Dopo il No alla Riforma III dell’imposizione delle imprese, Ueli Maurer ha presentato il nuovo progetto fiscale: meno sgravi fiscali per le aziende e più soldi alle famiglie
Il ministro delle finanze, Ueli Maurer, ha presentato il nuovo Progetto fiscale 17 (PF17) con l’obiettivo comune tra Confederazione e Cantoni di trovare la retta via dopo la bocciatura popolare della Riforma III sull’imposizione delle imprese dello scorso 12 febbraio. La nuova riforma riprende le richieste degli avversari e l’obiettivo è rimasto lo stesso: abolire i privilegi fiscali per le aziende internazionali e adeguare agli standard internazionali, con altri strumenti, il sistema fiscale svizzero, inviso all’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e all’Europa europea (Ue). Il PF17 prevede in particolare l’abbandono della controversa imposta sugli utili con deduzione degli interessi, la limitazione dello sgravio fiscale concesso alle imprese, un aumento della quota federale diretta destina ai cantoni e l’aumento dell’importo minimo degli assegni famigliari. Questo progetto, secondo il Governo, dovrebbe convincere una chiara maggioranza, anche chi a febbraio aveva detto No per paura di pagare il conto per le aziende.
Tre mesi e mezzo dopo la votazione e la delusione di Ueli Maurer, il ministro appare più convinto con le nuove linee e le correzioni della riforma. Le modifiche apportate con il PF17 prevedono un contro finanziamento dei privilegi fiscali delle aziende. È cancellata l’idea di una deduzione degli interessi sul capitale proprio, punto della Riforma III più criticato, che avrebbe permesso alle aziende di detrarre un interesse fittivo su capitali propri sopra la media. Ci sarà l’aumento della quota d’imposizione dei dividendi ad almeno il 70% invece degli attuali 50% per nuovi introiti fiscali. I mancati introiti fiscali erano stati un punto debole della riforma bocciata alle urne. Con questa misura si generano entrate pari a 75 milioni per la Confederazione e 330 milioni per i Cantoni. Il PF17 prevede di portare dal 17% al 21.2% la quota parte dell’Imposta diretta federale (IDF) versata ai Cantoni, 990 milioni che permetteranno ai Cantoni maggiore libertà d’azione per ammortizzare le perdite fiscali che si creerebbero con l’abolizione dei privilegi fiscali.
Il progetto prevede inoltre l’introduzione dei così detti “patent-box” e appropriate concessioni di detrazioni fiscali per le spese di ricerca e sviluppo e le deduzioni devono essere incentrate prevalentemente sulle spese per il personale A differenza della RI imprese III, lo sgravio fiscale dell’utile conseguito mediante i due strumenti menzionati più sopra non deve superare il 70%. Nella precedente riforma era prevista una riduzione fino al 90%. C’è anche lo “zuccherino” per i privati, per favorire l’accettazione popolare del PF17. Gli assegni famigliari minimi aumenteranno da 200.- a 230.- franchi a figlio e da 250.- a 280.- per i figli in formazione.
Il secondo tentativo della riforma d’imposizione delle imprese raccoglie quasi solo critiche negative. Il PS, i Verdi e i sindacati trovano il progetto “avaro” e chiedono il 100% della quota d’imposizione dei dividendi e 100 franchi per gli assegni famigliari. L’UDC analizzerà attentamente le proposte perché “ora significano un peggioramento per la piazza economica svizzera”. Più soddisfatti il PPD e l’Associazione della città che ritengono i punti della riforma da lori richiesti, innanzitutto l’aumento della quota dell’Imposta diretta federale (IDF) versata ai Cantoni. Ueli Maurer guarda però con ottimismo al futuro: “È un pacchetto sul quale possiamo trovare una soluzione sostenibile”. Serve un compromesso tra i diretti interessati e “i dialoghi fino ad ora sono positivi” ha aggiunto. Le proposte passano ora al Consiglio federale, che entro giugno, presenterà i valori di riferimento del progetto ed entro la primavera del 2018 sarà pronto il messaggio al Parlamento.
Gaetano Scopelliti