Ecco i motivi per cui Madrid non lascerà andare la Catalogna
La Corte Costituzionale spagnola ha approvato all’unanimità la sentenza con la quale si sospende la dichiarazione indipendentista votata la settimana scorsa dal Parlamento regionale catalano per iniziare la “sconnessione democratica” dallo Stato spagnolo. Come spiega il quotidiano spagnolo El Pais, la Corte ha ammesso il ricorso presentato dal governo conservatore del premier Mariano Rajoy, il che sospende in maniera automatica l’applicazione della risoluzione in attesa di una sentenza nel merito della questione. La risposta del governo regionale – i cui partiti devono ancora trovare un accordo per la nomina del nuovo governatore – è arrivata a stretto giro di posta: “la volontà politica dell’esecutivo catalano è quella di andare avanti per quel che riguarda il contenuto della risoluzione approvata lunedì”, ha dichiarato la vicepresidente Neus Munté. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha accettato solo in parte la richiesta presentata dal governo di avvertire formalmente 21 esponenti politici catalani – in primis la presidente del Parlamento regionale, Carme Forcadell – del rischio di sospensione dalle funzioni e accusa del reato di disobbedienza nel caso non fosse da questi accettata la sentenza del massimo tribunale. La Corte si è limitata ad avvertire di “eventuali conseguenze penali”, precisando che tale avviso è stato comunicato su richiesta del denunciante, ovvero il governo, dal quale su questo aspetto ha in qualche modo preso le distanze.
La Corte avrà ora cinque mesi di tempo per decidere sulla questione oppure prorogare la sospensione cautelare per un periodo di tempo indefinito. Si chiude in tal modo il primo round della battaglia legale fra Barcellona e Madrid che terrà impegnate le parti almeno fino alle elezioni politiche del prossimo 20 dicembre, e probabilmente anche oltre. Da una parte infatti la mancanza di maggioranza assoluta dei principali partiti, Pp e Psoe, li costringerà a non facili negoziati per un esecutivo di coalizione; dall’altra esiste la possibilità tutt’altro che remota che gli stessi indipendentisti catalani non trovino un accordo fra di loro e finiscano per dover tornare alle urne, non prima del prossimo marzo.
Ricchezza, esportazioni, infrastrutture, turismo
Ecco perché la Catalogna è così importante per la Spagna:
In Catalogna vivono 7,5 milioni di persone su un totale di 47 milioni di spagnoli. Si tratta della regione più grande dopo l’Andalusia, che conta 8,4 milioni di abitanti.
La Catalogna ha rappresentato il 19% del Pil spagnolo del 2014, circa 200 miliardi di euro, cifra con cui si piazza al primo posto per ricchezza tra le regioni spagnole.
Più di 586’000 società hanno base in Catalogna, la maggior parte sono piccole e medie imprese, ma ci sono anche 2’150 grandi aziende come il gigante della moda Mango e Gas Natural.
Barcellona e le spiagge del Mediterraneo hanno attratto lo scorso anno 16,8 milioni di turisti stranieri, un quarto del totale diretto verso la Spagna.
La Catalogna rappresenta il 25% delle esportazioni spagnole, secondo il ministero dell’Economia. Dal 2011 ha esportato più prodotti all’estero del resto della Spagna. Inoltre ha assorbito il 17% di tutti gli investimenti esteri diretti del 2014, per un totale di circa 2,9 miliardi di euro.
La regione catalana è terza per indebitamento nella classifica delle 17 aree semiautonome. Il debito era pari a un terzo del Pil nel secondo trimestre del 2015, secondo la Banca di Spagna.
Il tasso di disoccupati nel secondo trimestre di quest’anno è stato del 19,1%, estremamente alto ma inferiore alla media spagnola del 22,4%.
Barcellona ha il secondo aeroporto di Spagna per transiti con 37,6 milioni di passeggeri l’anno, secondo solo a Madrid. Il porto della capitale catalana è il terzo per traffico, dopo Algeciras e Valencia.
Afp
Askanews