Il momento è arrivato, adesso senza Pass non si passa! Quindi è così, lo ha deciso il Consiglio federale, senza il certificato Covid non si può godere della “libertà” concessa a chi invece ha scelto di farsi vaccinare o chi è in possesso di tampone negativo. Da oggi, in tutta la Svizzera, infatti, si può consumare al bar o al ristorante comodamente seduti nelle sale interne, solamente con il certificato Covid. E lo stesso vale per musei, biblioteche, zoo, palestre, piscine coperte, parchi acquatici, sale da biliardo, ma anche teatri, cinema, manifestazioni sportive e via dicendo. Beh, resta poco da fare, soprattutto adesso che si avvicina la stagione più fredda. Però sarà permesso partecipare alle manifestazioni all’aperto – udite, udite! – senza l’uso della mascherina, una delle misure di protezione più odiate. Ok, ma anche in questo caso bisogna averci il pass.
100 fr di multa chi vi partecipa e non ha pass, mentre tutti i locali che non controlleranno potrebbero rischiare anche la chiusura. Stiamo esagerando? Per molti sì e per questo la settimana scorsa in Svizzera gli oppositori alla gestione governativa dell’emergenza Covid sono scesi in piazza per dire NO.
Così, c’è chi dice no, chi non ci sta. Chi lo trova ingiusto, chi assurdo! Mercoledì scorso, per esempio, a Berna circa un migliaio di persone si è riunito per manifestare contro l’estensione dell’uso del certificato Covid. Si è trattata di una manifestazione spontanea, iniziata intorno alle 19 sulla piazza della stazione della capitale elvetica, per poi spostarsi sulla Piazza federale, nei pressi del Palazzo federale, e concludersi verso le 21. Tutto si è svolto nella calma, anche se l’evento era “spontaneo” e quindi senza autorizzazione (ma la polizia svizzera ha sorvegliato lo stesso).
Una nuova manifestazione si è avuta poi giovedì, sempre a Berna, sempre con la stessa prassi e la stessa civiltà da parte dei manifestanti. Il dissenso è stato manifestato anche a Bellinzona, “Non vogliamo imposizioni subdole per costringere le persone a vaccinarsi” citava il volantino degli organizzatori, l’Associazione Amici della Costituzione.
Questo è il tenore svizzero delle manifestazioni contro in generale l’obbligo del vaccino e più in particolare contro le ultime restrizioni entrate in vigore proprio oggi con l’uso del certificato Covid obbligatorio per poter praticare certe attività che si svolgono in luoghi al coperto. In Italia invece i cosiddetti “no vax” e “no pass” si organizzano differentemente. Sono “guerrieri” e pronti a scatenare l’inferno pur di avvalorare le proprie ragioni. Si armano addirittura con veri e propri arsenali contro “tutti i criminali della dittatura” per agire con violenza ai provvedimenti che il Governo ha messo in atto contro il Covid. Per fortuna, questi violenti manifestanti sono stati scoperti e fermati in tempo. Si stavano organizzando attraverso delle chat e progettavano azioni feroci durante le manifestazioni, tanto che alcuni si erano perfino procurati delle armi per “fare fuori” i giornalisti, “i primi da colpire”, e poi passare ai politici, “radendo al suolo” il Parlamento “con tutti dentro”.
Gli otto “guerrieri”, di età compresa tra i 40 e 60 anni, di diverse province italiane, sono stati individuati in tempo e i loro intenti sono stati bloccati sul nascere. Erano pochi, è vero, ma con le loro azioni avrebbero potuto anche creare grandi danni. La categoria intera dei contrari – per non definirli per forza “no vax” o “no pass” – dovrebbero dissentire prima di tutto da questa loro minoranza.
Ci sono tanti modi per dissentire, alcuni sono giusti e altri – quelli violenti – sono uno dei più grandi problemi dell’essere umano che, in questo modo, non potrà mai trovare le ragioni per le quali lotta.
Redazione La Pagina