Con un gol di Eder nei supplementari il Portogallo batte la Francia ed è per la prima volta campione d’Europa. La Francia recrimina per le occasioni fallite e l’opaca prestazione di Pogba
Cristiano Ronaldo dal dramma al trionfo. Il fuoriclasse portoghese s’infortuna ed esce al 24’ tra le lacrime. Contro la Francia favorita, i suoi compagni non si sono disuniti e hanno portato la squadra del c.t. Santos, lì dove nessun’altra nazionale portoghese era mai riuscita; sul tetto d’Europa. L’uscita di Ronaldo è stata la spinta psicologica giusta per lottare alla pari con la Francia, avversario più dotato. Poi la mossa di Santos con l’ingresso di Eder è stata decisiva. Il giocatore del Lille al 109’ fa tutto da solo, scaraventando un tiro rasoterra e violento da 28 metri che ha sorpreso Lloris e ha mandato in Paradiso il Portogallo. La sua rete ha significato il primo titolo, dopo tanti tentativi nella sua storia, per una nazionale di una grande scuola calcistica. La tragedia di Lisbona del 2004 contro la Grecia potrà essere archiviata, così come le due eliminazioni da parte della Francia nelle semifinali agli Europei dell’84 e del 2000.
Per la prima volta la Francia perde una finale di un grande torneo giocata a Parigi. È una fitta al cuore di una nazione che aveva creduto al titolo. La delusione è forte per una sconfitta in una finale che la Francia non poteva perdere con i suoi talenti e un allenatore carismatico come Deschamps. La storia ha però deciso che la notte non doveva appartenere ai bleus, perché sono venuti meno i giocatori simbolo: Griezmann poco cinico, ma soprattutto Pogba, l’uomo simbolo della delusione, che nella serata che avrebbe dovuto consacrarlo è sorprendentemente mancato. La pressione gli ha giocato un brutto scherzo, anche a un campione come lui, che forse ha giocato in un ruolo non idoneo alle sue caratteristiche. Eppure la Francia aveva iniziato con coraggio la finale, mettendo sotto pressione il Portogallo, sorpreso dalla vivacità dei francesi. Il Portogallo ha rischiato di andare in svantaggio su un colpo di testa di Griezmann e un tiro di Sissoko, parato da Rui Patricio, il migliore del Portogallo. Superata la fase delicata, il Portogallo è entrato in partita dopo l’uscita di Ronaldo. Santos ha cambiato assetto e risistemato il centrocampo che ha agito più compatto, imbrigliando Griezmann e Giroud. L’equilibrio ha preso il sopravvento per il resto della gara, a lungo noiosa e bloccata dalla tattica. Il gioco della Francia è diventato frenetico, senza idee e il ritmo basso ha favorito il Portogallo nel suo gioco di contenimento, senza però a sua volta capace di rendersi pericoloso nelle ripartenze. Solo un episodio avrebbe deciso la finale. La Francia ha insistito con Sissoko con un tiro da lontano (bravo Rui Patricio) e al 91′ il palo ha negato il gol del trionfo al subentrato Gignac. Nei supplementari Santos ha avuto più coraggio a tentare di vincere la gara inserendo un terzo attaccante con Eder, che ha premiato la mossa con il gol del trionfo.
La finale allo Stade de France ha premiato la squadra migliore in campo. Il Portogallo di Euro 2016 non è la nazionale più talentuosa della storia del paese, ma la più omogenea ed equilibrata che ha fatto del collettivo la sua forza: molto pragmatismo a scapito dello spettacolo. Al c.t. Santos è riuscita l’impresa di integrare nella squadra i giovani talenti João Mário e William Carvalho, Renato Sanches e Raphael Guerreiro. Sono loro che imprimono estetica e precisione al gioco portoghese e sanno adeguarsi bene anche alla fase difensiva. In attacco Cristiano Ronaldo e Nani sono stati meno divi, ma parte integrante di un collettivo che ha funzionato. Dalla fase a eliminazione diretta il Portogallo ha cambiato mentalità tattica, passando da un calcio offensivo a uno difensivo, pragmatico, interpretato con molta dedizione da tutti. Il trionfo del Portogallo è maturato anche per il nuovo modulo degli Europei, che ha permesso di ripescare come terza del girone la nazionale lusitana che aveva ottenuto solo tre pareggi. Trovatosi nella parte più abbordabile del tabellone, sul suo cammino verso il titolo il Portogallo ha dovuto battere solo due nazionali di prestigio: Croazia e Francia e vincendo solo una volta contro il Galles nei 90’. Giusto così, perché il Portogallo vince un Europeo anomalo, delle sorprese, tra le quali c’era anche la nazionale di Santos, mai considerata alla vigilia tra le grandi favorite. Il torneo francese non è stato bellissimo, con poco spettacolo e tecnicamente di basso profilo ma ricchissimo di emozioni di umanità in stadi sempre pieni, a dimostrazione che il calcio è ancora uno sport che unisce.
G.S.
foto: Ansa