Ecco cosa significa il no degli Usa all’accordo di Parigi sul clima
“È svantaggioso per gli Usa”. Così il presidente Donald Trump annunciando il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. L’accordo, ha sottolineato Trump, costerebbe all’economia americana 2,7 milioni di posti di lavoro entro il 2025 e migliaia di miliardi di dollari di Pil a causa del calo della produzione industriale. “È mio dovere proteggere gli interessi degli americani e degli Stati Uniti”, ha aggiunto.
Gli Stati Uniti usciranno dall’accordo di Parigi ma “inizieranno a negoziare e vedremo se potremo concludere un accordo equo”, ha poi aggiunto il presidente Usa. “Con la mia amministrazione – ha detto ancora – gli Stati Uniti continueranno ad essere il Paese più pulito e più attento all’ambiente del mondo”, ma “non faremo chiudere le nostre aziende e non perderemo posti di lavoro”.
Miguel Arias Cañete, il Commissario Ue per il clima e l’energia, ha commentato così la decisione di Trump: “Oggi è un giorno triste per la comunità globale: un partner fondamentale si tira indietro dalla lotta al cambiamento climatico. La Ue deplora fortemente la decisione unilaterale di Trump”.
Gli Stati Uniti di Donald Trump, con l’uscita dall’Accordo di Parigi sul clima, “rifiutano il futuro”, ha dichiarato l’ex presidente Usa Barack Obama, che fu uno degli artefici dell’accordo.
Cosa significa il no
Dopo averlo promesso in campagna elettorale e averlo ribadito più volte nelle ultime settimane, il presidente americano Donald Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Un accordo globale siglato da 195 paesi alla conferenza di Parigi (COP21) del dicembre 2015 dopo 13 giorni di negoziati ed entrato in vigore il 4 novembre 2016. Quella che venne definita una “svolta storica” mira a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, “in un contesto di sviluppo sostenibile e di sforzi per sradicare la povertà”.
Nello specifico, l’accordo prevede di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine e di perseguire gli sforzi nel limitare l’aumento a 1,5°C, dato che ciò ridurrebbe in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici. Tramite l’intesa di Parigi i governi hanno inoltre concordato di “riunirsi ogni cinque anni per stabilire obiettivi più ambiziosi in base alle conoscenze scientifiche” e di “rafforzare la capacità delle società di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici”.
Cosa accade ora se Trump ufficializza il no? I rischi sono soprattutto due: innanzitutto le temperature del pianeta aumenteranno più in fretta e saranno destinate a superare velocemente la soglia dei 2 gradi con tutte le conseguenze che questo comporta. Washington si era infatti impegnata a ridurre le emissioni del 28% entro il 2025. Inoltre, l’uscita degli Usa dall’accordo potrebbe mettere a rischio anche la partecipazione di altri paesi.
Adnkronos
foto:Ansa