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22 November 2024
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Svizzera

Caso Giacchetta: Il punto sulla vicenda

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A.GiacchettaAd alcuni mesi dalla scoperta della truffa messa in atto dal funzionario dell’Inca/Cgil, Antonio Giacchetta, ai danni di una cinquantina di pensionati, facciamo il punto pubblicando la lettera di Giacchetta, scritta dal carcere il 10 novembre, ai pensionati costituitisi in Comitato e la replica dell’Ing. Tommasini, in rappresentanza di questi ultimi, scritta il 6 gennaio 2010. Inoltre, gran parte della lettera aperta del Sen. Micheloni e dell’On. Narducci al citato Comitato e la replica e la proposta del Sen. Di Girolamo, chiamato in causa dai suoi due colleghi parlamentari. Infine, citiamo (articolo segue) la promessa del Sen. Di Pietro – a Zurigo la settimana scorsa – ad interessarsi della faccenda.

Giacchetta dal carcere invia una lettera alle sue vittime in cui chiede “perdono”

(ex responsabile del patronato Inca-Cgil di Zurigo, arrestato e detenuto con l’accusa di aver sottratto a circa una cinquantina di pensionati italiani residenti in Svizzera, che si erano rivolti al patronato per assistenza, una cifra complessiva di circa otto milioni di franchi svizzeri)

“Gentili signore, egregi signori, colgo questa ineludibile occasione detentiva per esprimere e porgere a Voi tutti le più profonde e sentite scuse per le enormi difficoltà che vi ho provocato e causato con il mio indegno comportamento utilizzando indebitamente il denaro proveniente dai Vostri fondi pensione, fondi che sono stati il frutto dei Vostri sacrifici e del Vostro sudore lavorativo. Sono sconfortato, e provo vergogna, con la consapevolezza odierna, per il mio modo di agire delittuoso che protrattosi per diverso tempo ha soltanto creato irrimediabile dissesto finanziario e malessere umano a Voi e alle Vostre famiglie. Il mio pentimento per ciò che ho commesso è interminabile. Posso sostenere ora, suscitando tuttavia la Vostra comprensibile incredulità, che ovviamente non mi riconosco in quella passata personalità distorta, peccante di presunzione, arrogante in maniera sconcertante ed ipocrita, che per anni ha custodito e gestito in maniera infedele i Vostri risparmi pensionistici. Dal profondo del cuore, che è fortemente colpito e affranto da questa giusta ed inevitabile esperienza penitenziaria,

la catarsi che sto vivendo mi permette, oltre che di chiedere le profonde e dovute scuse a Voi tutti e di esprimere il pentimento per le azioni compiute a Vostro danno,  anche di ottemperare in maniera composta e senza opposizioni ai doveri e alle sanzioni giudiziarie a mio carico ed in futuro alle sentenze che la giustizia infliggerà ai miei comportamenti passati che hanno rilevanza penale.

Distinti saluti.

Antonio Giacchetta”

TommasiniLa risposta del Comitato per la difesa delle famiglie derubate

“Mi rivolgo all’autore della frode alla cassa pensione nella mia veste di Presidente del Comitato per la difesa delle Famiglie derubate della pensione. Mi rivolgo all’autore della lettera indirizzata in modo generico ed impersonale alle vittime il 10 novembre 2009 e ricevuta in questi giorni tramite il procura-tore. Lei esprime le proprie scuse per avere utilizzato indebitamente il denaro rubato dai fondi pensione per parecchio tempo ed esprime la propria vergogna per aver rubato il frutto di sacrifici e sudore lavo- rativo durante molti anni e fa credere di prendere le distanze da una personalità distorta, peccante di presunzione, arrogante in maniera sconfortante ed ipocrita. Lei chiede di accettare le scuse. Scuse perché innumerevoli pensionati sono abbandonati al proprio destino per poi lasciarli nuovamente soli senza sostegno finanziario? Non spera mica di ingannarli nuovamente appellandosi alla loro coscienza di onesti lavoratori? Dimostri vero pentimento. Parecchi pensionati vivono per colpa sua un periodo di grandi difficoltà finanziarie e di privazioni economiche. La smetta di prenderci in giro e dimostri finalmente vero pentimento! Faccia in modo che possano riavere immediatamente la loro dignità. Dignità guadagnata con una vita di sacrifici. Dica dove sono i risparmi e li ridia ai derubati. Dimostri vero pentimento. Si metta in contatto con i nostri avvocati e riveli i complici e i retroscena di tutti questi anni di inganni infami a tutta la comunità italiana in Svizzera. Dimostri che la sua personalità non è più distorta, peccante di presunzione, arrogante in maniera sconfortante ed ipocrita.

Comitato CDF

Il Presidente Marco Tommasini”


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3 commenti

francesco giorno 19 January 2010 at 16:42

Ormai la vicenda Giacchetta é di dominio publico, non esiste un giornale dove non si parla della stessa, e tutto questo a mio modesto avviso é un bene per la comunitá italiana che risiede nella confederazione. Alcuni giorni fá navigando su internet, ho trovato un commento a dir poco sconcertante, il sig. o il dott. Calamera del CGIE Germania si esprimeva nel seguente modo: Non si puó , da un caso isolato, fare una tragedia per il resto del mondo, ne mettere in causa l´operato dei patronati che fanno miracoli per le nostre collettivitá. Se a fare tale affermazione fosse stato Pasquale, Nicola, Francesco o qualsiasi altro cittadino comune, forse il tutto rientrava nella normalitá, il problema é: Che ha dire tutto ció é un esponente del CGIE; ovvero quell´organismo che dovrebbe tutelare i diritti degli italiani all´estero, quí ci sarebbe molto da riflettere. Il sen. Micheloni e l´on. Narducci dai loro ultimi interventi fanno capire che per il recupero dei soldi ormai le possibilitá sono minime, se non addirittura nulle, che ottimisti i nostri due mitici politici……. al contrario io credo che tutti noi dovremmo avere il coraggio e l´onestá di individuare il vero responsabile o i veri responsabile di questa vergogna. Qualche tempo fa un mio operaio involontariamente ha fatto un errore sul posto di lavoro, al che io mi sono dovuto prendere la responsabilitá di coprire il danno, mettendo mano al portafoglio naturalmente, e vi assicuro che non si trattava di una cifra modesta, era mio dovere il datore di lavoro ero io. Mi auguro che questa mia modesta analisi faccia riflettere.

Rispondi
Gianni Martuscelli 25 January 2010 at 08:57

Il coraggio di individuare il vero responsabile lo ha avuto il senatore Di Girolamo che si è messo a disposizione gratuitamente come avvocato per fare causa all’INCA/CGIL.

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vittorio 11 November 2010 at 22:29

avete cercato i soldi derubati in italia dove vive la sua Famiglia?

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