Giornata della Memoria sul tema della trasmissione intergenerazionale
Il 27 gennaio 1945, con l’ingresso ad Auschwitz delle Forze sovietiche, il mondo si trovò di fronte alla realtà di uno sterminio senza precedenti sia per le dimensioni della tragedia sia per l’efferatezza con cui fu consumato. Nella ricorrenza, divenuta il Giorno della Memoria, da molti anni in tutto il mondo si svolgono manifestazioni di vario genere perché quello che fu uno dei momenti più bassi della storia dell’umanità non venga dimenticato e serva da monito alle generazioni future. Dal 2004, i consiglieri di Stato incaricati dell’istruzione pubblica hanno deciso, in applicazione di una decisione dei Ministri dell’Educazione del Consiglio d’Europa, di lanciare una “Giornata della memoria dell’Olocausto e della prevenzione dei crimini contro l’umanità”, negli istituti scolastici di tutti i cantoni, con varie iniziative quali mostre, conferenze-dibattiti, incontri con personalità e proiezioni di film. Quest’anno qui a Ginevra, tra le tante iniziative celebrative, si è collocata anche la proiezione ad alcune scolaresche del film “Laci Bacsi” (Zio Laci), come sempre in collaborazione con il Teatro Saint-Gervais. La proiezione è stata preceduta da un discorso introduttivo pronunciato da Charles Beer, Presidente del Consiglio di Stato e incaricato del Dipartimento dell’Istruzione Pubblica, della Cultura e dello Sport (DIP).
“E’ un grande piacere essere tra voi in questa Giornata del decimo anniversario che segna un momento importante per l’istruzione pubblica. Si tratta, anno dopo anno, e non solo in occasione di una giornata, sebbene essa sia quella della memoria, di ricordarsi l’importanza di trasmettere regolarmente tutto ciò che riguarda i crimini contro l’umanità e particolarmente la Shoah, che è un elemento costitutivo dell’organizzazione di questa giornata, sotto l’egida della Conferenza dei direttori dell’istruzione pubblica al livello svizzero, in applicazione d’una Dichiarazione dei Ministri dell’Educazione del Consiglio d’Europa.
Vorrei approfittare di questo momento per ringraziare quelle e quelli che, negli istituti del post-obbligatorio, nei cicli d’orientamento, le direzioni e gl’insegnanti, forniscono anno dopo anno, settimana dopo settimana, gli sforzi necessari perché quest’opera di trasmissione possa essere effettuata, al fine di permettere agli allievi di cogliere l’importanza di questo problema.Vorrei anche ringraziare il Signor Philippe Macasdar e tutta l’équipe del Teatro Saint-Gervais che ogni anno accolgono questa giornata e che sviluppano attorno al teatro un’attività civica per la quale tengo ad esprimere tutta la mia riconoscenza.
Oggi dobbiamo far fronte ad un rischio: come continuare la trasmissione quando i testimoni diretti della Shoah stanno sparendo? Come è avvenuto per altri periodi oscuri della storia come il genocidio armeno del 1915, che ha coinvolto membri della mia famiglia, i cui sopravvissuti sono tutti scomparsi. La Shoah si troverà presto orfana dei trasmettitori della storia ed è fondamentale che i libri, i film e tutte le azioni che possono essere intraprese a livello locale negli istituti scolastici, possano testimoniare di questi momenti e dare adito a dibattiti. Non possiamo avere la pretesa di affermare che facciamo della prevenzione, ma i nostri sforzi mirano a concorrervi. Vogliamo trovarci nella migliore posizione possibile affinché queste pagine nere della storia dell’umanità siano ricordate in tutti gli istituti e permettano la presa di coscienza di tutti i genocidi che il nostro mondo ha purtroppo conosciuto. La sfida pedagogica è importante perché al di là dell’emozione, c’è la componente razionale; deve essere ricercato l’equilibrio perché la sfera razionale, che è una componente permanente di ogni essere umano, possa essere l’elemento motore della trasmissione, della sensibilizzazione e dell’educazione. L’istruzione pubblica in senso lato, a Ginevra in Svizzera e altrove, deve imperativamente continuare a farsi carico di questa trasmissione, è nostra responsabilità.
Perché la storia ci riprende: il destino di Laszlo Somogyi-Singer che sarà rievocato questa sera ne è il riflesso. Gli rendiamo un omaggio particolare e prevalentemente commovente, poiché egli è deceduto qualche tempo dopo la realizzazione del film. “Laci Bacsi” lo zio Laszlo, ha offerto agli allievi, con i quali ha trascorso molto tempo, un bene preziosissimo: la compartecipazione d’un momento storico che non potranno mai dimenticare. Questa testimonianza era per lui un momento difficile che lui stesso ha evocato e noi gliene siamo infinitamente riconoscenti.
Vorrei sottolineare infine il grande sforzo degli allievi che si sono impegnati intorno al film “Laci Basci” e hanno fatto un lavoro considerevole al di fuori di quello che era l’obbligo scolastico, per il gusto della scoperta, del sapere e dell’iniziativa. Essi sono stati aiutati da gente appassionata, che trasmette questa passione per la storia e questa necessità di educazione, che è la miglior difesa contro la barbarie e l’inumano.”