Cosa prova un genitore quando scopre che la propria figlia 14enne, la propria bambina, si prostituisce per denaro? In un sol momento crolla tutto il mondo addosso, crolla l’immagine pulita e innocente della propria bambina, crolla la fiducia nel mondo esterno corrotto e senza scrupoli, crolla perfino il senso genitoriale, ci si sente in difetto per non aver saputo cogliere certi segnali d’allarme che venivano dai figli. Questi e altri ancor più frustanti sono i pensieri e le sensazioni negative che pervadono un genitore difronte ad una scoperta così sconcertante. In realtà non è così per tutti. Sembrerà paradossale, ma ci sono genitori invece che sanno tutto ma non fanno nulla, anzi addirittura ci sono quelli che sfruttano la situazione. È il caso di Azzurra, una delle baby squillo entrata nel giro di prostituzione della Roma bene. La madre di Azzurra, infatti, pare che fosse al corrente di tutto e che “sfruttasse” la situazione.
Questa sorta di approvazione in sordina della mamma della baby squillo, questa reticenza, non è che una conferma del nuovo modo di concepire la prostituzione come sesso commercializzato o monetizzazione del sesso che, nel bene e nel male, si sta diffondendo un po’ ovunque. Giustamente, il caso delle giovanissime squillo del Parioli, ci ha indignati perché si tratta di due ragazze appena adolescenti che si lasciano abbagliare dalla possibilità di fare soldi facili. Azzurra, la più piccola, incoraggiata dall’amica, Aurora di 15 anni, magari avrà pensato “se lo fa lei posso farlo anche io” per quella tendenza all’emulazione dei compagni che è così diffusa tra i giovani. E la pratica sessuale per l’acquisto di un nuovo paio di Jeans, di un cellulare di ultima generazione si diffonde presto tra le giovanissime come se fosse una moda. Ma anche se il polverone viene alzato solo adesso che ha coinvolto clienti noti e facoltosi, il fenomeno delle baby prostitute esiste già da tempo. Nel 2010, per esempio, è la trasmissione Le Iene a denunciare il fenomeno delle baby prostitute, studentesse di liceo che lo fanno per potersi permettere certi sfizi a cui non hanno accesso con la sola paghetta dei genitori. “Ti devi arrangiare in qualche modo, vedi la compagna di classe sempre perfetta, con la borsetta abbinata perché lei è più fortunata… e quindi dici: perché io non posso?”. Già perché “così fan tutte”, come d’altronde spiegava bene una allora disinibita Claudia Koll nel noto film del regista erotico Tinto Brass. Il concetto che coinvolge le piccole prostitute è che se una ragazza si guadagna gli sfizi prostituendosi come già fanno alcune amiche, allora la cosa diventa quasi lecita e tutto rientra nell’errata concezione che per avere una borsa firmata, come quella dell’amica, è giusto concedersi sessualmente, perché è così che fanno tutte. Sappiamo che la prostituzione in Italia è illegale, ma non siamo però in grado di sostenere se questo sia ancora oggi un bene o un male.
Quello che è sicuro è che lo sfruttamento sessuale minorile deve rimanere illegale e anche in Svizzera, dove invece sappiamo benissimo che la prostituzione non è una pratica illegale, il concetto è stato rafforzato grazie all’entrata in vigore della modifica del Codice Penale secondo cui si vuole offrire ai minori una tutela di diritto penale contro il coinvolgimento di carattere sessuale fino al compimento dei 18 anni. Il cliente che viene trovato con una prostituta di età compresa tra i 16 e i 18 anni sarà punito! E mentre in Svizzera si accettano le nuove norme per punire chi si intrattiene con un minore, in Italia, nel caso delle baby squillo del Parioli, si accenna alla possibilità di pattuire la pena.