“Finalmente un Centro con il sorriso!”
Si tratta del centro diretto dalla dott.ssa Anna D’Aloia, una psicologa milanese di origini meridionali. La psicologa, molto attiva nella realtà italiana in Svizzera, ci ha presentato il suo centro, uno spazio d’incontro con chi ha bisogno di ascolto ed attenzione. Ecco la versione integrale dell’intervista apparsa in forma ridotta sul nostro settimanale
In cosa consiste il “Centro d’ASCOLTO di Zurigo” e come è nato?
È una “nicchia psico-ecologica”, nella quale si coltivano i valori dell’autenticità e semplicità, tipiche del bambino, così come la capacità di costruire dell’adulto. Il bambino è il simbolo della salute, della purezza e della trasparenza. L’adulto è il simbolo della riflessione matura, della costanza e della determinazione. Sono tutte doti che cerchiamo di mantenere in costante allenamento grazie all’attività di questo centro all’avanguardia.
In questo spazio d’incontro e di condivisione, si effettua uno studio, con la collaborazione attiva tra cliente e psicologo, dal quale emerge l’immagine nitida delle persone, il loro stile di muoversi nella realtà e di modificarla. E questo studio viene svolto in funzione dell’avanzamento del cliente nel proprio futuro, in modo sempre più consapevole, sempre più forte, sempre più a mente aperta e sempre più autonomo.
In tal modo le persone che si rivolgono al Centro, individui, coppie, famiglie, gruppi e aziende, acquisiscono maggiore consapevolezza circa le loro dinamiche interne e su quelle in relazione all’ambiente in cui vivono; esercitano un maggior controllo sulle proprie reazioni ed assumono un atteggiamento positivo e propositivo rispetto alle situazioni difficili da superare; imparano uno stile di comunicazione nei propri confronti e verso l’altro, improntato all’equilibrio, all’armonia ed alla corretta individuazione e condivisione dei diversi significati della realtà.
Questo Centro segue la direzione di un percorso di maturazione e sviluppo, che già dal 1992 ha preso vita grazie all’impatto della mia curiosità con le scienze umane. Ho avuto l’onore di essere stata guidata nella mia scoperta dell’uomo da insegnanti illustri, grazie ai quali ho apprezzato la vista magnifica sul panorama sconfinato della mente umana, approfondendo le prospettive delle diverse discipline: psicologia, filosofia, pedagogia, sociologia, biologia, fisica, chimica, economia e diritto… È stato un liceo completo e nello stesso senso è seguito il percorso di studi universitari, nel quale la psicologia è sempre stata accompagnata dai fondamenti anatomo-fisiologici dell’attività psichica e dalle altre scienze, per rinsaldare una visione completa d’insieme, estremamente preziosa.
Dal 1992 ad oggi, la preparazione all’apertura effettiva di questo Centro ha coinvolto tutte le risorse maturate non solo grazie allo studio, ma anche mediante l’esperienza di attività nelle quali il continuo superamento dei propri limiti e la relazione con la società erano la chiave di lettura fondante dell’esperienza stessa.
Il segreto del grande successo del Centro d’ASCOLTO di Zurigo sta proprio in questo: a solo un anno e mezzo dalla sua nascita, ha già raggiunto l’80% degli obiettivi che si era prefissato, in termini di qualità ed efficienza dei servizi offerti, perché porta con sé la solidità dei valori di base assodati in quasi 20 anni di duro lavoro, e porta avanti l’incessante modellazione tipica di chi ricerca il perfezionamento nell’ascolto attento di tutto ciò che ha una “dimensione uomo” e nel dialogo “attivo-empatico” con il mondo circostante.
“Centro con il sorriso”, “centro estetico per la mente”…non sembra proprio essere il solito centro. In cosa si differenzia dagli altri?
Esattamente: ho dato al Centro un valore aggiunto di rilievo, che è proprio quello del sorriso. Il sorriso genera forza, potenza e dinamismo, e nello stesso tempo richiama all’armonia ed alla serenità.
Il sorriso è ciò che poi nella pratica dell’incontro col cliente fa da leva sulla parte sana delle persone e sulla voglia di raggiungere le mete con grinta, passione, amore per la bellezza dentro e fuori di sé.
