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22 November 2024
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Interviste

Cosa succede con i Corsi di Lingua e Cultura italiana?

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Sabato scorso a Basilea si è svolta l’assemblea promossa dal Comitato per la difesa dei Corsi di Lingua e Cultura italiana. L’incontro è stato preceduto da una serie di comunicati e scambi e prese di posizione. Per capire meglio cosa è stato discusso, abbiamo posto qualche domanda a Guglielmo Bozzolini, Direttore della Fondazione ECAP e uno degli animatori del Comitato.

Come valuti l’Assemblea?

La valutazione è indubbiamente positiva. C’è stata una forte partecipazione, cosa non scontata, con molti genitori, insegnanti e rappresentanti dei Comites, ma soprattutto si è recuperato uno spirito unitario. Cercheremo di proseguire su questa strada. Anche se non è facile. La nostra comunità infatti negli ultimi mesi sembra colpita dal virus della divisione, dalla ricerca di ciò che ci divide, anziché di ciò che ci unisce.

Nel caso dei Corsi di Lingua e Cultura quali dovrebbero essere i punti su cui essere tutti d’accordo?

È banale: l’importanza dei corsi stessi e quindi del fatto che continuino ad esistere nel modo più diffuso possibile. Su questo dovremmo essere d’accordo tutti. Concretamente questo vuol dire concentrarsi adesso sulla necessità di superare l’emergenza, di evitare cioè che a settembre circa 375 corsi, con più di 4’000 bambini non vengano riaperti e spostare invece ad un secondo momento la discussione sulla riforma e la riorganizzazione del settore, sulla quale invece ci sono legittimamente diverse posizioni in campo. La riforma del settore però non può essere fatta in tre mesi, si rischierebbe solo di distruggerlo.

Praticamente come proponete di procedere?

A questo punto dell’anno per garantire la riapertura anche nel 2012/2013 dei corsi gestiti dagli enti non c’è alternativa all’integrazione del contributo stanziato dal MAE. Su questa posizione abbiamo raccolto anche il consenso di forze politiche della maggioranza governativa e di opposizione a cui chiederemo quindi di impegnarsi coerentemente e rapidamente in questa direzione. Su questo punto avevano già espresso il loro consenso anche alcune delle principali forze sindacali, come la CGIL, quindi penso sia possibile creare un ampio consenso. Chiederemo quindi un incontro a tutte le organizzazioni sindacali e scriveremo a tutti i gruppi parlamentari. Nello stesso tempo chiederemo al Coordinamento di COMITES di assumere anche in questo campo il proprio compito di rappresentare la collettività, anche intervenendo verso l’Ambasciata e i Consolati affinché garantiscano che siano applicati gli stessi criteri in tutte le Circoscrizioni.

E se i fondi non saranno ripristinati nella loro interezza?

Nell’Assemblea l’orientamento emerso anche dagli interventi dei genitori è quello di aumentare l’autofinanziamento dei corsi, ovvero di introdurre l’obbligatorietà del contributo richiesto alle famiglie. Per poter fare ciò è però necessario un intervento normativo da parte del governo, probabilmente basta un decreto ministeriale, che stabilisca le modalità con cui i contributi vengano fissati, riscossi e impiegati. Nell’immediato dobbiamo invece puntare, come fatto a Zurigo, ad aumentare la contribuzione delle famiglie attraverso l’impegno dei Comites, delle associazioni e delle autorità consolari. Anche su questo punto sarà indispensabile coinvolgere tutti gli attori, a partire dai dirigenti scolastici e dai docenti di ruolo.

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