Il Consiglio nazionale ha deciso con 105 voti a 77 che in futuro tutte le case dovranno pagare il canone per la televisione e la radio
La consigliera nazionale Natalie Rickli dell’UDC aveva richiesto una riduzione del canone per Radio e TV a 360 franchi, ma la richiesta è stata rifiutata. Mercoledì scorso durante la seduta del Consiglio nazionale l’argomento è stato discusso per quasi sette ore. Il risultato è che in futuro tutti dovranno pagare il canone, indipendentemente dal fatto se si possiede una radio o un televisore, lo ha deciso il Nazionale con 105 a 77 voti.
La motivazione di Natalie Rickli per la riduzione era quella che la Svizzera avrebbe già il canone più alto di tutta l’Europa e che ci vorrebbe un limite massimo. Sosteneva inoltre che il tasso dovrebbe essere deciso dal Parlamento e non dal Consiglio federale, come è avvenuto finora. Le due richieste non hanno sortito l’effetto sperato, non sarebbe utile decidere una somma fissa per legge, ha detto Viola Amherd del PPD. Inoltre ci sarebbe la paura che il Parlamento potrebbe esercitare troppo la sua influenza sulla creazione dei programmi televisivi e radiofonici. “Non vogliamo una politicizzazione delle tasse SSR”, dice Regula Rytz dei Verdi e continua “sarebbe un’intromissione del Parlamento nella libertà pubblicistica della SSR”. La maggioranza del Consiglio nazionale è dell’opinione che è ora di cambiare sistema, visto che oggigiorno non servirebbero più apparecchi come il televisore o la radio, perché attraverso internet i programmi possono essere seguiti anche su computer, tablet o smartphone. Tutti, quindi, avrebbero la possibilità di ricevere questi segnali e sarebbe dunque giusto che pagassero tutti. Inoltre non sarebbe più possibile vedere la tv a “nero” e non sarebbero più necessari i controlli. Infine il Consiglio federale, facendo un esempio di calcolo, ha sostenuto che la tassa potrebbe essere ridotta da 462 franchi a 400 franchi a casa.
Rickli, inoltre chiedeva di far entrare il canone direttamente con le imposte dirette sostenendo che il Consiglio federale vorrebbe soltanto mettere al sicuro la Billag. Anche questa richiesta è stata respinta, poiché sarebbe un grande dispendio in più per i cantoni visto che le tasse si pagano a casa e non a persona, come spiega la Consigliera federale Doris Leuthard.
Ora la decisione passerà al Consiglio degli Stati. La legge sulla radiotelevisione (LRTV) regola l’incasso dei canoni radiotelevisivi. Nel 2013 sono state fatte più del doppio delle denunce dell’anno precedente, quindi 1’456 denunce per “ricezione dei segnali a nero”, quindi senza annunciarsi e senza ovviamente pagare il canone, questo dato è stato diffuso da un comunicato dall’UFCOM, l’ufficio federale delle comunicazioni.