Il 23 ottobre abbiamo avuto come ospite della scuola il Dr. Di Nezza che ci ha esposto il tema “come costruire una macchina del tempo”.
La Sala Pirandello era piena e la conferenza è iniziata puntualmente alle 12.30. Dopo una breve introduzione del Preside Passannante e della Prof.ssa Pizzichini, il Dr. Di Nezza ha introdotto l’argomento ponendoci la seguente domanda: “Cos’è il tempo?”.
In effetti che consapevolezza abbiamo noi del tempo? Ne abbiamo una percezione fisica? E perché porci questa domanda? Perché Einstein è riuscito a comprendere come spazio e tempo fossero strettamente legati tra loro e perciò, per capire la sua teoria della relatività, avevamo bisogno di introdurre tali concetti. In effetti la relatività, viene affrontata già da Galilei nel XVII secolo: relatività spaziale, però, e quindi il tempo non viene ancora preso in considerazione. Si dovrà infatti aspettare Albert Einstein che, nel 1905, introdurrà, come detto prima, il concetto di spazio-tempo e la relatività ristretta: “Se viaggiamo ad una grande velocità, prossima a quella della luce, abbiamo una contrazione della distanza ed una dilatazione del tempo”. Ecco quindi che risulta possibile un viaggio nel futuro. Infatti, se una persona potesse viaggiare anche solo al 95% della velocità della luce (c = 300000 km/s), un suo anno equivarrebbe a 3 anni di un’altra persona rimasta ferma sulla terra. Ma, per viaggiare nel passato, bisogna aspettare il 1915, anno in cui Einstein propone la cosiddetta relatività generale, teoria in cui ipotizza una deformazione dello spazio dovuta alla massa degli oggetti. Ma perché parliamo di come costruire una macchina del tempo? Come possiamo collegarla alla relatività di Einstein? È qui che entrano in gioco i buchi neri. Essi hanno una velocità di fuga (la velocità minima che un oggetto deve possedere per uscire dal campo gravitazionale di un altro) che supera la velocità della luce: quindi nessun oggetto può uscirne.
I buchi neri, perciò, sono canali in cui tutto può essere risucchiato, ma da cui nulla può uscire. Questo, però, non ci permette di viaggiare nel tempo e la meccanica quantistica può spiegarci il perché. Questa branca della Fisica, infatti, spiega che non esiste solo una faccia della medaglia: siamo a conoscenza di numeri positivi, ma anche di numeri negativi, conosciamo la materia, ma anche l’antimateria e così potrebbero esistere i buchi bianchi, canali da cui tutto può uscire, ma in cui nulla può entrare. Buchi bianchi e buchi neri, insieme, formano i Wormholes, canali che possono collegare due universi paralleli.
Quindi, in linea teorica, se riuscissimo a creare un buco nero, che fosse collegato ad un buco bianco, potremmo finalmente viaggiare indietro nel tempo.
Al termine della conferenza sono state poste delle domande al Dr. Di Nezza che ha risposto in modo esauriente e con estrema chiarezza. E il fragoroso applauso ha dimostrato il nostro apprezzamento nei confronti del lavoro del Fisico del Cern di Ginevra.
Federica Bradi Stefano Licata