I gruppi parlamentari socialisti e democentristi hanno scelto i candidati alle elezioni del 14 dicembre
Come da pronostico il PS sottoporrà all’Assemblea federale nell’elezione per il governo il consigliere agli Stati friburghese Alain Berset e il consigliere di Stato vodese Pierre-Yves Maillard. I deputati socialisti hanno preferito un ticket a due nomi, per evitare di indebolire il partito. Neanche la scelta dell’UDC sorprende: con lo zurighese Bruno Zuppiger e il friburghese Jean-François Rime, il partito presenta due candidati moderati che godono di un certo rispetto nella Berna federale e saranno in gara per la conquista di un secondo seggio. Favorito alla successione di Micheline Calmy-Rey rimane il 39enne economista Alain Berset, enfant prodige della sinistra, diligente e pragmatico. A Berna ha acquisito autorevolezza e viene considerato un moderato, ben visto nello schieramento borghese, soprattutto in materia economico-finanziaria. Ha già ricoperto la presidenza alla Camera alta. Più battagliero e sindacalista il 43enne Pierre-Yves Maillard, che ha già esperienze governative nel canton Vaud, dove è il leader incontrastato dei socialisti. Le battaglie più indicative sono quelle contro le privatizzazioni dei servizi pubblici e l’aumento dei premi di cassa malati, che ha combattuto anche in qualità di rappresentante del sindacato Unia. Il 59enne Bruno Zuppiger è considerato in seno al proprio partito un moderato, lontano dal gruppo zurighese democentrista. Zuppiger ha avuto molti consensi dagli altri partiti quando nel 2008 era candidato alla successione di Samuel Schmid ed è apprezzato come membro delle commissioni per la sicurezza e per le finanze. Il suo impegno politico si orienta a ridurre le imposte e le spese per l’amministrazione pubblica. Jean-François Rime, 61enne consigliere nazionale friburghese, alla fine degli anni Novanta ha aderito all’UDC proveniente dal Partito liberale radicale. Rime è già stato candidato per il governo federale nel 2010, rimanendo in corsa fino all’ultimo contro Simonetta Sommaruga. Nonostante egli sia apprezzato nel suo partito, anche stavolta le sue possibilità sembrano minime. Se Didier Burkhalter sarà rieletto e Alain Berset succederà a Calmy-Rey, sembra poco probabile che in Consiglio federale siederanno tre romandi. Gli obiettivi dei due partiti sono dunque chiari: il PS vuole difendere il seggio lasciato da Calmy-Rey, mentre l’UDC esige un secondo seggio ai danni del PBD per ripristinare la concordanza al governo. Molti esperti politici sono però dell’opinione che Eveline Widmer-Schlumpf verrà rieletta. Al SonntagsZeitung la capogruppo parlamentare del PS Ursula Wyss ha annunciato il pieno sostegno all’esponente PBD e Christian Levrat si dice favorevole a due seggi UDC, a condizione che il secondo venga tolto al PLR, presumibilmente quello del Consigliere federale Johann Schneider-Ammann. A proposito del mantenimento dei propri due seggi, il PS ostenta tranquillità grazie anche ai sette seggi guadagnati in Parlamento. Comunque non sottovaluta il clima poco rilassato che potrebbe crearsi se l’UDC dovesse attaccare il seggio romando del PS, se Widmer-Schlumpf sarà confermata. “Di fatto, con i suoi candidati moderati, l’UDC si è portata in una buona posizione di vantaggio per conquistare il secondo seggio”, ha dichiarato il politologo Adrian Vatter ai microfoni del telegiornale svizzero tedesco. Se però Widmer-Schlumpf dovesse essere rieletta, allora per l’UDC tutto è possibile, anche “una probabile sospensione dei lavori dell’Assemblea federale, perché si tratterà di una violazione del sistema di concordanza che regge il governo della Confederazione”, come ha affermato a Sonntag il presidente del partito Toni Brunner.Il rischio per il seggio di Schneider-Ammann lascia per ora relativamente tranquilli i vertici del PLR. Secondo la presidente del gruppo PLR alle Camere, Gabi Huber, il partito non ha ancora deciso il da farsi e lascia ai parlamentari la libertà di decidere, se la concordanza sarà ancora indispensabile. Il PLR ascolterà comunque i quattro candidati. Il carosello delle elezioni al Consiglio federale continua dunque a girare vivacemente e solo il 14 dicembre si saprà l’esito di un’elezione che promette suspense. Gaetano Scopelliti