Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Chi l’ha provato lo descrive come un’esperienza sconvolgente, terribile, devastante. Alcuni riferiscono la paura di morire, la paura di impazzire o di perdere il controllo di emozioni e comportamenti. Altri riferiscono una forte difficoltà respiratoria che porta ad un vero e proprio senso di soffocamento, altri provano un senso di pressione a livello toracico, accompagnato da fitte e forti dolori al braccio che fanno subito pensare all’infarto, altri ancora una sensazione di “anestesia” alle braccia o alle gambe che fa pensare ad una paralisi. Tutto è falsato, più ovattato. I suoni, le voci, i colori, la luce diventano insopportabili. Quello che si prova, è una vera e propria tempesta chimica, biologica, neurovegetativa. Esaurita la fase acuta si entra nella fase post critica dove ci si sente ancora profondamente provati ed esausti e si avverte un forte bisogno di dormire, per recuperare le forze e le energie perdute. Ma al risveglio riaffiora quella sensazione di angoscia e di precarietà nei confronti della propria vita e del proprio futuro. Così compare la “paura di aver paura”. I primi attacchi di panico irrompono nella vita in maniera inaspettata. Colpiscono la persona spesso in un momento di apparente tranquillità, senza alcun tipo di circostanza che possa giustificarne l’insorgenza ed è questo che sconvolge ancora di più. Col tempo tutto diventa fonte di preoccupazione e di forte pessimismo circa la possibilità di muoversi liberamente, perchè in agguato c’è sempre lui, il PANICO, pronto a colpire nelle situazioni più disparate lasciando un profondo senso di insicurezza e di stupore. L’attacco di panico può durare da 2 a 8 minuti, ma le sensazioni sono tanto intense che si ha la certezza di aver vissuto un’angoscia lunghissima della quale non si riesce a vedere la fine.
Le persone che hanno avuto un attacco di panico, possono sviluppare paure irrazionali, chiamate fobie. La fobia è la punta dell’iceberg che crea un senso di debolezza, di vulnerabilità, ma anche di rabbia. Chi ne soffre si rende perfettamente conto della sua paura, ma non riesce a vincerla, a dominarla, per cui il solo pensiero di dover affrontare una situazione che lo spaventa, può scatenare un attacco di panico. L’elemento che si impadronisce del soggetto è la “paura della paura”, l’individuo vive nel terrore che si possa ripetere l’Attacco di Panico. Ci si trova così invischiati in un tremendo circolo vizioso. L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente e l’individuo diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i famigliari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione. Quali sono le cause? Dietro ogni attacco di panico c’è una storia ben precisa. Una storia che può essere legata ad altre malattie, anche più gravi (angina pectoris e altre patologie cardiache, epatiti, stati tumorali agli inizi) o a depressioni più o meno croniche che spesso portano l’individuo a chiudersi in se stesso e a vivere malissimo qualsiasi contatto con l’esterno, soprattutto le situazioni più difficili. L’ansia, che è poi la base dell’attacco di panico, si manifesta anche in seguito a un trauma, a un dolore, a una situazione di pericolo anche se non drammatica. Il ricordo del dolore e della paura vissuti possono restare nella mente del soggetto colpito per molti anni e bloccarlo nella vita di tutti i giorni. In generale comunque tutte queste cose sono legate a un fattore comune: calo energetico. L’organismo che non si sente abbastanza forte, o che si sente inadeguato, si stanca, si deprime e cade più facilmente nel panico. E’ dunque necessario, prima di ogni cosa, ripristinare l’energia del corpo … es. Movimento, dieta equilibrata ecc. Che tipo di terapia è adatta a questo tipo di disturbo? L’attacco di panico influenza: corpo, pensieri, azioni, quindi una terapia Cognitivo-Comportamentale interviene in ognuna di queste tre aree.
CORPO L’aiuto che si dà è far capire che le brutte sensazioni fisiche che la persona prova durante l’attacco di panico non sono altro che la conseguenza dell’ansia. In quel momento il cervello aziona un sistema di allarme, ma lo fa in modo inutile dannoso, virtuale; l’esperienza che si sta vivendo è un’esperienza soggettiva, non c’è nessun pericolo. Questa forte consapevolezza aiuta ad interrompere il circolo vizioso dell’ansia. La persona impara attraverso tecniche mirate a fronteggiare i sintomi fisici dovuti dagli attacchi di panico.
PENSIERI Viene insegnato ad individuare i pensieri distorti legati alle situazioni che causano l’attacco di panico. Poi a valutarli con oggettività: sono pensieri realistici o pensieri realmente preoccupanti? Infine ad affrontare le stesse situazioni con tecniche e pensieri più funzionali.
AZIONI Gradatamente si porta la persona ad affrontare le situazioni evitate, attraverso l’utilizzo di appositi strumenti (controllo respirazione -rilassamento muscolare – coscienza psicocorporea). Tutto questo per rendersi conto, direttamente, che esse non costituiscono un pericolo per la sua incolumità. Poi una Terapia EMDR, è indicata, quando gli attacchi di panico sono legati a eventi ben precisi es. Abusi, maltrattamenti, interventi chirurgici molto invasivi, disturbo post traumatico da stress.
ENZA MIELE