Ecco come si sono espressi politici e parti interessate all’indomani del risultato che vede l’approvazione dell’iniziativa per rafforzare i diritti degli azionisti e limitare i compensi esorbitanti per i manager
Compiaciuto e felice per il risultato dell’iniziativa da lui lanciata, Thomas Minder ha dichiarato alla televisione svizzera tedesca di sentirsi sollevato dal fatto che finalmente questa “la lunga lotta sia conclusa”, anche se però non è ancora tempo per gioire totalmente perché inizia una nuova battaglia: quella dell’attuazione nella legge di questo articolo costituzionale. Certamente “il popolo svizzero ha dato un segnale forte ai consigli d’amministrazione e al mondo politico”, che non può non essere preso in considerazione.
La consigliera federale Simonetta Sommaruga, ha invece promesso di mettersi subito all’opera. La ministra socialista ha detto di comprendere il malessere del popolo e ha avvertito che anche tutti gli ambienti interessati dovranno capire il segnale uscito dalle urne ed ha sostenuto che l’economia elvetica sarà in grado di vivere con queste nuove regole.
La Federazione delle imprese svizzere Economiesuisse, che esce assolutamente sconfitta da queste votazioni poiché si è sempre opposta all’iniziativa, assicura che parteciperà “in maniera costruttiva all’elaborazione dell’ordinanza d’esecuzione e all’implementazione dell’iniziativa nella legge”, rispettando in questo modo la volontà popolare. Lo stesso impegno è espresso dal Partito liberale radicale (PLR), il quale sottolinea che “il verdetto del popolo è un avvertimento chiaro: la libertà esige responsabilità individuale e, soprattutto per i più ricchi, autolimitazione e buon senso”. Hans-Ulrich Bigler, Unione svizzera delle arti e mestieri esorta affinché le piccole e medie imprese svizzere “non siano ancora una volta ostacolate con regolamentazioni restrittive, per esempio con una tassa sui bonus”. Più scettica la Gioventù socialista sostiene invece che “gli eccessi salariali non saranno bloccati da questa iniziativa”.