I delegati alla conferenza sul clima di Varsavia respirano l’aria più inquinata d’Europa
La Cop, abbreviazione di Conferenza delle Parti, è un incontro annuale dei paesi che hanno firmato l’accordo della Convenzione delle Nazioni Unite, 189 in tutto, all’inizio degli anni novanta. Il primo incontro si tenne a Berlino nel 1995 e ogni anno i delegati degli stati interessati si riuniscono per valutare i traguardi raggiunti o nuove regole per i propositi da attuare in favore dell’ambiente cercando soluzioni per arginare le problematiche non risolte negli anni precedenti.
L’obiettivo è quello di perpetrare l’accordo di Parigi tenutosi nel 2015 con la necessità di mantenere l’aumento medio della temperatura globale al di sotto dei due gradi cercando di arrivare a 1,5 gradi centigradi: una differenza apparentemente minima ma che, secondo i geologi, assicura un equilibrio climatico mondiale per il futuro. A sommare questo obiettivo c’è anche quello di riuscire a raggiungere il 32% di produzione di energia pulita da fonti rinnovabili investendo in eolico, cosa che gran parte dei paesi europei tra cui l’Italia è già riuscita a raggiungere.
Mentre l’energia rinnovabile è ormai stata presa in considerazione da diversi Stati, a Katowice la conferenza è particolarmente importante perché proprio il paese ospitante detiene il record europeo di inquinamento da polveri sottili e quello del peso del carbone per produrre energia. È un dato di fatto che la qualità dell’aria a Varsavia sia fra le peggiori in Europa.
A fronte di questo contesto globale la Polonia ridurrà il consumo di carbone? Per ora non ci sono promesse da parte del governo su una riduzione di questa materia prima (il carbone rappresenta il 78% della produzione energetica nazionale) ma si stanno valutando di utilizzare anche le energie rinnovabili più compatibili a livello ambientale. La conferma che il governo polacco ha stanziato fondi per la realizzazione sia di una nuova miniera carbonifera sia per l’espansione delle centrali a carbone ha spiazzato i rappresentati della conferenza mettendo in dubbio i buoni propositi dichiarati in precedenza. Inoltre, di recente, la Polonia ha messo in atto un disboscamento in una delle foreste nazionali attirandosi numerose critiche a livello internazionale. Di fatto la riluttanza di Varsavia ad adattarsi ad una politica ecosostenibile è un problema che in questa conferenza deve essere superato anche per non creare un precedente a cui altri paesi possono appellarsi mettendo a rischio i progressi fatti fino ad ora.
Non solo i paesi industrializzati sono coinvolti ma anche quelli in via di sviluppo i quali sono rappresentati dal delegato etiope Gebru Jember Endalew che nel corso della conferenza ha dichiarato “siamo i meno responsabili del cambiamento climatico ma anche i più vulnerabili alle sue conseguenze. Serviranno miliardi e miliardi per migliorare le politiche di contrasto” a dimostrazione che il problema è sicuramente globale. E soprattutto affrontabile solo in modo costruttivo e all’unanimità.