Non si ferma monsignor Nunzio Galantino che continua ad attaccare la politica italiana che gioca sporco. La politica di Alcide De Gasperi “non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi”. Lo dice il segretario generale Cei, mons. Nunzio Galantino, nella sua Lectio degasperiana, che ha consegnato non partecipando all’incontro in Trentino.
“I veri politici – sottolinea il segretario della Cei – segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell’umanità”.
“Bestemmia” pensare cattolici con freno a mano – “Pensiamo spesso che il buon cattolico sia un uomo a metà, una via di mezzo tra gli ambiziosi e i disperati e non è vero. Pensiamo che un cattolico sia un uomo con il freno a mano, che non possa godere del successo della scienza o dei frutti della ricchezza, ma sono bestemmie perché non c’è nessun motivo che ci spinga a rinunciare ad offrire al Signore il meglio dell’intelligenza e dello sviluppo economico e tecnologico”.
Chi guida un Paese, ha aggiunto, dovrebbe sempre considerare che “un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare” ma è il “soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida. Da solo sbanda e i populismi – ha ammonito il segretario della Cei – sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei passaggi della storia”.
…e in Svizzera funziona al contrario
Lo Stato interpella la Chiesa. Per affrontare il problema dello spazio dei centri d’accoglienza per i richiedenti d’asilo, il presidente del PPD, Christophe Darbellay, chiede un impegno maggiore da parte delle parrocchie.
In un’intervista alla Basler Zeitung Darbellay ha dichiarato che se la chiesa vuole essere “così aperta”, dovrebbe anche essere disposta ad accogliere ad esempio in ogni parrocchia due o tre rifugiati siriani. “Così si potrebbe risolvere almeno in parte il problema dello spazio dei centri d’accoglienza per i richiedenti d’asilo”, ha detto Darbellay. Inoltre Il Presidente del PPD ha sottolineato che la tradizione umanitaria della Svizzera sarebbe il primo comando del PPD, ma “essere cristiano non significa che la Svizzera può e deve accogliere tutte le persone che si trovano in situazioni difficili. Quelli che sono qui ingiustificatamente, devono lasciare il paese rapidamente”.