Scontro Pd-M5s. Renzi: “Per anni welfare per ultimi come bancomat, ora si cambia”
Primo via libera del Parlamento alla legge “Dopo di noi” che prevede misure di assistenza per i disabili gravi che restano senza genitori o familiari che li accudiscano. L’aula della Camera, riporta Askanews, ha approvato con 374 sì, 75 no e 11 astenuti il testo. Sul tema è intervenuto anche il premier Matteo Renzi definendo la legge “un fatto di civiltà” e ricordando che “per anni il welfare a favore degli ultimi è stato un bancomat; anche in questo settore le cose sono cambiate. Le risorse per il dopo di noi infatti sono un’importante parte della nostra politica sul welfare, che ci ha fatto incrementare le risorse nella legge di stabilità per la lotta alla Sla, l’autismo, la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”.
Unici contrari al provvedimento i deputati del Movimento cinque stelle (astenuta Alternativa Libera) che hanno polemizzato con il Pd accusandolo di aver fatto una legge che rappresenta “un favore alle assicurazioni e ai privati”.
Dura la replica in aula della parlamentare dem Ileana Argentin: “Non sono qui a fare marchette a nessuna cooperativa, ma le dobbiamo ringraziare perché quando non ci sono mamma e papà, quando non ci sono un marito o un fratello se non ci fossero queste realtà non ci sarebbero risposte adeguate a molte situazioni”. Come spiega il presidente della commissione Affari sociali Mario Marazziti sono già a disposizione per quest’anno 90 milioni di euro e “i primi 150 per il triennio, le Regioni e tutti i soggetti interessati potranno garantire percorsi personalizzati per i disabili gravi dopo la morte dei genitori. Assieme alle strutture pubbliche, con un orientamento chiaro”.
Di tutt’altro parere i Cinquestelle, che già in commissione avevano votato contro il provvedimento, accusando il governo di non essere più in grado di garantire il Welfare, di appaltarlo interamente ai privati e di fare “un regalo” targato Pd-Lega alle “lobby delle assicurazioni” “affossando i servizi sociali pubblici per favorire i privati”.
Plauso alla legge dalla stessa presidente della Camera Laura Boldrini che in un post su Facebook parla di una “bella giornata” per il Parlamento auspicando che il provvedimento abbia “presto” anche il via libera dal Senato. Il neo ministro della Famiglia Enrico Costa sottolinea, infine, come la legge colmi “un vuoto normativo” e sia una “risposta concreta del Parlamento a tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione” e che finora sono state costrette ad affrontare “da sole scelte gravose”.
Perplessità da FISH
“Va riconosciuto che, dopo decenni di silenzio, il Legislatore ponga come significativa quella che è una evidente emergenza: la solitudine di molte famiglie e la loro motivata ansia per la sorte dei loro congiunti con disabilità”. Questa la premessa di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, al testo approvato dalla Camera.
“Ci auguriamo che in Senato ci possa essere una correzione degli elementi che in questo testo non convincono e innescano, al contrario, molti dubbi” – prosegue Vincenzo Falabella – “Ci aspettavamo una norma che contrastasse in modo deciso l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità, impedendo il riprodursi di istituti e residenze segreganti. Chiedevamo che fosse prevista e programmata una progressiva deistituzionalizzazione delle persone che oggi vivono recluse in queste strutture. Confidavamo in un organico ripensamento delle politiche e dei servizi mirati a consentire alle persone di vivere dignitosamente nelle loro collettività, nei loro territori, obiettivo ambizioso ma ineludibile. Si delinea, invece, al massimo un fragile obiettivo di servizio, che le Regioni potranno o meno assumere, non certo bilanciato dal divieto di finanziamento di qualsiasi struttura segregante presente o futura né garantito come livello essenziale di assistenza. Anche sulla reale operatività ci sarebbe – comunque vada – moltissimo su cui vigilare”.
“Lo stesso strumento del trust è una soluzione per pochi. Nel testo sarebbe stato invece opportuno rafforzare strumenti civilistici già esistenti e alla portata di una platea ben più ampia di beneficiari. E di proposte su tale specifica opportunità ce n’erano, ma sono rimaste lettera morta”.
“E da ultimo un appunto lo merita anche il linguaggio adottato già ad iniziare dal titolo: persone ‘affette’ da disabilità. Tradisce un pregiudizio stigmatizzato dalla stessa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. La disabilità non è una patologia, ma deriva soprattutto da politiche omissive, da servizi carenti, da una società non a misura di tutti.”
Giudizio, quindi, dubitativo da parte della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che verosimilmente riproporrà emendamenti correttivi nel corso della lettura al Senato.
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