Viene trasmesso così un valore che abbraccia un campo molto vasto, composto a sua volta da altri ricchi valori, che rafforzano il benessere e lo diffondono nel proprio ambiente, estendendone il raggio d’azione e l’efficacia. Definisco il mio Centro “un centro estetico per la mente”, ma attenzione: è la persona che viene qui a possedere il desiderio sano e potente di sprigionare tutte le sue energie e di cercare i mezzi più idonei per visualizzare lui stesso la propria immagine, prendersene cura, per poter intraprendere alla fine autonomamente il proprio percorso verso la determinazione chiara di sé e dei propri obiettivi. La propria immagine si fa brillante e sicura, il cliente affronta le difficoltà e si concede la possibilità di sbagliare, senza affliggersi per ciò che non riesce a fare in un dato momento; mantiene dunque in equilibrio aspettative e dati di realtà, con l’obiettivo di focalizzare i punti nodali su cui lavorare, per imparare a tirare fuori il meglio da sé, dagli altri e dalle situazioni che vive giorno per giorno.
Inoltre, un altro aspetto che caratterizza l’attività del Centro è il fatto che ci si ponga allo stesso livello del cliente; non si è amici, ma nello stesso tempo non c’è una persona sana contro una malata, non c’è una persona che ne sa più dell’altra: ogni incontro ce lo giochiamo alla pari, ognuno responsabile di ciò che afferma e presenta all’altro, con la medesima valenza e capacità di condividere.
Da tale impostazione deriva il processo di costruzione intorno alle abilità sane degli individui, i quali si orientano verso la padronanza libera di se stessi, che è un percorso obbligato per tutti, anche per me.
La collaborazione avviene generalmente con un incontro ogni due settimane, per un periodo complessivo di circa 9 mesi. Il tutto ha dunque un inizio e una fine ben determinati; il percorso è ben strutturato e affidabile.
Difatti, è anche contro tendenza che venga stabilito a priori un periodo massimo di collaborazione col cliente, che però ha di positivo il fatto di evitare i rischi della dipendenza e della cronicizzazione, lasciando al cliente il compito di andare avanti e lasciandogli anche ogni merito relativo alle sue future conquiste.
È possibile un incontro di follow-up dopo qualche anno, come feed-back che può contribuire da stimolo all’ideazione di nuove attività del Centro stesso, il quale è in costante fermento.
Per esempio, in collaborazione con go-italy (http://go-italy.ch/italianiamo-rc/incontri-di-conoscenze.html) abbiamo organizzato tre incontri, definiti “incontri di conoscenze”, che si svolgeranno il mercoledì a partire dal 24 novembre, su tematiche psicologiche ad alto interesse, per mettere in movimento le conoscenze delle persone, che spesso cercano risposte nella scienza, al fine di confrontare le proprie idee e il proprio pensiero con quello degli altri, valorizzando quello che già si sa e applicandolo in modo nuovo grazie all’apporto originale del gruppo col quale ci si incontra. Già il grande filosofo greco Platone affermava “Conoscere è ricordare”.
La spinta è quella verso la ricerca di un sapere all’interno della quotidianità, rendendolo più afferrabile e palpabile. La domanda che ho sentito spesso, pronta a seguire ogni bellissima teoria, è: “Sì, ok, tutto chiaro, perfetto, ma… come… come si mette in pratica?”. Ed è qui, in questo legame tra teoria e realtà, che risiede una forza speciale: se si porta in una realtà nota una teoria, essa prende una forma e un colore visibile a tutti e da tutti apprezzabile. Non solo, genera anche nuove strategie di elaborazione e di miglioramento concreto del proprio vissuto attuale.
A chi si rivolge il Centro d’ASCOLTO di Zurigo e quali obiettivi si propone di raggiungere?
È un centro aperto a tutti.
Chi lo desidera può richiedere un primo incontro gratuito per porre domande circa il metodo di lavoro, le tempistiche, la filosofia, i principi adottati dal Centro e come potrebbero funzionare nel proprio contesto specifico.
