Il caso Cucchi è giunto all’esame della Cassazione. La Procura generale della capitale e i familiari di Stefano Cucchi hanno infatti presentato ricorso alla Suprema Corte contro la sentenza che alla fine dell’ottobre dello scorso anno aveva assolto tutti gli imputati
I ricorsi presentati sono tre. In particolare, uno è del procuratore generale Mario Remus che ha sostenuto l’accusa nel processo d’appello, il secondo è del padre della vittima, Giovanni Cucchi e il terzo è firmato dalla sorella di Cucchi, Ilaria.
A novembre si era tenuta la fiaccolata, organizzata dalla sorella Ilaria in memoria di Stefano Cucchi, davanti alla sede del Consiglio superiore della magistratura a Roma. “Troppo spesso nei tribunali si fanno i processi ai morti; mio fratello aveva un solo processo ed è stato massacrato. È il fallimento della procura di Roma, tutti hanno capito qual è la verità. Ora il lavoro dei pubblici ministeri è sotto gli occhi di tutti – aveva detto Ilaria Cucchi e aveva continuato – oggi abbiamo portato qui mille luci per fare luce su quello che è successo a mio fratello. Abbiamo segnali positivi ma noi andremo avanti, ci auguriamo che la Procura ricorra e facciamo appello al ministero della Giustizia perché Stefano è morto mentre era nelle mani dello Stato”. “Credo sia imbarazzante che la Procura fosse contro di noi in questo processo”. Anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, intervenuto sul caso di Stefano Cucchi, in occasione di un convegno sul ruolo delle donne nella società. “Laddove ci fosse qualche aspetto d’ombra o di ingiustizia – ha aggiunto – chiaramente è necessario fare luce fino in fondo per rispetto alla vittima, ai familiari e alla società nel suo insieme”.
Ad ottobre 2014 erano stato assolti tutti gli imputati, anche i medici, a seguito di una sentenza della corte d’appello di Roma. Il legale della famiglia Cucchi allora aveva annunciato di fare ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, mentre la sorella Ilaria dichiarò che avrebbe chiesto ulteriori indagini al procuratore capo Pignatone e che avrebbe continuato le sue campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul caso. L’incontro tra la Cucchi e Pignatone avvenne il 3 novembre. Lo stesso giorno, il sindacato di Polizia penitenziaria Sappe ha depositato una querela contro Ilaria Cucchi perché ella “istiga all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti operanti nell’ambito del comparto sicurezza”.