Prosegue lo sciame sismico dopo il terremoto che ha devastato il Paese, 300 vittime ufficiali
La terra trema ancora in Cile: una nuova scossa di magnitudo 6.1 Richter si è registrata a 63 km da Talca e 181 dalla capitale Santiago. In precedenza un’altra ha scosso la terra con una magnitudo di 5.1 Richter.
Intanto è stato cancellato l’allarme tsunami diramato ieri per tutti i Paesi che si affacciano sul Pacifico, ad eccezione della costa nordamericana.
In Cile si scava fra le macerie. Le autorità hanno fatto sapere che i morti, ad oggi, sono oltre 300 e almeno due milioni le persone sinistrate. Il papa ha rivolto una preghiera per le vittime e un appello a non far mancare “la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”. “Il mio pensiero – ha detto dopo l’Angelus – va al Cile e alle popolazioni colpite dal terremoto, che ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni”. “Sono sicuro – ha concluso – che non verrà a mancare la solidarietà”.
Il previsto tsunami ha colpito la costa centrale cilena, abbattendosi con violenza sul porto di Talcahuano, trascinando barche, pescherecci e container sulla terraferma. In precedenza aveva investito l’arcipelago cileno di Juan Fernandez, provocando almeno cinque morti e diversi dispersi sull’isola di Robinson Crusoe.
Anche la lontana Isola di Pasqua, famosa per le millenarie statue di pietra di origine misteriosa, è stata posta in stato di allerta e gli abitanti sono stati fatti allontanare dalla costa. Sulla terraferma il centro più colpito è Concepcion, città costiera di 200.000 abitanti. Un paio di persone sono inoltre morte durante scosse di assestamento nel nord dell’Argentina.
Lo tsunami ha viaggiato attraverso tutto il Pacifico. Grande paura alle Hawaii, dove l’allarme è scattato all’alba ma alla fine lo tsunami è stato debole. Nel sud del Pacifico, invece, la Polinesia francese è stata raggiunta da onde alte circa due metri (alle isole Marchesi) e poi è arrivato in Giappone con un impatto debole ed è atteso con allarme in Russia.Le autorità nipponiche hanno disposto l’evacuazione di oltre 320.000 persone nel nord del Paese, a causa dell’arrivo dello tsunami.
Sul fronte degli aiuti, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno offerto il proprio supporto al governo cileno.
(ANSA)