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21 November 2024
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Il fattore P

Cercando qualche risposta nel Fattore P (Parte 2)

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Salve cari lettori!

Anche questo numero sarà dedicato alle risposte ad alcune domande arrivate alla mia attenzione. Mi auguro che possiate continuare ad esprimermi dubbi, perplessità, preoccupazioni e curiosità, prendendo esempio proprio da chi lo ha già fatto!

Il Signor L. scrive:

“Le malattie psichiche sono ereditarie? Vorrei avere informazioni soprattutto sul narcisismo, grazie”

Questa domanda è molto interessante perché dà modo di fare chiarezza sulla natura delle malattie della psiche. Tanti sono gli studi che si sono dedicati a capire la eziopatogenesi di questo tipo di malessere: la teoria più accreditata ci dice che l’origine di una malattia psichiatrica è di tipo multifattoriale, questo vuole dire che fattori biologici, psicologici e sociali interagiscono nel determinarla. Per questo motivo la familiarità rispetto ad un disturbo psichiatrico è sempre indagata nella fase di valutazione iniziale del caso (in pratica si chiede se ci sono stati in famiglia casi di disturbi psichiatrici). Rispetto alle patologie più severe come disturbi dell’umore o dello spettro psicotico (come la schizofrenia) c’è infatti la possibilità di eredità e i geni associati sono focus di numerosi studi. Il nostro cervello e il suo funzionamento in termini di neurotrasmettitori è anche esso implicato nelle malattie psichiatriche, per questo alle volte è necessario intervenire anche farmacologicamente. Allo stesso tempo fattori psicologici e sociali sono molto importanti: eventi di vita, traumi, stress, stili educativi sono solo alcuni esempi di fattori di rischio o scatenanti per la comparsa di qualche scompenso psichiatrico. Dobbiamo pensare ai nostri geni come ad un copione che per essere inscenato alle volte ha bisogno di sollecitazioni da parte dell’ambiente o anche come a dei potenziali che tramutano in azione in base agli stimoli ricevuti. Questo per dire che se c’è una storia familiare di malattie psichiche NON è detto che tutti i discendenti debbano sviluppare qualcosa.

Per quello che riguarda il narcisismo, esso è riconosciuto come disturbo di personalità: come tale ha che fare con una peculiare modalità di essere nel mondo, in termini di vissuti interni e comportamenti, la quale si rileva portatrice di problemi. Per definizione queste condizioni di personalità non sono facili da mettere in discussione e modificare – è infatti meno oneroso trattare un disturbo specifico che si discosta totalmente dal modus operandi di un individuo che approcciarsi direttamente al modus operandi dello stesso -. Nel caso dei narcisisti è per loro natura ancor più difficile mettersi in discussione proprio perché il loro senso difensivo di grandiosità li ha resi sordi e ciechi rispetto alle loro falle. Quello che si può fare è “smussare un po’ gli angoli” specialmente se si esperisce disagio e menomazione procurati dai particolari tratti di personalità. I narcisisti, per esempio, a causa della mancanza di empatia tendono a creare delle relazioni connotate da alcuni aspetti patologici come un non raro sfruttamento dell’altro. Ecco, il disagio associato a questa condizione non solo per chi ne soffre ma anche per chi gli sta intorno può essere un punto di partenza per chiedere aiuto. In tali casi è consigliabile iniziare dei percorsi di psicologia del profondo, come una psicoanalisi, per provare a trovare quel file rouge che giustifica il nostro particolare modo per approcciarsi a se stesso, agli altri, al mondo, alla vita.

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