La sospensione improvvisa dei dazi reciproci da parte di Donald Trump costituisce un respiro di sollievo per l‘economia mondiale, ma apre anche tanti sospetti: che abbia agito in questo modo per guadagnarci?
I fatti che stanno sconvolgendo gli equilibri finanziari hanno un unico e solo autore che muove le fila di tutte le economie mondiali ed è Donald Trump. Dall’inizio del suo secondo mandato come Presidente degli USA, Trump ha minacciato e sconvolto l’assetto mondiale, così come in verità ha sempre sostenuto in campagna elettorale, e in alcuni casi è tornato indietro.
È il caso dei Dazi, ovvero l’aumento delle imposte doganali che Trump ha annunciato il 2 febbraio, con percentuali in alcuni casi esagerate, e che senza un apparente motivo, ha deciso di stoppare per almeno 90 giorni.
È il caso dei Dazi, ovvero l’aumento delle imposte doganali che Trump ha annunciato il 2 febbraio, con percentuali in alcuni casi esagerate, e che senza un apparente motivo, ha deciso di stoppare per almeno 90 giorni.
Cambio di rotta del capitano Trump!
Cosa è successo per far cambiare così repentinamente l’idea al Tycoon? Uno dei sospetti che sta prendendo sempre più piede è che dietro il cambio di rotta di Trump ci sia il reato di aggiotaggio finanziario, ovvero di manipolazione consapevole dei mercati, e di insider trading, ovvero la compravendita di azioni da parte di una persona interna ai lavori (insider), o che ricopre una posizione privilegiata che gli permette di ricevere informazioni utili per trarre profitto. A far sorgere questo sospetto è stato un messaggio che ha scritto sui social direttamente Donald Trump, poche ore prima dell’annuncio della sospensione del rincaro dei dazi: “Adesso è un momento grandioso per comprare!“. A poche ore da questo messaggio apparso su Truth, la Casa Bianca ha spiazzato tutti annunciando la sospensione di tutti i dazi reciproci (ad eccezione della Cina che invece ha subito un rialzo al 125%).
Così gli stessi democratici americani hanno sollevato il sospetto di manipolazione del mercato da parte del Presidente USA, tanto che, tramite il deputato Adam Schiff, hanno chiesto al Congresso di indagare sulla volontarietà da parte di Trump di variare i mercati per guadagnarci. Non a caso, infatti, non appena la Casa Bianca ha annunciato la sospensione dei dazi reciproci, l’effetto su tutto il mercato è stato immediato, e le borse di tutto il mondo hanno ripreso a respirare. Dunque, come aveva suggerito poco prima il Presidente americano, quello era davvero il momento giusto per investire e comprare azioni.
Insospettabile Svizzera
Per il repentino cambio di marcia di Donald Trump, però , potrebbe anche averci messo lo zampino proprio l’insospettabile Svizzera, almeno questo è quello che afferma la stampa statunitense. In modo particolare, a lanciare questa notizia è il Washington Post per il quale cruciale sarebbero stati i 25 minuti di colloquio telefonico tra Trump e la Consigliera federale Karin Keller-Sutter, avvenuta proprio nel pomeriggio prima che la Casa Bianca rendesse pubblico il suo annuncio della sospensione dei dazi. Il Washington Post ha spiegato che le 18 ore che hanno preceduto l’annuncio sono state cruciali per la decisione e oltre alla pressione interna, ovvero da parte dei suoi consiglieri e dei deputati del Congresso repubblicani, grande pressione è arrivata anche da parte dei leader stranieri tra cui spicca il nome di Karin Keller-Sutter.
Non solo gli orologi Rolex e i cioccolatini svizzeri hanno fatto perno sulla decisione del Tycoon, ma ciò che ha pesato maggiormente sarebbe stato il ruolo centrale delle aziende svizzere nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti; il fatto che la Svizzera abbia eliminato lo scorso anno i propri dazi doganali sui prodotti industriali americani; e come spiega il New York Times, la Svizzera figurerebbe tra i maggiori investitori stranieri negli Stati Uniti (al sesto posto) e addirittura proprio la Confederazione è il primo Paese investitore in ricerca e sviluppo, in particolare grazie a giganti farmaceutici come Roche e Novartis.
È la stessa consigliera federale a svelare i contenuti della telefonata con Presidente USA, attraverso un post su X, dove spiega di aver ”espresso la posizione svizzera sul commercio bilaterale e possibili risposte alle aspettative americane. Proseguiremo le discussioni per trovare rapidamente soluzioni nell’interesse dei nostri due Paesi”.
Nel frattempo la Svizzera non dorme sugli allori, tanto che il Consiglio federale ha nominato l’ambasciatore Gabriel Lüchinger quale inviato speciale per gli USA e istituito una struttura ad hoc diretta dal capo della diplomazia elvetica, Ignazio Cassis, incaricata di guidare le relazioni tra i due Paesi. Questa organizzazione è già in funzione e sarà operativa almeno fino al 31 dicembre.
L’Europa non abbandona la via del dialogo
La dichiarazione della sospensione dei dazi reciproci sa parte di Trump non rasserena l’Ue che non abbandona l’idea di dialogo con gli USA. Trump ha concesso una tariffa doganale base del 10% a tutti quei Paesi che hanno deciso di trattare per un accordo, mentre ha lasciato alla Cina una tariffa del 125%, per questo motivo Pechino – che dice di non voler nessuna guerra commerciale, ma che in caso non si tirerà indietro – ha risposto rialzando i controdazi sui beni Usa dall’84% al 125%.
Giorgia Meloni, nel frattempo, si prepara per incontrare il 17 aprile, a Washington, il Presidente USA, che ha specificato che sui dazi tratterà con l’Unione europea “come un unico blocco” e non per singolo Paese.
Infatti, forte del “rapporto privilegiato” della Premier italiana con il Tycoon, cercherà di fare il possibile per conciliare un accordo tra Washington e Bruxelles, ovvero di giungere a “un’intesa complessiva” che non riguardi solo le frontiere doganali.
“Con la Commissione e nell’unità europea, il nostro obiettivo resta semplice: negoziare per eliminare queste tariffe ingiuste e ottenere un accordo equilibrato, senza asimmetrie. Insieme alla Commissione Ue dobbiamo essere forti: l’Europa deve continuare a lavorare su tutte le contromisure necessarie e mobilitare tutte le leve disponibili per proteggersi, anche per evitare che i flussi provenienti dai Paesi terzi perturbino il nostro mercato”, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron su X, per il quale “la sospensione parziale dei dazi statunitensi per 90 giorni è un segnale e una porta aperta al negoziato. Ma questa pausa resta fragile”.
Se i colloqui con gli USA per raggiungere un’intesa commerciale dovessero andare male, l’Ue è pronta a introdurre “una tassa sui ricavi pubblicitari digitali” che colpirebbe le Big Tech, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista al Financial Times, lasciando intendere che si lavora anche per un eventuale piano B.
Se i colloqui con gli USA per raggiungere un’intesa commerciale dovessero andare male, l’Ue è pronta a introdurre “una tassa sui ricavi pubblicitari digitali” che colpirebbe le Big Tech, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista al Financial Times, lasciando intendere che si lavora anche per un eventuale piano B.
Redazione La Pagina