È uno dei più importanti convegni di fine anno: il Lantern Fund Forum che, con il patrocinio della Città di Lugano, recentemente ha
concluso la sua giornata di studio giunta all’8a edizione. Centoquattordici i relatori internazionali e le istituzioni partecipanti, fra cui: banche, fiduciarie, avvocati, fornitori di servizi, associazioni di investitori, rappresentanti governativi e dei media. Ospite di prestigio: la lussemburghese Viviane Reding, già vicepresidente della Commissione Europea. In 40 anni di esperienza politica la Reding ha diretto alcuni tra i più importanti ministeri della Unione Europea-UE: Giustizia, Industria, Telecomunicazioni, Ricerca e sviluppo, Educazione.
Veniamo ai tre temi principali del convegno: economia, informazione, politica. Li commentiamo separatamente malgrado questi argomenti ormai si sovrappongano. In tema di economia globale si prevede stabilità almeno sino a fine 2020, termine del mandato presidenziale dell’americano Donald Trump e delle sue politiche protezionistiche. Rimangono aperte varie problematiche: tanto irrisolte quanto note. Brexit. I conflitti in Medio Oriente. La elezione del parlamento UE nel 2019. Le tensioni commerciali USA-Cina. I deficit di bilancio di paesi come l’Italia. Le differenti prospettive che seguiranno alle scelte delle banche centrali. Quella europea, la BCE, negli ultimi anni ha azzerato i tassi per aiutare la economia ma con risultati generalmente insoddisfacenti. Invece la Federal Reserve-FED americana, grazie al miglioramento delle attività produttive USA, anche nel 2019 proseguirà il suo rialzo dei tassi di interesse.
Gli specialisti della statunitense Blackrock, la più grande società di investimento al mondo, comunque segnalano cinque mega-trend. Per cominciare, la migrazione del potere economico dal mondo occidentale a quello orientale: fra 30 anni la Cina sarà il 50% più avanzata degli USA. A seguire, il progresso tecnologico: tra 20 anni la digitalizzazione cancellerà ben 800 milioni degli attuali posti di lavoro; le società che entro i prossimi 5 anni non iniziano ad adeguarsi dovranno chiudere. Altro tema, la concentrazione della popolazione mondiale: entro il 2030 il sessantacinque per cento degli abitanti vivrà nei grandi centri urbani. Proseguiamo: l’incremento delle energie sostenibili e rinnovabili. Da ultimo: l’invecchiamento della popolazione, che condizionerà le politiche socio-assistenziali, la pianificazione sanitaria e gli stili di vita dei consumatori. Ed ora passiamo dalla teoria alla pratica: come si investe oggi? Come sempre. Usando tutte le informazioni disponibili. Solo che il mercato dispone di un numero talmente elevato di notizie che ormai solo il grande fratello digitale più tradurle in decisioni di investimento.
La maggior parte delle strategie quindi sono decise da algoritmi e formule matematiche che eseguono operazioni di borsa ad altissima frequenza. La analisi “umana” dei dati è ancora necessaria. Ma non illudiamoci. La rete neurale, il cervello dei computers, sinora ha ragionato basandosi sulle esperienze passate: tuttavia era incapace di reagire ai cambiamenti improvvisi.
Oggi grazie ai big data, la sconfinata capacità informatica di addirittura intuire le tendenze di mercato dalla messaggistica dei social networks, i computers verificano la esattezza delle previsioni e si correggono da soli riconoscendo gli errori quotidiani. Altri esempi di sovrapposizione tra attività finanziaria “umana” e digitale: criptovalute e tecnologia blockchain. Le prime sono le monete immateriali scambiate tra gli investitori. La seconda è la procedura informatica che le ha create, ma che useremo anche nelle normali transazioni e procedure amministrative.
Volete un esempio concreto di ciò che ci attende? A New York si è appena conclusa la prima asta regolata dalla tecnologia blockchain. A mischiare le carte infine arriva un inevitabile terzo incomodo: la politica. Come sono prese le decisioni tra governi e quanto incidano sulla nostra vita lo spiega la parlamentare europea Viviane Reding. Per esempio: abbiamo già descritto il comportamento dei governi e della finanza dopo la crisi del 2008. Confrontati ad uno scenario recessivo, la finanza privata e il mercato bancario mondiale hanno subito agito in modo coordinato: con fusioni tra istituti e taglio dei costi. Divergenze sono invece sorte a livello governativo. Negli USA, la FED ha archiviato i problemi economici e ora rialza i tassi. Ma, all’opposto, la Banca Centrale Europea si trova ancora a decidere mediando tra le differenti problematiche economico-politiche dei vari stati membri. La UE si presenta come un caso a parte anche nella procedura per emanare le norme comunitarie.
La Commissione Europea, composta da un rappresentante per ciascuno dei 28 stati, propone una legge. Quest’ultima entra in vigore quando sono concordi il consiglio dei 28 ministri delle nazioni UE ed i 750 membri del parlamento comunitario. Ma non finisce qui: il testo di legge deve poi ancora tornare alla Commissione Europea per la sua applicazione concreta. Nel nostro continente, ha ammesso la Reding, “talvolta è veramente difficile raggiungere una intesa politica. Spesso non abbiamo parametri di riferimento.” Negli ultimi tempi la Comunità Europea comunque ha imparato ad andare veloce. Sono in arrivo un piano di investimenti nelle telecomunicazioni e nella informatica; una forza militare ed una procura pubblica europea. Ma quando si tratta di difendere gli interessi comuni la UE sa agire in modo rapido e preciso. In tema di Brexit, la Reading è stata chiara: “In Gran Bretagna non hanno capito che non si può lasciare la UE e mantenerne i vantaggi. Ora separarsi è estremamente complicato: ci sono troppi aspetti da considerare. Quando si tratta con la Comunità Europea bisogna sempre avere una strategia di riserva. E mai avanzare troppe condizioni”.
AN GRANDI