Le Intolleranze alimentari colpiscono e tormentano circa il 20% della popolazione Svizzera. Ad aggravare la situazione sono le oltre 3000 sostanze “estranee” aggiunte ai cibi
La realtà delle allergie e delle intolleranze alimentari è diventata sempre più effettiva in Svizzera e nel mondo. Negli ultimi anni però, più che le allergie sono state proprio le intolleranze alimentari a costituire un problema e ad essere più prese in esame perché hanno interessato sempre più persone. Con il termine generico di “Intolleranza alimentare” si indicano varie reazioni non di origine allergica agli alimenti e per questo non riscontrabili per mezzo di un test allergico. Solo in terra elvetica, infatti, il 20% della popolazione soffre di questi disturbi alimentari fastidiosi e che incidono sulla vita di tutti i giorni.
Un’intolleranza si manifesta quando il corpo ha perso parzialmente o totalmente la capacità di digerire una determinata sostanza. In questo caso, l’organismo non forma anticorpi necessari, ma reagisce provocando disturbi immediatamente dopo il consumo.
Tra i sintomi più frequenti sono stati riscontrati i disturbi digestivi generali, come mal di stomaco, flatulenza, diarrea o stitichezza, malessere, o reazioni quali stanchezza, irritabilità, eruzioni cutanee, mal di testa (emicrania), disturbi circolatori e reumatici ecc.
Una volta riscontrata un’intolleranza alimentare l’unica terapia possibile è l’eliminazione dell’alimento che disturba.
Oltre però ai naturali ingredienti di cui è composto il cibo, negli ultimi tempi è stato scoperto che ad aggravare la situazione sono le oltre 3mila sostanze diverse come conservanti, stabilizzanti, coloranti (circa 360) e gli aromi, ovvero sostanze “estranee” aggiunte al cibo che sono una delle cause di allergie e intolleranze in aumento negli ultimi anni. Questo è stato oggetto di studio degli esperti che hanno preso parte al congresso nazionale della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), a Napoli fino al 17 aprile. Il metodo migliore per evitare molti degli additivi – spiega Giorgio Walter Canonica, presidente SIAAIC – è consumare prevalentemente cibi freschi e se possibile di coltivazione biologica”. Per fortuna, tutti gli additivi alimentari devono essere chiaramente indicati in etichetta, quindi coloro che hanno una specifica sensibilità o ritengono di averla possono facilmente evitare qualsiasi additivo che costruisca un potenziale problema, per questo motivo, leggere attentamente le etichette sui prodotti deve diventare un’abitudine importane durante la spesa.
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foto: ANSA