Il parere di Aseem Malhotra un grande medico inglese, cardiologo presso il Croydon University Hospital di Londra
Adesso, qualcuno che ha l’abitudine di non farsi mancare nulla a tavola dirà trionfante: l’ho sempre saputo, non ci ho mai creduto, non poteva essere vero. Il guaio è che un cardiologo di fama mondiale come il dottor Aseem Malhotra, luminare del Croydon University Hospital di Londra, gli dà ragione. E’ venuto fuori che i grassi saturi, che si trovano nella carne, nel latte, nel burro, nello strutto, nel grasso animale, in tutti quegli alimenti, cioè, che sono considerati micidiali per le arterie, ebbene, non è vero che fanno male e che sono la causa delle malattie cardiovascolari.
Dice il dottor Aseem Malhotra: “Il mantra che i grassi saturi dovessero essere rimossi dalla dieta per ridurre il rischio cardiovascolare ha dominato le linee guida alimentari nelle ultime quattro decadi, eppure le evidenze scientifiche mostrano che, paradossalmente, queste raccomandazioni hanno aumentato il rischio cardiovascolare”. Secondo il dottor Malhotra, lo sbaglio è proprio quello di aver individuato come rischio il rapporto malattia-colesterolo. Il vero killer non è il colesterolo, ma solo la frazione cattiva di esso, il cosiddetto colesterolo cattivo, denominato “Ldl di tipo B”, che dipende non dai grassi saturi che noi mangiamo ma da altri fattori alimentari come gli zuccheri nel sangue e, appunto, i conservanti.
Nel 1970, infatti, Ancel Keys pubblica uno studio in cui si mette in evidenza la relazione tra le malattie cardiovascolari e il colesterolo nel sangue, stabilendo un nesso tra quest’ultimo e i grassi saturi nella dieta. Aggiunge il dottor Aseem Malhotra: “Lo studio non evidenziava una relazione di causa ed effetto tra grassi e cuore malato e tuttavia, da allora, si disse che fosse necessario ridurre dal 30 al 10% l’introito calorico giornaliero fornito dai grassi. In base alla mia analisi, però, nessuno studio condotto in seguito ha provato l’esistenza di un legame tra grassi saturi e malattie cardiovascolari”.
Anzi, secondo il dottor Aseem Malhotra, i cibi contenenti grassi saturi sono proprio quelli che proteggono il cuore. Ad esempio, i latticini contengono vitamine A e D e riducono il rischio di malattie cardiovascolari. Una ricerca, dice il dottor Malhotra, dimostra esattamente il contrario, e cioè che i grassi saturi dei latticini fa aumentare il colesterolo buono (Hdl) e fa diminuire i trigliceridi. Lo stesso risultato è dato dalla carne rossa, fonte di grassi saturi. Comunemente si ritiene che faccia male, invece fa bene. Ciò che della carne rossa fa male non sono i grassi saturi, ma l’eccesso di sodio e i nitrati usati come conservanti.
Il dottor Malhotra cita uno studio pubblicato su Lancet, in cui si confrontano tre diete, la prima contenente il 90% dei grassi, la seconda il 90% degli zuccheri e la terza il 90% di proteine. Ebbene, la prima fa dimagrire di più. Un altro studio boccia le le diete ipolipidiche (pochi grassi), in primo luogo perché non fanno dimagrire, in secondo luogo perché fanno aumentare il colesterolo cattivo Ldl di tipo B. Dunque, tutto dice che i grassi saturi non sono il nemico del cuore e tutto dice che il vero nemico è la quantità di zuccheri che s’ingerisce e che poi si trasforma in colesterolo Ldl contro cui le statine, i farmaci che in genere vengono prescritti, non servono a molto.
Ecco le conclusioni del dottor Aseem Malhotra: “Questo (il colesterolo Ldl di tipo B, ndr) non dipende da quanti grassi mangiamo, ma soprattutto da quanto zucchero e da quanti carboidrati raffinati ci sono nella nostra dieta. L’industria è prosperata vendendo prodotti cosiddetti “low fat” (a basso tasso di grassi) e sostituendo i grassi con lo zucchero, che si è dimostrato un fattore di rischio indipendente per malattie come diabete e obesità. Penso che quella corretta sia una dieta povera di zucchero e di carboidrati raffinati. La dieta mediterranea si è ampiamente rivelata cardioprotettiva, soprattutto se confrontata con le diete povere di grasso”.
Non c’è che dire: una svolta ad “U”, che capita nel periodo migliore, quello dei pranzi e delle cene di Natale e Capodanno, zuccheri e conservanti a parte.