Storie è un libro di brevi racconti che svariano su tematiche molteplici. Farina non si limita a prendere spunto dall’attualità, si serve di un bagaglio di saperi, conoscenze, esperienze e testimonianze, dirette e indirette, che svelano ai più, soprattutto ai più giovani, realtà e radici passate del nostro presente. Storie che diventano Storia.
I temi trattati si susseguono con il ritmo serrato del pezzo giornalistico, corredati da sapienza storica mai didascalica, traendo da ogni aspetto affrontato spunti di riflessione e indicazioni per il futuro (La crisi italiana ed europea: l’esempio del New Deal di Franklin Delano Rooswelt negli Stati Uniti d’America).
Chi non ha vissuto gli anni del boom economico (e culturale) degli anni del dopoguerra, o i rivoluzionari anni sessanta e settanta, o gli ottanta da bere, può ritrovare lo spirito di quei tempi in articoli vergati da chi ne ha memoria. Se ci si sofferma sul pezzo in cui ricorda Visconti, ci si tuffa in un breve capitolo di storia del cinema italiano, quando ancora la faceva da padrone in Europa e nel mondo.
L’autore si serve spesso di ritratti di gente comune per raccontare e ricordare eventi della storia italiana, come la tragedia del Vajont (La storia di Mariuccio, figlio di Longarone, ragazzo emigrato. La tragedia del Vajont dell’ottobre 1963). I ritratti che tratteggia, sono puntuali, a volte affettuosi, e fanno scoprire al lettore figure magari meno acclamate dalla fama, ma di egual rilevanza, prova ne siano le righe su Dante Bigliardi (Cittadinanza, solidarietà, convivenza. Una storia italiana: Dante Bigliardi, il fratello degli immigrati italiani). La ricchezza di queste pagine, di queste storie che diventano storia, possono essere esemplificate in tre capitoli che si susseguono nell’arco di poche pagine: in uno ci si abbandona al ricordo di due artisti appena scomparsi (Enzo Jannacci e Franco Califano: nel loro pentagramma il senso della mia vita), setacciando i ricordi e dando una testimonianza di un Italia che fu; in quello seguente affila la penna per tuffarsi con verve pugnace in temi politici (Berlusconi e i suoi adepti: il regno della demagogia e delle banalità). Nel terzo, poche pagine dopo, si volge lo sguardo a temi globali attuali (Obama & Bush: gli strateghi del cyeberspazio globale, il demone del grande fratello).
Raccontare storie vissute che diventano storia (Il Primo Maggio nei ricordi del ragazzo ribelle) è una scelta narrativa naturale, senza forzature letterarie, come sempre accade quando si scrive onestamente di eventi che si sono vissuti o eventi storici che hanno viva influenza sui nostri giorni.
Storie – Gianni Farina
pagg. 285, Bisdada edizioni
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