Una delle questioni scottanti del rapporto, contrariamente a quanto hanno sostenuto Bush, l’ex vice presidente Dick Cheney ed altri esponenti dell’amministrazione americana, sarebbe che le torture non solo furono di una brutalità inaudita, ma furono anche non utili ad ottenere informazioni importanti
Il rapporto sulle torture della Cia pubblicato oggi dalla commissione Intelligence del Senato testimonia brutalità e violenze commesse dalla Cia durante gli interrogatori maggiori di quelle che finora era state rese note. È quanto emerge dalle 528 pagine di rapporto, ora online sul sito della commissione, in cui si rivela, tra l’altro, come il personale medico dell’agenzia ad un certo punto abbia lamentato il fatto che i cosiddetti waterboarding, l’annegamento simulato, fossero diventati una “serie di annegamenti” quasi veri e propri, e che venivano compiute violenze e torture che non erano mai state approvate. Oltre a denunciare la brutalità delle torture il rapporto pubblicato per volere dei senatori democratici ne sottolinea anche la totale inefficacia perché questi interrogatori non portarono a nessuna informazione decisiva per impedire un attacco. Anzi in molti casi portarono ad “informazioni false” che i detenuti, per fermare le torture, inventavano.
Affermazioni a cui la Cia ha immediatamente risposto, affermando che il programma è stato “efficace” e sostanziale per la lotta ad Al Qaeda. Per quanto riguarda le torture, il rapporto sottolinea come i detenuti venissero sottoposti a torture come il waterboarding e la privazione del sonno “in modo praticamente continuativo per giorni e a volte per settimane”. “La privazione del sonno poteva significare anche tenere i detenuti svegli per 180 ore, costringendoli a stare in piedi o in posizioni scomode, a volte con le mani legate sopra la testa”, si legge nel rapporto. In una delle prigioni segrete dove venivano condotti questi interrogatori si è registrata la morte di almeno un detenuto, deceduto per ipotermia dopo essere stato tenuto incatenato nudo al pavimento di cemento. Il rapporto denuncia anche altre torture, come quelle a cui venivano sottoposti detenuti, nudi ed incappucciati, e trascinati avanti e in dietro mentre venivano sottoposti ad un pestaggio. Anche alcuni detenuti eccellenti, che sono stati sottoposti al waterboarding, sono quasi morti durante gli interrogatori: Abu Zubaydah, che dopo una serie di annegamenti è rimasto incosciente “con l’acqua che gli usciva dalla bocca”, e Khalid Sheik Mohammad, il regista degli attentati dell’11 settembre.
Per quattro anni gli agenti della Cia torturarono i detenuti, picchiandoli, denudandoli e sottoponendoli al waterboarding, senza che al presidente George Bush venisse detto esattamente quello che stava succedendo, evidenzia il rapporto pubblicato dal Senato sull’inchiesta sulle torture dalla Cia. Dai documenti emerge che solo nell’aprile del 2006 il direttore dell’agenzia illustrò al presidente Bush le tecniche di interrogatorio che erano in uso già dal 2002. Su una delle questioni quindi più scottanti del rapporto, e che ha infiammato il clima politico già prima della pubblicazione, cioè quanto Bush sapesse delle torture, il rapporto – attraverso le mail, i memo, i rapporti e gli altri documenti esaminati, che sono stati in tutto 6 milioni – descrive una Casa Bianca che aveva dato l’approvazione agli interrogatori brutali dei sospetti ma che fu tenuta in gran parte all’oscuro di molti aspetti del programma. A cominciare dalla sua reale efficacia. È questo, infatti, un altro punto cruciale, destinato ad infiammare il dibattito: contrariamente a quanto hanno sostenuto Bush, l’ex vice presidente Dick Cheney ed altri esponenti dell’amministrazione americana, il rapporto afferma che le torture non solo furono di una brutalità inaudita ma furono anche non utili ad ottenere informazioni importanti. E che la Casa Bianca e l’amministrazione furono ingannate dalla Cia che “ha fornito informazioni non complete e inaccurate”. “Non solo l’agenzia ha esagerato l’efficacia degli interrogatori nell’ottenere informazioni di intelligence significative – si legge nel rapporto – ma non veniva risposto in modo veritiero o completo” a specifiche domande poste dalla Casa Bianca o esponenti dell’amministrazione. In particolare in una mail interna della Cia del luglio del 2013 viene sottolineata “l’estrema preoccupazione” dell’allora segretario di Stato, Colin Powell, e la sua insistenza nel chiedere un briefing sugli interrogatori.
Dopo la pubblicazione del rapporto del Senato sulle torture della Cia “gli Stati Uniti sono obbligati dalla legge a portare i responsabili di fronte alla legge”. È quanto ha dichiarato relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani e la lotta al terrorismo, Ben Emmerson, secondo il quale “l’attorney general americano ha l’obbligo legale” di intervenire. Secondo Emmerson il rapporto del Senato mostra infatti come “vi fosse una chiara politica orchestrata ad alto livello all’interno dell’amministrazione Bush che permetteva di commettere crimini sistematici ed enormi violazioni delle leggi internazionali dei diritti umani”. “Gli individui responsabili di questo complotto criminale – ha poi aggiunto – devono essere portati davanti alla giustizia e fronteggiare pene commensurate alla gravità dei loro crimini. Anche da Amnesty International ed altre associazioni per i diritti umani arrivano richieste di avvio di procedure penali contro i responsabili delle torture. “La pubblicazione conferma ancora una volta in modo cristallino che il governo americano ha fatto ricorso alle torture”, ha dichiarato Steven Hawkins, direttore esecutivo di Amnesty Usa. “Sulla base della convenzione Onu contro la tortura non si può invocare nessuna circostanza che possa giustificarla – ha poi aggiunto – così chi ha torturato e chi ha autorizzato a farlo devono essere messi sotto inchiesta”.
Fonte: Adnkronos