Lo studio di consulenza psicologica viene quindi offerto, a seconda delle necessità di lavoro, individualmente, alla coppie, alle famiglie, ai gruppi ed alle organizzazioni. Rispetto alla collaborazione col cliente che si rivolge al Centro come singolo, negli altri casi la grandezza d’angolo aumenta e la prospettiva si fa perciò sistemica: non più centrata solo sulle risorse dell’individuo, si avvale della cooperazione tra i membri interessati e della loro messa in gioco.
Se si considera che il comportamento di ogni singolo individuo ha una certa influenza sugli altri, si può capire come l’obiettivo del centro sia quello di generare energia positiva sui singoli, per promuovere lo sviluppo della società.
Pensiamo a quanto è comune sentire affermare “non riesco a essere soddisfatto della vita che ho anche se non mi manca niente”, “sono stressato dal lavoro, ho troppe cose da fare”, “sono stanco”, “che ci vuoi fare, bisogna farsene una ragione”, “ho avuto sfortuna”, “non mi sento voluto bene tanto quanto io ne voglio agli altri”, “non posso fare errori”, “tutti si aspettano il massimo da me e tutto ciò che faccio per loro non è mai abbastanza”, “le persone sono invidiose”, “le persone non si possono cambiare”, “non riesco a lasciarmi andare”, “ho paura”, “provo rabbia”….
È solo la punta dell’iceberg. E l’individuo che non ha modo di confrontarsi su determinate tematiche con gli altri, può pensare di essere malato, solo per il fatto che tutti dal di fuori sembrano così felici e ben organizzati, o perlomeno tranquilli.
L’obiettivo del Centro, a breve termine, è quello di andare a scardinare le convinzioni della cultura di appartenenza che bloccano l’individuo e non gli consentono di esprimere in pienezza e grandiosità le sue potenzialità, per ottenere, a lungo termine, un miglioramento sensibile nella qualità di vita della società.
Inoltre, nel breve periodo, il Centro si propone di offrire, oltre al servizio di consulenza, uno spazio di ricerca per gruppi di studio costituiti da non professionisti del settore, per promuovere la cultura psicologica, filosofica, pedagogica e sociale, e per apportare un contributo originale ad ogni tematica di ricerca.
Un input favorevole scaturirà sicuramente dalla partecipazione agli “incontri di conoscenze”, che sono portavoce del medesimo obiettivo.
Nel lungo periodo, il Centro favorirà la collaborazione con psicologi provenienti da orientamenti diversi e da culture diverse, per migliorare l’integrazione non solo del Centro stesso all’interno della realtà svizzera, ma anche sul piano internazionale, per rinsaldare quella famosa visione globale d’insieme di cui abbiamo parlato, preziosissima.
Secondo lei, quali sono le maggiori difficoltà che l’individuo deve affrontare al giorno d’oggi?
A questo riguardo, mi viene in mente Elias Canetti, quando ha espresso questo pensiero: “Gli uomini non hanno mai saputo così poco su di sé quanto in questa “era della psicologia”. Non possono star fermi. Corrono via dalle loro stesse metamorfosi. Non rimangono ad assistervi. Se le anticipano, preferiscono essere tutto, tranne quello che potrebbero. Viaggiano in automobile attraverso i paesaggi della loro anima, e siccome si fermano solo ai distributori di benzina, credono che là non ci sia altro. I loro ingegneri non costruiscono altro: ciò che mangiano puzza di benzina. Sognano in pozzanghere nere”.
Fermo restando l’immagine negativa che prende forma da questo pensiero, che non condivido proprio per la sua radicale negatività, vi riconosco tuttavia un aggancio a quello che io ritengo sia la maggiore difficoltà dell’uomo moderno, dal punto di vista prettamente psicologico. Ovvero, l’uomo, posto di fronte a una vasta gamma di modelli di identificazione negativi, fatica a trovare se stesso, la propria identità. Rimane perlopiù inconsapevole dei condizionamenti ricevuti, non trova il coraggio di pensare con la propria testa e di cambiare la realtà in cui vive, oppure non trova la giusta apertura verso gli altri, che gli consentirebbe di ammorbidire le vedute troppo drastiche e di cooperare con gli altri, anziché attaccarli o sentirsi da loro minacciato. Un’altra difficoltà grossa, è proprio quella del fare i conti con le proprie paure, cercare di affrontarle senza arrendersi. Tali ostacoli possono essere superati, se si attiva un processo di riflessione su di sé che faccia ripercorrere il proprio passato, lo ancori al presente in modo libero e lo proietti in un futuro straordinario, fatto di nuove possibilità, di aria fresca e pulita.
