UDC e PLR fiduciosi in una progressione, per il PS si prospetta una leggera crescita, in calo centro, Verdi e PBD
Il verdetto definitivo sul nuovo parlamento lo daranno gli elettori il 18 ottobre, ma salvo grandi sorprese il trend alle urne, consolidatosi anche in molte elezioni cantonali, è chiaro. Lo scenario con una virata a destra è molto probabile e vede l’UDC (che ha rialzato la testa negli ultimi sondaggi) e il PLR vincitori delle elezioni a scapito del centro e dello schieramento rosso-verde, ove si registrano perdite di consenso. Lo scorso mercoledì l’istituto gfs.berna ha pubblicato l’ultimo barometro elettorale con il 26 settembre come data di riferimento, indicando l’incognita della mobilitazione che nelle ultime tre settimane prima del voto potrebbe portare a una maggiore partecipazione dell’elettorato. Sono dati speculativi che illustrano la situazione delle tendenze di voto e sono da concepire meno come previsioni, perché la variazione (+/-3) si colloca entro il margine d’errore del sondaggio con +/- 2.2%. Pervenuto dalle ultime esperienze negative, l’istituto parla di “una progressione della destra” e ritiene improbabile che questa tendenza riesca a invertirsi.
L’UDC resterebbe primo partito con 27.9% di consensi (+1.3 punti rispetto alle elezioni del 2011), progressione legata al tema dominante dell’attuale crisi migratoria e della politica antieuropeista che il partito segue da oltre vent’anni. Confermata anche la tendenza del PLR di fermare le perdite degli ultimi anni. I dati danno i radicali al 16.7% (+1.6). Un risultato da ricondurre a temi di economia che hanno aiutato il partito, come la difficile situazione economica creatasi dopo il sì all’iniziativa contro l’immigrazione di massa e il tasso di cambio franco-euro. Non basta però a diventare la seconda forza politica in Parlamento, poiché il PS è accreditato di un 19.2% (+0.5) con un leggero aumento. Perdite, e questo è un dato che gfs.berna indica come trend sicuro, per PPD, Verdi, Verdi liberali e PBD. I popolari scenderebbero all’11.5% (-0.8), i Verdi con la perdita di 1.2 punti al 7.2%. Anche ai partiti rivelazione delle elezioni 2011 i sondaggi non sorridono: I Verdi liberali si attestano al 5% (-0.4) e i borghesi democratici al 4.6% (-0.8). Se il partito della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf non dovesse raggiungere la soglia del 5%, questo potrebbe influire in negativo sulla sua rielezione al governo, anche se il tema non è stato un elemento decisivo in campagna elettorale.
Comunque le elezioni federali proiettano inevitabilmente le discussioni sul rinnovo integrale del governo, anche se l’esito del voto non si rifletterà necessariamente nella composizione del nuovo esecutivo. L’istituto ha sondato tra gli intervistati anche le elezioni del Consiglio federale in dicembre. Tra i cinque modelli di governo proposti, a riscuotere più consensi (29%) è stato quello attuale con due seggi per PS e PLR e uno per UDC, PPD e PBD con Widmer-Schlumpf. Il responsabile di gfs.berna Claude Longchamp non è sorpreso che gli interpellati si siano espressi per lo status quo, poiché “in Svizzera è la regola, che i membri dell’esecutivo decidano le loro dimissioni personalmente”. È in bilico però il seggio di Eveline Widmer-Schlumpf, che annuncerà dopo le elezioni se ripresentarsi in dicembre quando sarà rinnovato il Consiglio federale e probabilmente lo farà se il PBD raggiungerà la soglia del 5% alle imminenti elezioni, ma se si confermeranno i dati del barometro, la pressione sulla ministra delle finanze aumenterà. Allora la composizione del governo si potrebbe adattare alle nuove forze in parlamento, con i tre primi partiti UDC, PS e PLR che conquisterebbero due seggi, il settimo andrebbe al PPD.