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22 November 2024
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Svizzera

Caso Giacchetta

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Zurigo: i truffati chiedono giustizia

087Sabato 12 settembre si è svolta presso la Casa D’Italia di Zurigo una riunione per cercare di trovare una soluzione all’incresciosa vicenda che ha interessato un cospicuo numero di connazionali in pensione i quali si sono trovati di colpo privati dei risparmi di una vita. La riunione, che come primo scopo aveva la formazione di un “comitato vittime della truffa cassa pensione” è stata condotta dal signor Tommasini, promotore dell’incontro nonché figlio di un truffato, e ha visto la partecipazione, oltre che delle vittime interessate, anche di alcune autorità che hanno dimostrato grande interesse e sentita solidarietà per i connazionali danneggiati: Il Console Generale d’Italia a Zurigo, Ministro Mario Fridegotto, l’On. Gianni Farina, il rappresentante INCA-CGIL per l’estero Luigi Rota, il Sen. Claudio Micheloni, l’On. Franco Narducci e l’Avv. Longo in rappresentanza dell’On. Razzi. Grandi assenti all’incontro la signora Rita Schiavi, presidente dell’INCA Svizzera ed i rappresentanti dei patronati, ad eccezione dell’INAC (era presente Mario Dalla Corte). Le vittime della truffa che sarebbe stata effettuata dal signor Antonio Giacchetta, ex presidente dell’INCA ZURIGO, durante l’incontro, oltre ad esporre ognuno il proprio caso, hanno cercato chiarimenti sulla situazione molto confusa quanto tragica delle loro finanze. Ad introdurre la riunione Paolo Da Costa, presidente COMITES, che nel suo breve discorso d’apertura ha tenuto a precisare che “la solidarietà è giusta ma da sola non aiuta nessuno” poiché ci vogliono risposte e soluzioni che possano aiutare in maniera concreta le vittime della truffa. Le autorità presenti, come abbiamo accennato sopra, hanno manifestato tutti solidarietà verso i cittadini colpiti ed hanno garantito, ognuno nelle proprie possibilità, la propria disponibilità d’aiuto. L’Onorevole Gianni Farina ha precisato che per l’apertura dell’attività parlamentare (la Camera dei Deputati riprende i lavori il 14 settembre), ha depositato in data 10 settembre 2009 un’interrogazione parlamentare (riportiamo di seguito un estratto) affinché sia posta l’adeguata attenzione al delicato problema. Il portavoce dell’INCA ITALIA, il signor Rota, ha affermato l’assoluta estraneità ai fatti del patronato sostenendo che “l’INCA è stata truffata alla pari di tante altre persone” ed ha specificato che compito del patronato è quello di aiutare, assistere i cittadini, lavoro che offre gratuitamente, ma “l’INCA non può gestire soldi né svolgere il ruolo di commercialista. Quindi Il signor Giacchetta si è comportato strumentalizzando l’INCA”. Il signor Rota ha altresì specificato che nel momento in cui sono sorte delle incongruenze nel lavoro del signor Giacchetta, l’INCA ha provveduto all’allontanamento e alla sospensione dagli incarichi dello stesso (il 19 gennaio 2009). Ma perché, allora, Antonio Giacchetta ha continuato ad esercitare il proprio lavoro tranquillamente? Perché utilizzava carte intestate INCA o timbri del Consolato di Zurigo? Come mai nessuno dei presenti, nel momento dell’accaduto, sapeva quale fosse il motivo effettivo dell’allontanamento dal patronato INCA, tanto che il signor Giacchetta ha potuto proseguire la sua attività indisturbato presso un altro patronato di Zurigo che, all’oscuro di ogni qualsiasi fatto, si trova coinvolto indirettamente in questa vicenda? Queste e tante altre sono state le domande della gente presente in sala. Domande che non hanno trovato risposta, forse perché nessuno dei presenti le aveva. Tra gli intervenuti un’interessante suggerimento è arrivato dall’Avvocato Longo, intervenuto in rappresentanza dell’On. Razzi, che rivolgendosi alla collettività presente ha citato l’art. 18 del codice civile italiano sulla responsabilità degli amministratori (o dell’ente) e il decreto legislativo dell’8 giugno 2001 n. 231, sulla “disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”. In

chiusura, i presenti hanno compilato un formulario precedentemente distribuito per la costituzione “Comitato vittime della truffa cassa pensione” che potrà essere formato esclusivamente da coloro i quali hanno subito il danno ma che accetta chiunque sia disposto a fornire la propria consulenza esterna affinché si possa riuscire ad ottenere un risarcimento nel più breve tempo possibile. Uno spiacevole episodio ha coinvolto il nostro giornale. Infatti durante l’assemblea alcuni dei presenti hanno contestato un articolo pubblicato da La Pagina sulla vicenda (“Fondo di solidarietà per i danneggiati”, edizione n° 36, pag. 2 del 2 settembre 2009). Dispiace il fatto che non ci sia stata data alcuna possibilità di replica e quindi di spiegazione e/o di confronto sull’articolo citato con i nostri lettori.

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