercussioni sulle infrastrutture dei trasporti e sull’approvvigionamento energetico godono di meno considerazione nell’opinione pubblica. Eppure, a causa delle elevate temperature, delle precipitazioni irregolari e delle estati secche, la produzione di energia delle centrali nucleari e di quelle idroelettriche diminuisce, come indicato dall’economista Christian Jaag in occasione dell’annuale Giornata delle infrastrutture promossa dal DATEC. Nella sua sintesi sulle pubblicazioni attuali relative all’importanza dei cambiamenti climatici per le infrastrutture in Svizzera, Christian Jaag ha stimato che verso il 2050 le perdite per l’economia energetica si aggireranno attorno a mezzo miliardo di franchi.
I cambiamenti climatici avranno ripercussioni anche sulle infrastrutture dei trasporti: colate detritiche, inondazioni o frane danneggiano strade e rotaie. Christian Jaag stima questi danni attorno a un paio di centinaia di milioni di franchi. «Le temperature elevate rendono necessari investimenti in infrastrutture stradali resistenti al calore, allo stesso tempo però riducono i danni provocati dal freddo. In caso di temperature estremamente elevate occorre ridurre la velocità dei treni, cosa che genera costi imputabili ai ritardi», sostiene Christian Jaag. L’esperto ipotizza che l’entità dei danni causati alle infrastrutture svizzere e del calo della produzione energetica delle infrastrutture entro il 2050 si eleverà a circa 1 miliardo di franchi all’anno. L’autore fa notare che i costi provocati dai cambiamenti climatici nell’ambito delle infrastrutture presentano ancora molte lacune; le previsioni vanno pertanto trattate con cautela.
Simonetta Sommaruga: proteggere meglio le infrastrutture e limitare i cambiamenti climatici
Per la consigliera federale Sommaruga lo studio rappresenta un campanello d’allarme per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni. I danni provocati dai cambiamenti climatici alle infrastrutture statali pongono i tre livelli statali di fronte a nuove sfide. Per i Cantoni piccoli e i Comuni finanziare le riparazioni e i lavori di prevenzione potrebbe risultare arduo. Il Capo del DATEC ha annunciato l’adozione di un piano d’azione per l’adeguamento ai cambiamenti climatici, comprendente misure volte a proteggere le infrastrutture statali. Nella pianificazione territoriale, ad esempio, occorrerà tenere conto dei rischi dovuti ai cambiamenti climatici. È inoltre previsto un programma di ricerca per migliorare le conoscenze di base. La necessità di ridurre le emissioni di CO2 resta tuttavia un aspetto centrale per la politica climatica nazionale e internazionale, poiché solo in questo modo è possibile far fronte ai cambiamenti climatici. La Consigliera federale ha ribadito di essere convinta che la riduzione delle emissioni a effetto serra sia la misura più economica ed efficace per proteggere le infrastrutture. Sarà perciò necessario adottare una legge sul CO2 più incisiva nonché promuovere l’energia idrica e solare e i flussi finanziari rispettosi del clima.
Alla tavola rotonda hanno partecipato il consigliere agli Stati Ruedi Noser (PLR, ZH), il consigliere nazionale Roger Nordmann (PS, VD) – entrambi membri della Commissione dell’ambiente delle rispettive Camere – Irene Fischbach, responsabile della comunicazione della società nazionale di rete Swissgrid, Ruedi Blumer, Presidente dell’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) nonché Marco Hebeisen, responsabile dell’impresa presso la Zürich Assicurazioni. Alla manifestazione hanno partecipato circa 150 persone tra rappresentanti del mondo dell’economia, della scienza, dei media e della politica nonché cittadini interessati.
Datec