100 anni fa la vita in una casa di riposo per anziani, era molto scomoda. In occasione del giubileo delle due case di cura più vecchie della città – 170 anni Pfrundhaus, 135 anni Bürgerasyl – si sono tenuti diversi eventi e mostre per mostrare ai visitatori come si svolgeva la vita nelle case di riposo di allora
Le due case di riposo statali hanno entrambi già parecchi anni alle spalle. La Pfrundhaus è stato creato 170 anni fa e Bürgerasyl 135 anni fa. 20 anni fa sono state rinnovate dalla famosa architetta zurighese Tilla Theus. Oggi le case brillano con i monumenti antichi, di grandezza e stile e non sono solo, molto ammirati dai Zurighesi perché si trovano in un punto centrale della città. Per l’occasione dei due giubilei sono stati organizzati diversi eventi pubblici sul tema antichità.
Venerdì 24 agosto ci sono state due presentazioni, sulla vita nella vecchia Pfrundhaus, nominata nel 1221 Siechenhaus St. Jakob alla Sihl, nei pressi di Stauffacher.
Una delle curatrici della mostra, Lisa Brun, ha mostrato immagini e diversi oggetti, che rivelano la vita nel Pfrundhaus nell’ultimo secolo: regole severe e visite obbligatorie alle messe e uscita regolata, questo era il regolamento della casa con un sistema di pena – che oggi non si può nemmeno immaginare.
Con il tempo, fortunatamente, le regole sono state alleggerite e alla fine abolite. Oggi gli abitanti delle case di cure vivono la propria vita autonoma in un’atmosfera sicura. Le case di cura della città di Zurigo offrono un servizio importante per la comunità Zurighese e si prendono cura del benessere degli abitanti.
All’evento ufficiale di sabato 25 agosto 2012, ore 11.15, la sovrintendente del dipartimento di salute e ambiente, Claudia Nielsen, in nome del consiglio cittadino, si è congratulata per questo giubileo speciale non celando la sua soddisfazione: “Quelle che prima erano un’istituzione per poveri, le due case di cure Pfrundhaus e Bürgerasyl oggi sono diventate un posto per vivere.
Confortevole e invitante, offrono agli abitanti una casa dove poter vivere serenamente, ricevendo cure individuali”.