ll Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) chiede la creazione di un servizio civile volontario aperto a tutta la popolazione
È un residuo della guerra fredda, dunque è giunto il momento di sopprimere la leva obbligatoria in Svizzera. Con quest’obiettivo il GSsE, appoggiato da una larga alleanza di sinistra e Verdi, ha depositato giovedì 5 gennaio alla Cancelleria federale l’iniziativa popolare “Sì all’abolizione del servizio militare obbligatorio”, che è stata sottoscritta da 107.280 persone. I promotori dichiarano che la loro iniziativa non ha lo scopo di abolire l’esercito, bensì di modernizzarlo. “L’esercito si orienta sul classico caso della difesa e questo non è più realistico”, ha dichiarato Evi Allemann del Partito socialista. La maggior parte dei paesi europei ha già abolito la leva obbligatoria, per questo l’obbligo del servizio militare non rispecchia più le sfide moderne. L’iniziativa riguarda soltanto l’art. 59 della Costituzione, che impone l’obbligo di leva, mentre non viene toccato quello che introduce il principio dell’esercito di milizia. Il GSsE spiega che l’accettazione dell’iniziativa si tradurrà in un esercito di milizia volontario, diverso da quello di professionisti. Per Jo Lang del GSsE, le tradizioni che sono superate e soprattutto care, bisogna abolirle. L’iniziativa può liberare risorse finanziarie da impiegare in altre sfide cui la Svizzera sarà impegnata. Il motivo dell’iniziativa risiede anche nella crisi del servizio militare obbligatorio. Solo il 30 per cento delle reclute completa il percorso militare. Dalla soppressione dell’esame di coscienza un anno e mezzo fa, molti giovani si sono presentati al servizio civile, che tuttora non è accessibile alle donne. La proposta di legge fornirebbe, secondo il GSsE, la base costituzionale alla creazione di un servizio civile volontario e aperto a tutta la popolazione.
Gaetano Scopelliti