Non sarà certo con le imposizioni della Ue sugli immobili che salveremo il pianeta, l’Europa incide solo all’1% sulle emissioni del mondo intero. Ora questa idea assurda e devastante sull’adeguamento energetico degli immobili, idea partorita dalla mente di qualche burocrate della Ue, che dimostra chiaramente di non conoscere nulla del patrimonio immobiliare italiano. Considerato che in Italia a differenza degli altri Stati europei la proprietà privata degli immobili è praticamente dell’80%, di fatto in Italia quasi ogni famiglia è proprietaria della casa che occupa, considerando poi tutti gli immobili storici. Penso che ogni Paese debba avere la libertà di raggiungere gli obiettivi preposti con linee di guida date dalla Ue, ma senza imposizioni o scadenze, in particolare in un paese come l’Italia, il cui patrimonio immobiliare è differente da ogni altro Stato europeo. Il parlamento europeo deve indicare solo quali siano gli obiettivi da raggiungere, lasciando le decisioni da adottare per raggiungere questi obiettivi agli Stati.
La Ue non può certo venire in Italia, uno Stato sovrano, a spiegarci come fare per risparmiare sulle bollette. Del resto se i proprietari di casa sperano di ricevere degli incentivi, possiamo ben prevedere che le risorse non saranno sufficienti, cosa già sperimentata con il Superbonus, per un numero molto inferiore di immobili, cessioni di credito e bonus non sono bastati. In Italia ben più importante, ora, è l’adeguamento sismico e quello idrogeologico, quest’ultimo in particolare, che grazie alle idee di ambientalisti incapaci, che oltre a fare apporre continui divieti, con le loro continue lagnanze, non hanno fatto nulla per creare le condizioni di sicurezza di certe zone del Paese. A partire dal 2028 tutti i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero, per gli edifici di proprietà pubblica la scadenza è il 2026. Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa in modo critico sulla decisione della Ue, precisando che si rischierebbe un danno enorme a tessuto economico, di fatto il provvedimento impone obiettivi temporali irraggiungibili.
Così pure il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, dice no alle case green, considerando la direttiva Ue non condivisibile per i vincoli perentori imposti. In Italia ci sono 31 milioni di unità immobiliari, di queste la metà sono oggetto di qualificazione, molte di queste escluse perché di superficie inferiore ai 100mq. o vincolate per altri motivi, di fatto le abitazioni da portare in classe F entro il 2030 sono comunque oltre bi 5 milioni e quelle da portare in classe D entro il 2033 sarebbero oltre gli 11 milioni. Con il Superbonus si sono spesi 110 miliardi per intervenire su 360 mila immobili, quanti miliardi occorrerebbero per quasi 15 milioni di unità immobiliari? Si parla di cifre astronomiche che né lo Stato né i privati possono permettersi.
Dr. Paolo Gasparini
1 commento
Case green: la rapina del secolo
Dopo l’autorizzazione alla farina di grillo (Regolamento del 3 gennaio 2023), motivata da una folle “transizione alimentare”, siamo ormai a due passi dalla rapina del secolo delle “case green”, giustificata dalla cosiddetta “transizione ecologica”. Senza entrate nel tecnicismo l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di favorire la svendita delle case, a tutto vantaggio di una grande proprietà immobiliare che non avrà difficoltà a ristrutturare dopo aver acquistato a prezzi irrisori. Questa predazione pianificata colpisce milioni di proprietari, o se preferite “proletariato” (per non parlare dei ceti medi), non viene presa minimamente in considerazione da gran parte dei partitini e sindacatini. A volte la realtà appare offuscata dalle troppo news che invadono la nostra vita, e quindi preferendo il contatto diretto, avrei questa idea da proporre, dopo averne parlato con il diretto interessato che ha scritto questo articolo.
Proposta:
Tramite l’associazione Confedilizia ho avuto un’ottima consulenza sui temi che riguardano la casa e gli immobili in genere: condominio, affitti, compravendite, tasse, catasto…
Ritengo che molti connazionali nella mia stessa situazione vorrebbero saperne di più. Quindi è mia intenzione e motivo di questo mio scritto unito al commento dell’articolo, di organizzare un gruppo di persone interessate ai temi sopra citati, per organizzare tramite o per l’associazione una serata informativa. Senza volere fare promozioni di marketing, a favore di questa mia iniziativa privata, e senza volere alzare polveroni sui ruoli delle tanto conclamate organizzazioni e istituzioni italiane in Svizzera che sono piuttosto avare su questi temi. In forma disinteressata vi chiedo di partecipare e ascoltare ciò che questa associazione (che si mantiene con le iscrizioni) può ben dire di rappresentare. Un punto di riferimento – preciso e certo – per la proprietà immobiliare (per tutti, per gli investitori istituzionali come per milioni e milioni di singoli proprietari e condòmini). Essendo una iniziativa buona e giusta, contattatemi tramite il mio indirizzo mail. [email protected]