Da giorni si parla dell’inchiesta per frode su pubbliche forniture ai danni del governatore della Lombardia Attilio Fontana. Di cosa si tratta?
Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato dalla Procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama spa. Pare, infatti, che in piena emergenza Covid-19 la Regione Lombardia abbia richiesto una importante fornitura medica – dell’ammontare di 513.000 euro – alla ditta interessata per fronteggiare la pandemia in corso e che ha interessato in maniera particolare la Lombardia. Nulla di particolare se non fosse che la società Dama spa sia gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del presidente della Lombardia, Roberta Dini, detiene una quota del 10%. In alcuni casi questi si chiamerebbero “affari di famiglia”. Inoltre, secondo le indagini, la ditta Dama avrebbe ricevuto lo scorso 16 aprile la richiesta di fornitura sanitaria da mezzo milione di euro dalla Regione Lombardia senza alcuna gara. Quando però la trasmissione Rai Report portò alla luce la vicenda, la fornitura è stata giustificata come una donazione. Cioè la ditta di proprietà del cognato e della moglie del Governatore lombardo stava semplicemente donando alla Lombardia una cospicua fornitura medica.
Sarà dunque un caso che negli stessi giorni il governatore Fontana ha provato a fare un bonifico di 250mila euro alla ditta del cognato, prelevando la somma da un conto svizzero di 5,3 milioni di euro protetto da scudo fiscale e intestato a sua madre? Purtroppo però la società incaricata di gestire il bonifico notò alcune irregolarità e, nel rispetto della normativa antiriciclaggio, ha segnalato l’accaduto alla Banca d’Italia e fu avvisata anche la Guardia di Finanza. Per questo motivo Il governatore lombardo Attilio Fontana risulta nel registro degli indagati della Procura di Milano con l’accusa di frode nella fornitura di 75mila camici e 7mila set sanitari, dei quali 49mila camici e 7mila set materialmente consegnati.
Fontana si difende
“Ma qual è il reato? Di solito le persone finiscono indagate perché prendono dei soldi illecitamente. Io invece rischio di passare alla storia come il primo politico che viene indagato perché i soldi ha cercato di versarli – afferma il Governatore lombardo cercando di difendersi dalle accuse – Certo, quando è saltata fuori questa storia e ho visto che mio cognato faceva questa donazione, ho voluto partecipare anch’io. Fare anch’io una donazione. Mi sembrava il dovere di ogni lombardo”. Inoltre Fontana sottolinea il fatto che la Regione Lombardia ha ricevuto il materiale sanitario in maniera gratuita come atto di solidarietà e che “della fornitura non sapevo niente. L’ho saputo solo quando mio cognato ha deciso di fare la donazione”, per questo motivo avrebbe voluto contribuire con una importante donazione prelevando la somma dai soldi ‘scudati’ nel conto all’UBS che non sono assolutamente “illeciti”, specifica il governatore, “sono capitali denunciati e scudati, un eredità di mia madre. Non vedo di cosa dovrei vergognarmi”. L’unico reato, afferma ancora Fontana, “è una palese violazione del segreto istruttorio e per questo probabilmente mi rivolgerò ai magistrati di Brescia”.
“Democrazia sospesa”
“Ormai in questo Paese la democrazia per alcuni è stata sospesa. Anzi, non esiste più – commenta il Governatore leghista per il quale ogni democratico dovrebbe indignarsi per quello che sta subendo. E la solidarietà arriva immediata da Matteo Salvini che sull’accaduto twitta: “Attilio Fontana «indagato» perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e «alla Palamara», non se ne può più” chiosa Salvini.
I conti svizzeri
“Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici” scrive su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Infatti, pare che le verifiche della procura di Milano sui conti svizzeri del presidente della Regione Lombardia siano un atto dovuto. Si tratta di soldi ‘scudati’ nel 2015 provenienti da due trust aperti dieci anni prima alle Bahamas dalla madre ed ereditati alla sua morte dal governatore. Dal momento in cui l’indagine sui camici è partita proprio dal bonifico da 250 mila euro del presidente al cognato che gestisce la società Dama di cui è proprietaria al 10% anche la moglie del governatore, i magistrati dovranno effettuare i dovuti accertamenti del caso.
C’è da dire che, come per ogni caso che si rispetti, anche se esistono diversi pesanti indizi contro di lui, il governatore leghista è innocente fino a prova contraria, ma se le accuse dovessero risultare provate, sarebbe davvero un fatto gravissimo che un Presidente della Regione abbia provato a sfruttare una tragedia come quella che ha investito la Lombardia in piena pandemia Covid-19 a favore degli affari di famiglia.