Qual è stata la vostra prima reazione dopo aver sentito degli attacchi terroristici a Bruxelles? Forse rabbia, odio, tristezza, dopo non molto però vi avrà preso probabilmente un certo senso di paura, di impotenza, ci chiediamo quanto siamo sicuri e se chi è responsabile della nostra sicurezza è davvero capace di garantircela. I tempi in cui era “tutto a posto” per tanti svizzeri sono passati, ha dichiarato a 20Minuten la sociologa Katja Rost, spiegando che “gli attacchi terroristici in Europa rendono le persone più paurose”.
Sempre secondo Rost però questa paura renderebbe la società più unita e più concentrata sui valori fondamentali, come la fede ad esempio dove “le persone trovano sicurezza”. A Parigi questo sembra essersi manifestato proprio in questa maniera, al Fatto Quotidiano una ragazza un giorno dopo gli attacchi alla capitale della Francia dello scorso novembre, che è costato la vita a oltre 128 persone, ha detto: “Anche se abbiamo paura, oggi è importante far vedere che non è così. Usciamo nelle strade come una famiglia. Volevano spaventarci, ma non ci sono riusciti”.
Anche a Bruxelles sarebbe dovuta tenersi “la marcia contro la paura” dopo gli attacchi della scorsa settimana, però è stato rimandata: “Vista la permanenza del livello di allerta 3 e le inchieste ancora in corso, e data la mobilitazione delle forze di polizia sul terreno, vogliamo invitare la popolazione a non manifestare” aveva spiegato il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, che aveva inoltre chiesto di “rinviare il corteo di qualche settimana” per permettere agli inquirenti di lavorare.
Tornando alla Svizzera, in un’intervista rilasciata al giornale Blick, il ministro della difesa, Guy Parmelin, ha detto che “il terrorismo jihadista purtroppo è una realtà di cui ci dovremo occupare a lungo termine”, inoltre una fine dell’organizzazione terrorista Isis non sarebbe prevedibile, però Parmelin ha dichiarato anche di non credere “che il terrore diventerà davvero ‚quotidiano’ – sottolineando che – la paura è una cattiva guida”.
Parlando degli attentati a Bruxelles a enews, anche il premier italiano, Matteo Renzi, ha detto che “Occorre una reazione durissima nella distruzione di queste cellule terroristiche”.
Il premier poi ha sottolineato l’importanza dell’educazione nella lotta contro il terrorismo: “occorre un gigantesco investimento educativo e culturale. Perché l’educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo. E ci investiremo, senza rinunciare alla nostra identità, ai nostri valori, ai nostri ideali”.
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