Il primo gennaio si è celebrata la “Giornata mondiale per la pace”, gli auguri di Papa Francesco
“Buon anno a tutti: sia un anno di pace!”. È questo l’augurio che Papa Francesco ha espresso, al termine dell’Angelus in piazza San Pietro, nella ricorrenza della ‘Giornata mondiale della Pace’, ricordando che “la pace è sempre possibile e alla radice della pace c’è la preghiera” e auspicando “la pace nei nostri cuori, la pace nelle famiglie, la pace tra le Nazioni”. In precedenza, durante l’omelia alla messa celebrata nella basilica di San Pietro in Vaticano per la solennità di Maria Madre di Dio, in coincidenza con la ‘Giornata mondiale della Pace’, il Papa ha sottolineato che “tutti siamo chiamati a essere liberi, tutti a essere figli e, ciascuno secondo le proprie responsabilità, a lottare contro le moderne forme di schiavitù”, esortando: “Ogni popolo, cultura e religione unisca le sue forze”. Celebrando la liturgia eucaristica nella basilica vaticana, Jorge Mario Bergoglio ha tenuto a spiegare che “senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori”.
La lettera di Napolitano a Papa Francesco
“Il fenomeno drammatico della schiavitù, come puntualmente richiamato da Vostra Santità, è solo apparentemente lontano da noi, nel tempo e nello spazio. Al contrario, e malgrado la quotidiana condanna sul piano del diritto e le reiterate dichiarazioni di principio, sono ancora oggi troppo frequenti e diffuse molteplici forme di privazione della libertà e dignità degli esseri umani”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata a papa Francesco, dove sottolinea che “il suo messaggio in occasione della celebrazione della 48/ma Giornata Mondiale della Pace è stato per me, come ogni anno, occasione di attenta e partecipe riflessione”.
Un testo, nota ancora il capo dello Stato, contenente considerazioni “al centro dell’agenda politica nazionale ed europea, a partire dal tema dell’accoglienza per i migranti ed i richiedenti asilo, sul quale Vostra Sanità ha voluto, sin dal principio del Suo Pontificato, attirare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale”.
“Se, infatti, alla base del fenomeno della riduzione in schiavitù vi è indubbiamente una concezione antropologica distorta e distorsiva, spetta alle Istituzioni e ai governi – afferma ancora il capo dello Stato – agire sulle cause sociali ed economiche che portano alcuni esseri umani ad abusare di altri, attraverso forme di costrizione fisica e psicologica mentre, sul piano politico, l’attenzione deve essere rivolta in primo luogo alle politiche del lavoro e all’istruzione, che costituiscono gli strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa dell’uomo. Altrettanto deciso deve essere lo sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme, dallo sfruttamento della prostituzione alla pratica del lavoro nero, dalla corruzione al traffico di esseri umani”. “A conclusione di questa rapida riflessione mi permetta, Santità, di condividere il Suo invito a trasformare il fenomeno, per molti aspetti controverso, della globalizzazione in una forza positiva e coinvolgente ‘di solidarietà e di fratellanza’, che possa avvicinare – augura Napolitano – soggetti diversi e non contribuire invece a rendere ancor più difficili da colmare le disparità economiche e le divaricazioni sociali oggi esistenti”.