Gentile Redazione
Essendo una lettera scritta in uno stato emotivo di frustrazione, per gli avvenimenti che riguardano il futuro della Casa D’Italia, da parte di qualcuno che è stato o verrà in qualche modo danneggiato, ho creduto giusto di darle voce (Il signr Pluchino si riferisce ad una lettera non pubblicata per motivi redazionali ndr).
La sua risposta è per me sufficiente, ma ciò non toglie che in tutta questa vicenda di cui voi non siete ovviamente direttamente responsabili, la trasparenza da parte delle istituzioni che dovrebbero difendere la comunità italiana è venuta a mancare, per coprire degli interessi superiori che a noi sono poco noti.
Ci sentiamo, e non parlo solo come genitore e rappresentante dei genitori del Liceo Vermigli, ma anche a nome di tutti coloro che da decenni frequentano l’ultimo centro di incontro rimasto nella nostra città di Zurigo, presi in giro. Invece di promuovere l’italianità con belle parole da parte di chi dovrebbe rappresentarci, nel momento in cui i primi sospetti nacquero (mese di febbraio), invece di darci voce in capitolo o rispondere alle nostre domande, alimentate da voci che parlavano di una imminente chiusura dell’edificio, venne tutto insabbiato e rimandato in data da definire. Le mie richieste di chiarimento all’Onorevole Farina sulla fonte di tale notizia pubblicato nel febbraio sul vostro settimanale, non ha mai avuto risposta da parte dell’autore dell’articolo.
La nostra richiesta come Rappresentanti del Liceo di chiarimento al Signor Putrino della nostra riunione di fine febbraio, dopo che vi era stato un’ incontro con tutte le parti interessate nella riunione del 14 febbraio 2017, in cui il Consolato insieme all’Ambasciatore, ha informato tutti gli inquilini della Casa d’Italia, è stata lettera morta. Sia lui come il Preside del liceo si dissero sconcertati e increduli sull’articolo scritto sul vostro giornale dall’Onorevole Farina. Solo una settimana fa ad atto avvenuto, è venuto a galla tutta la vicenda, nei minimi dettagli, per quanto riguardo il passato e il presente.
Ora che i buoi hanno lasciato la stalla veniamo convocati (oggi 16 maggio), con tanto di presenza del Console e altre autorità, sul futuro già segnato dello stabile. Da parte vostra se posso permettermi non avete sufficientemente verificato la veridicità dell’articolo dell’Onorevole Farina del febbraio 2017. Inoltre in un mio scritto sulla rubrica “scrive chi legge” dal titolo “Fake News e dintorni” (di cui pubblichiamo la parte interessata in basso, ndr) scrivevo in modo ironico la notizia apparentemente falsa dell’articolo sopra menzionato. Perché non venne pubblicato quel mio articolo?
Ripeto, non voglio responsabilizzare il vostro giornale su avvenimenti accaduti al di fuori, ma una certa solidarietà da chi come voi da decenni si è in tanti casi assunto il ruolo non solo di informare, ma anche di rivendicare questioni che in qualche modo danneggiano noi cittadini italiani, mi aspetterei un senso più critico e una presa di posizione chiara e senza dubbi a favore della comunità.
Noi lettori ci sentiamo parte del vostro progetto divulgativo e non solo promotori di opinioni. Non è mia intenzione ripeto polemizzare, ma dato che in questa vicenda non hanno preso né prima né adesso posizione il parlamentare, il presidente dell’associazione “Pro Casa d’Italia”, il presidente del Comites, i due Presidi delle scuole statali e private della Casa d’Italia e lo stesso Console, mi aspetto non tanto un gesto fuori dalle righe, ma di dare voce a noi confusi e sfiduciati genitori, frequentatori della Casa D’Italia, lettori de LaPagina e finanziatori delle scuole stesse.
Mi aspetto che l’incontro di oggi alla Casa D’Italia venga da voi monitorato e commentato adeguatamente, facendo riferimento anche alle voci che a quanto pare non hanno mai voce, neanche per scrivere o pensare che senza di noi (gli altri) tutte le istituzioni non avrebbero senso di esistere. Se poi faceste un’ altro passo avanti e pubblicaste questa mia risposta, che si trasformata in un’ articolo per la rubrica “scrive chi legge”, darebbe un segno di trasparenza informativa eccezionale. Non tanto perché l’anonimo Pluchino scrive un altro commento, ma per dare voce a coloro che non lo hanno mai fatto e vorrebbero farlo a nome di tutti.
Cordiali Saluti
Mario Pluchino