Esiste già l’interrogazione della Senatrice Laura Garavini con relativa risposta del Sottosegretario agli Interni Senatore Stefano Candiani
Dal 2018 è entrata in vigore la sostituzione della carta d’identità italiana dal formato cartaceo a quello digitale.
La Carta di identità elettronica (CIE), come la precedente cartacea, è principalmente un documento di identificazione che consente di verificare l’identità del titolare ed è valida sia sul territorio nazionale quanto all’estero. Al costo di quasi 17 €, si legge sul sito dedicato alla CIE, si può richiedere il nuovo documento alla scadenza della propria Carta d’identità (o in seguito a smarrimento, furto o deterioramento) presso il Comune di residenza o di dimora. Il rinnovo in senso più moderno del documento identificativo non coinvolge però la comunità degli italiani all’estero regolarmente iscritti all’estero che ancora oggi ricevono il tradizionale documento cartaceo.
L’argomento è motivo di grande attenzione da parte degli italiani all’estero e, proprio la scorsa settimana, era presente tra i punti di maggiore interesse nello “Scrive chi legge” dal titolo “Alcuni suggerimenti e chiarimenti” scritto dal sempre attivo Giuseppe Ticchio (La Pagina edizione del 3 aprile 2019) rivolto alla Senatrice Laura Garavini che ha prontamente messo in evidenza il suo impegno sulla questione.
Esiste già, infatti, un’interrogazione della Senatrice Laura Garavini con relativa risposta del Sottosegretario agli Interni Senatore Stefano Candiani sulla problematica che riguarda l’inclusione degli italiani all’estero iscritti all’AIRE alla sostituzione della carta d’identità in formato elettronico. Rivolta ai Ministri dell’interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale, l’interrogazione della senatrice Laura Garavini, specifica che “per quanto riguarda i cittadini italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE, non è prevista l’emissione della carta di identità elettronica, mentre nel corso del 2017 sono state emesse 67.493 carte di identità cartacee nei Paesi comunitari, in Svizzera, Norvegia, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano, nei quali il titolo è riconosciuto; la mancanza di una tale possibilità è in evidente contraddizione con l’intento, ribadito negli ultimi anni a livello sia di Governo che di amministrazione, di estendere gradualmente anche all’estero il sistema SPID, per il cui accesso la carta di identità elettronica sarebbe una chiave fondamentale”. Nell’interrogazione la Senatrice specifica le problematiche che possono insorgere nella mancanza di un documento adeguato alle norme locali, che “oltre a privare i cittadini italiani delle funzioni ordinarie proprie di tale documento, li espone ad un’ulteriore difficoltà di ordine pratico, dovuta al fatto che per il sistema bancario locale il possesso di una carta di identità elettronica è condizione per la concessione dell’ordinario credito al consumo, verso il quale si stanno sempre più spostando le abitudini di spesa dei consumatori”.
Per questo motivo, conclude l’interrogazione della Senatrice Garavini, si chiede se non si intenda “disporre l’estensione della carta di identità elettronica anche ai cittadini italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE e predisporre un piano operativo che consenta di realizzare tale obiettivo in tempi rapidi e certi, a partire dai Paesi nei quali la presenza dei cittadini italiani è più consistente”.
È il Sottosegretario di Stato per l’Interno, Stefano Candiani, a rispondere all’interrogazione della Senatrice del Partito Democratico, facendo ben sperare che entro il 2019, anche i residenti all’estero potranno sostituirei il tradizionale documento cartaceo con quello elettronico. “L’obiettivo – afferma Candiani – una volta superati taluni passaggi tecnico-operativi e secondo un cronoprogramma predisposto dal Ministeri degli affari esteri per il graduale avvio del rilascio della CIE all’estero, è quello di procedere all’integrazione dei sistemi informatici della rete consolare, per avviare, entro l’anno 2019, una fase di sperimentazione, con il dispiegamento di 95 postazioni CIE presso taluni consolati”. A tal proposito sono emerse alcune condizioni operative che impediscono un’attivazione in contemporanea con i comuni, spiega Candiani, ma “alla cui realizzazione la Farnesina presta la massima attenzione, in costante collaborazione con gli altri interlocutori”.
C’è infatti la necessità di creare modalità di collegamento della rete consolare ai sistemi anagrafici italiani, così come devono essere assicurate le risorse per le attrezzature necessarie per emettere la CIE all’estero. Inoltre bisognerà pensare a nuove modalità di consegna del documento, che in Italia avviene tramite spedizione da parte di Poste Italiane e questo non è possibile all’estero. “Dopo aver completato la fase istruttoria e di confronto – conclude il Sottosegretario agli Interni – si procederà, poi, alla formale predisposizione di Intese tra i Ministri dell’interno e degli affari esteri, per la definizione congiunta delle modalità organizzative e tecniche di dettaglio per l’emissione della CIE da parte degli Uffici consolari”.
foto: Ansa