Lo scorso giugno la confederazione sindacale Travail.Suisse, e le associazioni männer.ch, Alliance F und Pro Familia Schweiz hanno consegnato l’iniziativa popolare “Per un congedo di paternità ragionevole – a favore di tutta la famiglia”. Il testo chiede di introdurre un congedo flessibile di quattro settimane per i nuovi papà e come per i congedi delle mamme di essere finanziato tramite le indennità di perdita di guadagno (IPG). Secondo i calcoli del governo un simile congedo costerebbe 420 milioni di franchi. Troppi, perché comporterebbero oneri supplementari per l’economia e metterebbe le imprese di fronte a grandi sfide organizzative. “Questi concedi dovrebbero restare di competenza dei datori di lavoro rispettivamente dei partner sociali” ha sottolineato il Consiglio federale, respingendo l’iniziativa.
Si deve agire diversamente, ad esempio ampliando l’offerta di servizi per la custodia dei bambini complementare alla famiglia, con la possibilità di conciliare famiglia e lavoro anche dopo la nascita. Il governo si è già impegnato in tal senso, stanziando quasi 100 milioni di franchi per cinque anni.
È un calcolo sbagliato, ha replicato il comitato promotore. Inoltre il congedo di paternità è impraticabile per il governo per motivi ideologici, il quale ignora così le esigenze delle famiglie giovani, senza prendere in considerazione che il congedo è sostenibile con bassi costi. Gli iniziativisi sono convinti di potere ottenere una maggioranza al voto, ma le ultime esperienze parlamentari dicono il contrario. Alcune mozioni in queste direzioni sono rimaste senza chance in parlamento e lo scorso anno un’iniziativa parlamentare, che chiedeva due settimane di congedo di paternità, è stata bocciata. Entro la metà di giugno 2018 il governo invierà il messaggio in parlamento con la richiesta di bocciare l’iniziativa, proprio nel periodo in cui dovrebbe entrare in vigore lo stanziamento per ampliare l’offerta di servizi di custodia per bambini.
Gaetano Scopelliti