I delegati UDC si sono schierati con i vertici respingendo le critiche al partito
I delegati dell’Unione democratica di centro (UDC) hanno perdonato ai vertici del partito la perdita alle elezioni federali e il fallimento nelle elezioni del Consiglio federale. Riuniti a Klingnau (AG) i delegati hanno rieletto all’unanimità il presidente Toni Brunner per i prossimi due anni e soprattutto riconfermato il vicepresidente Christoph Blocher, eletto insieme agli altri 6 dirigenti della vicepresidenza con 414 voti contro 6. La riconferma della fiducia ai vertici è anche un sì a mantenere la rotta politica degli ultimi anni e un no a tentare un nuovo approccio e a cambiare il corso politico. Alcuni durante il dibattito hanno chiesto il cambiamento come il rappresentante del partito cantonale di Svitto che ha dichiarato che “la base non ne può più”, mentre una consigliera cantonale zurighese ha affermato che la nuova dirigenza allargata a sette persone, ”può avere successo solo se distruggerà le vecchie strutture del potere”. Parole all’indirizzo di Blocher, visto come padre-padrone e rieletto nonostante le vicissitudini giudiziarie nella vicenda Hildebrand. Voci rimaste isolate nelle ovazioni che hanno accompagnato le elezioni di Brunner e Blocher. Nella nuova dirigenza è stato eletto il vallesano Oskar Freysinger che opta per una nuova strategia. “Blocher non è eterno e l’UDC in questa fase di rinnovamento deve reinventarsi se non vuole fare la fine di altri partiti come il PLR”.
Nel suo discorso davanti all’assemblea, il presidente UDC Brunner non ha risparmiato critiche al Consiglio federale, che “usa solo belle parole”, senza però tenere fede alle promesse e dimenticando gli interessi della Svizzera. Brunner ha criticato non solo l’accordo fiscale con la Germania, l’assoggettamento all’Ue, ma soprattutto le lentezze nell’applicazione della legge sul rinvio dei criminali stranieri, poiché da un anno e mezzo dall’accettazione “non è stato fatto nulla, calpestando così la volontà del popolo”. Brunner ha attaccato anche Eveline Widmer-Schlumpf mettendo in dubbio che l’accordo fiscale con la Germania sia un compromesso equo. “La Svizzera non farà che prelevare le imposte per la Germania e il segreto per i clienti tedeschi non esisterà più”, ha detto, e “peggio: i funzionari tedeschi potranno venire a controllare le banche in Svizzera”. I delegati si sono espressi anche sui temi in votazioni il prossimo 17 giugno, respingendo il modello “manged care”, nonostante il gruppo parlamentare aveva sostenuto il testo. L’iniziativa dell’Azione per una Svizzera indipendente e neutrale (ASNI) è stata invece accolta all’unanimità, meno un’astensione. Con 415 voti contro 15 i delegati UDC hanno approvato anche la nuova iniziativa sul risparmio-alloggio ritenendo che questo sistema faciliti l’accesso alla proprietà senza incidere troppo sulle entrate fiscali.