L’Italia è il terzo Paese per contagi del Coronavirus e si conferma il primo Paese in tutta l’Europa. Le notizie non sono confortanti, nel fine settimana i contagi sono aumentati vistosamente e i decessi sono arrivati a 5. Le notizie passano dai giornali, dalle trasmissioni televisive e soprattutto attraverso i social. La psicosi impazza e ha preso d’assalto i supermercati con gente che ha svuotato gli scaffali e ha fatto scorta di beni di prima necessità come se temessero di più la fame invece che il virus stesso. Le farmacie hanno finito da tempo le mascherine e i disinfettanti con i prezzi saliti alle stelle. Piazza Affari è a -4%, lo spread balza a 145. Si sente della volontà di chiudere le frontiere, si fermano gli italiani che circolano nella nazione, si fermano i nazionali che viaggiano all’estero. Nella mattinata di oggi la Farnesina sta seguendo la vicenda dell’aereo italiano bloccato alle Mauritius e ai 300 passeggeri è stato richiesto di accettare un periodo di quarantena oppure di rientrare subito in Italia. Anche a Lione hanno bloccato un bus proveniente dall’Italia perché l’autista ha avuto un colpo di tosse!
Così non risulta assurdo quando ci si domanda se la Svizzera chiuderà le frontiere per non far arrivare il virus e non ci si preoccupa che, molto probabilmente, il coronavirus sia già in circolo. Non crederemo mica che in Italia il virus sia arrivato solo questo fine settima? Non crederemo mica che nelle altre nazioni europee non ci sia?
Il problema è che poco si conosce del virus, ma se ne parla troppo, cioè più di quello che si conosce. Non che non se ne debba parlare, ma la comunicazione deve essere certa e autorevole. Dobbiamo fare affidamento solo alle fonti certe e non lasciarsi prendere dal panico soprattutto leggendo comunicazioni, informazioni, notizie, timori, supposizioni, fake, allarmismi che generano solamente cattiva informazione e panico diffuso.
È vero che si tratta di una nuova pandemia quella che si sta affrontando in questo momento, ciò che non si vuol capire è che si tratta di una pandemia a bassa mortalità, ma che sta comunque mandando in tilt il sistema sanitario, per questo bisogna agire, ma senza generare psicosi.
Quello che ognuno di noi può fare è comportarsi con giudizio e coscienza, seguire i semplici principi diramati a livello nazionale come lavarsi spesso le mani, evitare i luoghi affollati, non recarsi al pronto soccorso ma chiamare i numeri d’emergenza disponibili (in Svizzera è stato subito attivata una infoline al numero +41 58 463 00 00 disponibile tutti i giorni dalle 8 alle 18) o il proprio medico curante e altre regole semplici ma necessarie. Bisogna seguire esclusivamente le fonti autorevoli e la prima regola in assoluto è proprio quello di evitare di aumentare paure e polemiche sterili e concentrarsi sull’obiettivo e superare questo momento di crisi.