Se in “La felicità? Ve la do io!” la scrittrice Alessandra Hropich spiegava il perché dei tanti mali della società, nel suo nuovo libro ci parla dei “Mostri – Il peggio dell’umanità. Dietro le apparenze idilliache, un’implacabile ferocia”
Di cosa tratta il tuo ultimo libro?
Tratto ancora una volta di fatti veri, gente comune e non che conosco ed ho avuto la sfortuna di conoscere. Racconto di gente apparentemente normale con il diavolo in corpo, nel vero senso della parola. Troppe persone vivono una doppia vita, curano le apparenze, hanno una famiglia, un buon lavoro, potrebbero vivere almeno serenamente, invece scopro spesso che vivono come eterni dannati, pronti sempre a ferire psicologicamente gli altri e, se si presenta l’occasione, anche fisicamente. Scopro poi che sono persone che godono nel veder soffrire il prossimo, si attivano spesso per fare angherie, per vedere la distruzione di tutti coloro che prendono di mira. Quello che più è inquietante è che questi Mostri conquistano tutti, vittime comprese, con la loro maschera di persone buone ovvero le stesse che dicono di voler aiutare gli altri, ponendosi come persone fidate, tutti o quasi finiscono con il confidarsi con questi soggetti che sono a caccia di lati deboli altrui per sapere su chi e come infierire pesantemente e al momento opportuno.
Qual è il messaggio che vuoi dare con “Mostri”?
Il mio messaggio non vuole incitare a dubitare di tutti ma, laddove si presentano persone disponibili, molto educate con il temperamento del benefattore, almeno suggerisco di non essere aperti con questi individui quasi sempre a caccia solo di segreti e altrui debolezze. Se un Mostro non riesce ad estorcere informazioni, in genere se ne va portandosi dietro la maschera di soggetto premuroso e buono. I Mostri vogliono persone deboli o sofferenti per infierire ma cercano informazioni utili e preziose da tutti, non solo dalle possibili vittime. Quindi un adulatore, una persona che ti accarezza l’anima e che ti fa sentire importante, molto spesso ti sta solo usando per sapere ciò che vuole sapere, per poi colpire te, se sei tu la vittima prescelta, oppure qualcuno di cui ti ha chiesto informazioni. Fidarsi è bene, raccontare tutto di sé o di altri è sempre un grave errore.
Scrivi di storie vere, quindi questi Mostri chi sono?
I Mostri di cui parlo io con il prezioso contributo di mia sorella, sono persone spietate, gente pronta a tutto, persone che conosciamo molto bene. Persone con cui ti relazioni ogni giorno, al lavoro, nel vicinato, nella società, non esiste luogo immune dai Mostri. I Mostri sono come i virus, ti aspettano per colpirti e spesso ci riescono alla grande perché poco a poco ti tolgono energia vitale, ti iniettano il veleno della loro cattiveria, ti inducono a nutrire un senso di colpa in modo che loro possano approfittarne, senza lasciare tracce. Oggi, dopo aver ben compreso l’animo umano e la zona oscura che tutti hanno, mi riesce più semplice rispondere alla domanda: “Chi non è Mostro?”.
Come nasce questa tua passione di raccontare storie vere e guardare in modo critico la società?
Non saprei dire se la mia è una passione. Ho studiato perché volevo raccontare la realtà, pensando di fare l’avvocato. Ma poi ho visto troppe brutture, cattiverie, gente che manipola persino un marito, una moglie, un amico, un figlio, ho visto scene di violenza fisica e psicologica molto forti, troppe sono le cose e le situazioni che conosco dall’interno delle famiglie e, visto che le vittime non parlano, mi sono detta: “Perché tutto quello che i miei occhi vedono, le mie orecchie sentono deve restare un segreto nella mia mente? È bene invece che la società sappia cosa succede ogni giorno nelle case di molti, negli uffici, nei luoghi di lavoro e ovunque. Questa è vera informazione!”
È il messaggio che ho dato a me stessa per scrivere ed è lo stesso che do a chi legge. Sicuramente, la passione viene a mano a mano che mi rendo conto che nasce ogni volta un libro con verità raccontate senza peli sulla lingua, senza preoccuparmi di usare parole forti che scandalizzano permettendomi il lusso di descrivere fatti e situazioni che molti, per un finto perbenismo, non racconterebbero mai! Tutto ciò mi appassiona.
Manuela Salamone