Questo processo sottostà soprattutto alla capacità di rigenerarsi, di operare una ristrutturazione cognitiva dall’interno, che innesca un meccanismo più sano, e bilanciato tra la protezione matura di sé e l’apertura verso orizzonti più ampi ed entusiasmanti.
A volte, per attuare un cambiamento così importante, si ha bisogno di un aiuto dall’esterno, di qualcuno che ci ascolti, che ci comprenda, e col quale confrontare le proprie “chiavi di lettura”.
In base alla sua esperienza, di cosa ha bisogno l’uomo per vivere in armonia con se stesso e con la società?
“F&D”, che sono fermezza e dolcezza, sinonimo di rigenerazione, protezione dei propri valori, di sé, degli altri e dell’ambiente in cui viviamo.
La distinzione tra buoni e cattivi, propinataci fin da bambini dalle migliori favole e non solo, è puramente fittizia e genera immagini di sé illusorie, dannose per se stessi e per gli altri; scinde l’unitarietà della persona e predispone alla guerra, alimentandola con un circolo vizioso di incomunicabilità tra parti e incomprensioni.
Tutti abbiamo punti di forza e di debolezza, ma è bello poter riconoscere i propri limiti e trasformarli in risorse, ovvero evidenziare i casi in cui anche tali limiti sono necessari in altre forme e dosarli assieme ai nostri punti di forza.
Chi è stato fortunato, è cresciuto in un ambiente positivo, ha ricevuto tanto ed è stato guidato a dare il meglio di sé, anche con fini altruistici. Chi ha ricevuto poco e non è stato aiutato nel processo di crescita, o addirittura è stato maltrattato, se non si è a un certo punto aperto ad altre prospettive, darà poco e sarà ancora lì, purtroppo per lui, a pagarne le conseguenze.
Quando qualcuno mi attacca con scortesia e nervosismo, non devo pensare ad attaccarlo a mia volta; gli indico con fermezza che sta sbagliando, magari se riesco cerco anche di capire perché si sta comportando così (può essere il nervosismo dato dall’incapacità a risolvere una situazione difficile, un suo calo di autostima, una delusione o l’incapacità a comunicare una discordanza di vedute in modo tranquillo) e poi gli mostro con dolcezza il modo giusto di comportarsi, direzionando il suo stato emotivo negativo verso la fonte reale di esso. Questo tipo di approccio, non agganciandosi alla negatività della persona e non fomentandola, porta a mantenere uno sguardo sulla realtà e sulla sua essenza, per esserne al controllo e non subirla, da ambo le parti.
Inoltre, un possibile effetto positivo è che l’altra persona rimanga più affascinata dal nostro modello positivo e abbandoni un po’ alla volta il modello negativo che stava seguendo. Questo discorso vale per tutti quei rapporti in cui il desiderio comune di fondo è quello di stare bene insieme, perché solo in questo caso si può portare avanti la costruzione di una relazione basata sulla stima reciproca e sull’apertura alla condivisione. Tuttavia, per praticare questo stile di comunicazione basato sulla fermezza e dolcezza, è necessario allenare anche la propria autostima e la propria tranquillità interiore, con esercizi quotidiani.
Un altro “must” per l’uomo che vuole vivere in armonia con se stesso e con la società, è costituito dal valore della libertà. Significa rispettare l’individualità dell’altro, che non deve essere sempre e per forza uguale a noi o comportarsi assecondando le nostre aspettative e richieste. Il medesimo valore lo applico nel mio caso: sono matura, sono libera, ho la facoltà di scegliere per me stessa e il dovere di raggiungere prima di tutto con le mie forze i miei traguardi. Questo è il presupposto per godersi l’incontro con gli altri, in armonia con una società aperta.