Pensare al nuovo anno richiama diverse emozioni, ma riflettendo sulla situazione globale questi pensieri sono soprattutto negativi. L’emergenza rifugiati, la lotta contro il terrorismo, politiche complicate, una situazione economica difficile, l’ambiente: tutte questioni che non lasceremo nel 2015, ma speriamo di risolvere nel 2016.
In Svizzera, lo dimostrano diversi sondaggi, aumenta la paura di terroristi camuffati da rifugiati, in un sondaggio condotto dal giornale 20Minuten, però, i partecipanti hanno anche espresso speranze: 1 su cinque ha dichiarato che i rifugiati sono una chance per la Svizzera, la paura però del terrorismo riguarda ben ogni secondo interrogato.
Il 28 febbraio saranno ancora una volta le pecore nere che influiranno sul risultato di voto dell’iniziativa popolare “Per l’attuazione dell’iniziativa-espulsioni”, lanciata dall’UDC per garantire che “la nuova iniziativa d’attuazione dice esattamente cosa le leggi debbano stabilire affinché gli stranieri criminali possano rapidamente essere espulsi dal paese, senza se e senza ma.” Sarà anche un anno importante per quanto riguarda l’economia del paese, secondo la Segreteria di Stato dell’economia “visto il graduale trend al rialzo previsto per la congiuntura internazionale, il gruppo di esperti prevede un‘accelerazione della crescita economica svizzera dallo 0,8% del 2015 all’1,5% nel 2016 e all’1,9% nel 2017”.
E a proposito di economia, Steen Jakobsen, capo economista della Saxo Bank, nel suo articolo di riflessioni economiche sul 2016, pubblicato sulla Handelszeitung, conclude: “Il mondo cambia direzione sempre solo dopo una crisi, in cui tutti i cambiamenti macroeconomici si attribuiscono a errori politici. Il 2015 è un anno perso. Però penso che se lasciamo alle spalle la realità del ‘niente’ nel 2016, sono più ottimista che mai. Potreste chiedervi perché penso questo. Perché la situazione non è mai stata peggiore!”