La Francia e il mondo intero danno l’addio al chansonnier più amato
Ad omaggiarlo al suo funerale sono stati i nomi più importanti della società francese, da Emmanuel e Brigitte Macron a Carla Bruni e Nicolas Sarkozy, da Jean Paul Belmondo a Mireille Mathieu hanno osservato un minuto di silenzio prima del suono de La Marsigliese in un inchino commosso condiviso con gli oltre duemila intervenuti alla cerimonia funebre.
Charles Aznavour, morto il primo ottobre a 94 anni nella sua casa in Provenza, “è diventato naturalmente e unanimemente uno dei volti della Francia – dichiara il presidente Macron – per milioni di persone le sue canzoni furono un balsamo, un rimedio e un conforto. Fu profondamente francese, legato visceralmente alle sue radici armene, riconosciuto nel mondo intero, Charles Aznavour ha accompagnato gioie e dolori di tre generazioni. I suoi capolavori, il suo timbro di voce, il suo successo unico resisteranno a lungo”.
Inizialmente la famiglia era stata contraria alla celebrazione dei funerali di stato ma hanno acconsentito per l’affetto dimostrato dai fan e dal governo (su insistenza anche di esponenti come i figli dell’ex presidente Chirac) che volevano un omaggio nazionale nel cortile dell’Hotel des Invalides, uno dei luoghi più simbolici e prestigiosi della Francia.
Il cantante, di origini armene, iniziò la sua brillante carriera grazie ad Edith Piaf che lo portò in tournée negli Stati Uniti e grazie anche al fatto che parlasse sette lingue, divenne famoso in tutto il mondo cantando i suoi testi in diverse versioni linguistiche. Iniziò a solcare il palco all’età di nove anni e la sua ultima esibizione fu il mese scorso in Giappone: una carriera lunghissima di 70 anni costellata di 1300 canzoni e 80 film e non per ultimo da più di un milione di follower su facebook.
Fu anche compositore di colonne sonore, tra le quali, una fu utilizzata anche da Stanley Kubrik per il suo film “Eyes wide shut” mentre la sua celeberrima “She” fu la musica del film “Notting Hill” con Julia Roberts e Hugh Grant nel 1999.
In Italia, il cantante dall’espressione malinconia a cui l’Armenia ha dedicato una statua, partecipò al Festivalbar del 1972 con “Quel che non si fa più” e al festival di Sanremo – fuori gara – nel 1981 con il brano “Poi passa”, nel 1989 con la canzone “Momenti si, momenti no”.
Le sue canzoni sono state interpretate da molti artisti italiani tra i quali Gino Paoli (Devi sapere), Domenico Modugno (La mamma) Mina e Franco Battiato (Ed io tra di voi) Renato Zero (L’istrione) e anche Iva Zanicchi, l’unica con cui ha collaborato per un intero Lp. Negli ultimi anni fu Francesco Renga a regalare al pubblico italiano la bellissima “Lei”.
Laura Pausini ricorda, in una dichiarazione sul web, il suo incontro con Aznavour, già idolo di suo padre, in un set televisivo in cui lei cantava in francese e lui in italiano una versione bilingue di una sua famosa canzone.
Anche Massimo Ranieri, suo grande estimatore, conferma la grandezza del suo mito descrivendolo come “l’ultimo grande vecchio, un gigante come non ne esistono ormai più”.
Aznavour aveva dichiarato, in un’intervista tempo fa: “vorrei che il mio funerale sia breve perché quando dura per ore rompe le scatole. E niente condoglianze, voglio che la gente sia felice di essere viva!”
Sicuramente sarà il ricordo delle sue melodie a rimanere vivo nel tempo.
foto: Ansa