Ilaria Cucchi: “Non potranno più nascondersi dietro divisa che non meritano di indossare”
A otto anni dalla tragedia di Stefano Cucchi ancora nulla sembra essere risolto, però qualcosa si sta muovendo. La sua vicenda, infatti, ha fatto troppo rumore e Stefano ha alle spalle una famiglia che non vuole piegarsi e non si rassegna per l’accaduto. Con forza, infatti, chiede giustizia per quello che è accaduto al fratello, Ilaria Cucchi, che si batte da anni per la causa.
Il caso Cucchi riguarda una morte assurda avvenuta per motivazioni non del tutto chiare. Era il 15 ottobre 2009 quando tre militari arrestarono Stefano in flagranza di reato per detenzione di droga. Secondo l’accusa sarebbero i responsabili del pestaggio che il giovane avrebbe subito e che ne determinò la morte, una settimana dopo, nell’ospedale ‘Sandro Pertini’ di Roma. Nello specifico i tre carabinieri “dopo aver proceduto all’arresto di Stefano Cucchi nella flagranza dei delitti di illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, e dopo aver eseguito la perquisizione domiciliare, in concorso tra loro, colpendo Cucchi con schiaffi, pugni e calci, fra l’altro provocandone una rovinosa caduta, cagionavano al predetto lesioni personali in parte con esiti permanenti, ma che nel caso di specie, unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura il Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Pertini di Roma, ne determinavano la morte” che è avvenuta una settimana dopo l’arresto, per l’esattezza il 22 ottobre.
Dalla scorsa settimana i tre uomini delle forze dell’ordine sono stati sospesi dal servizio a titolo precauzionale, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, dal Comando generale dell’Arma per i primi due, mentre per il graduato è stata decisa dal Ministero della Difesa, sempre su richiesta del Comando generale.
Sono i carabinieri scelti Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro e il vicebrigadiere Francesco Tedesco ai quali è stato anche dimezzato lo stipendio. Altri due militari dell’Arma sono imputati di calunnia e falso, reati che però non prevedono, in questa fase, la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio.
“Non potranno più nascondersi dietro divisa che non meritano di indossare” afferma la sorella della vittima, Ilaria Cucchi che scrive sul suo profilo Facebook: “Apprendo la notizia che le tre persone coinvolte direttamente nel ‘violentissimo pestaggio’ (come definito dalla Procura di Roma) di Stefano Cucchi sono state sospese dall’Arma dei Carabinieri. Credo che questo sia giusto e sacrosanto proprio a difesa e a tutela del prestigio dell’Istituzione”.
Nel frattempo la difesa pensa ad un ricorso: “Stiamo valutando le misure processuali da adottarsi e non escludiamo di impugnare il provvedimento di sospensione dal servizio”. Lo annuncia a LaPresse Antonella De Benedictis, legale di Alessio Di Bernardo, uno dei tre carabinieri indagati per la morte di Stefano Cucchi.
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foto: Ansa