5 morti e 13 feriti è il bilancio della sparatoria all’aeroporto Fort Lauderdale
È un ex militare del New Jersey ma di origine ispanica, Esteban Santiago, il 26enne accusato di aver ucciso cinque persone e ferite tredici aprendo il fuoco sulla folla all’aeroporto di Fort Lauderdale in Florida. Tutto è avvenuto lo scorso venerdì 6 gennaio. Esteban è atterrato a Ft. Lauderdale proveniente da Anchorage, in Alaska, dopo aver fatto scalo a Minneapolis. Nell’area di ritiro bagagli avrebbe preso la sua pistola dalla borsa, legalmente imbarcata insieme alle munizioni, e aperto il fuoco senza pronunciare una parola.
I testimoni hanno descritto l’uomo come magro e con i capelli scuri dall’apparente età di circa trent’anni. Indossava una t-shirt di Star Wars e dopo aver ucciso le vittime, finiti i colpi, si sarebbe seduto e avrebbe atteso la polizia. A quanto pare il killer era afflitto da problemi mentali, nei mesi scorsi sarebbe stato ammesso in un ospedale psichiatrico. “Un mese fa ha iniziato ad avere problemi, è come se avesse perso la testa, diceva di vedere cose”, ha raccontato la zia, Maria Luisa Ruz.
Su di lui le informazioni sono ancora contrastanti: nel suo passato ci sarebbero delle indagini per pedopornografia, ma le autorità non avrebbero raccolto prove sufficienti per procedere. Lo scorso anno, secondo la Cbs, Santiago si sarebbe recato negli uffici dell’Fbi ad Anchorage denunciando di essere “costretto a combattere per l’Isis”.
Nato in New Jersey nel marzo del 1990, ma originario di Porto Rico, il killer ha servito per un anno in Iraq ed è stato congedato con onore lo scorso anno. Dopo questo atto è stato catturato e incriminato, se sarà condannato rischia la pena di morte.
Dagli interrogatori effettuati dalla polizia e l’Fbi, non sono stati chiariti i motivi dell’insano gesto. “Non abbiamo escluso il terrorismo, esamineremo ogni angolazione per cercare di determinare i motivi dell’attacco”, ha detto George Piro, l’agente speciale che guida l’ufficio Fbi di Miami. Una fonte dell’Fbi ha riferito al Washington Post che durante l’interrogatorio Santiago non ha detto nulla che possa far pensare a un motivo politico o legato al terrorismo. Altre fonti federali hanno riferito al New York Times che l’uomo potrebbe aver udito voci nella sua testa che gli hanno ordinato di compiere atti violenti.
Il problema delle armi in America
La vicenda di Santiago riapre la questione legata alla facilità di procurarsi armi in America e di poter circolare liberamente armati in questo modo.
I viaggiatori possono portare armi in aereo negli Stati Uniti se sono scariche, chiuse in un apposito contenitore e riposte nei bagagli che vengono controllati. Possono essere portate anche munizioni, che devono rimanere chiuse nel bagaglio. All’aeroporto di Anchorage, Santiago non aveva destato sospetti, ha detto al Washington Post Jesse Davies, capo della sicurezza dello scalo, secondo il quale sono molti i passeggeri che trasportano armi. “Siamo un grande stato di cacciatori, quindi ce ne sono tante”, ha affermato. Il fatto che l’uomo abbia trasportato legalmente la sua arma e le munizioni hanno però già alimentato un forte dibattito perché Santiago era già noto all’Fbi, aveva precedenti per piccoli crimini e sembra avesse problemi mentali. Nonostante ciò trasportava – regolarmente denunciata – una pistola, che ha viaggiato nel bagaglio in stiva.
In questo modo il killer, operando indisturbato, era andato in bagno per prendere la sua pistola dentro il bagaglio, caricarla con le munizioni e uscire sparando a sangue freddo alla folla che si trovava al ritiro bagagli.
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