Nelle sue dichiarazioni spontanee, durate circa 30 minuti, la donna ha ribadito la sua verità Era a letto mentre la figlia usciva per andare al mare e si è alzata solo quando Sabrina l’ha svegliata allarmata per la scomparsa di Sarah
Si è tenuta al tribunale di Taranto l’udienza preliminare, la sesta, per l’omicidio di Sarah Scazzi. Udienza blindata, con il tribunale vietato ai giornali, riammessi dopo che il presidente, Antonio Morelli, ha revocato il provvedimento con cui aveva disposto il divieto di accesso, limitandolo ai soli fotografi e cineoperatori. Ad originare il provvedimento, che ha subito innescato le reazione dell’Ordine dei giornalisti e dell’Asstospampa Puglia, sono stati alcuni filmati e tracce audio delle udienze preliminari dei giorni precedenti, che si sono svolte a porte chiuse, riprese da alcune finestre e madate in onda su alcuni canali televisivi. Cosima Serrano, accusata insieme alla figlia Sabrina Misseri dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi, ha reso dichiarazioni spontanee dinanzi al gup Pompeo Carriere, parlando per circa 30 minuti e ribadendo la propria innocenza, secondo quanto ha riferito uno dei suoi difensori, l’avv. Franco De Jaco, uscendo dall’aula nella quale si è tenuta l’udienza. La donna inizialmente ha fatto riferimento all’intercettazione di un colloquio avvenuto in carcere tra lei e il marito, all’epoca detenuto, durante il quale aveva detto, riferendosi alla vicenda di Sarah, che sarebbe stato meglio quel giorno che sulla loro casa fosse caduto un fulmine. L’espressione, ha spiegato Cosima, era legata al fatto che in quel periodo sia la figlia sia il marito erano finiti in carcere. Rendendo le sue dichiarazioni spontanee, Cosima ha ricostruito anche la giornata del 26 agosto 2010, giorno in cui Sarah venne uccisa. La donna ha detto in particolare di essere rientrata dal lavoro tra le 13,30 e le 13,40, “e ci sono delle prove su questo” ha detto l’avvocato De Jato riferendosi probabilmente al datore di lavoro della donna che l’avrebbe riaccompagnata a casa a quell’ora. Ha quindi mangiato qualcosa, si è ‘rinfrescata’ ed é andata a letto, dove c’era già la figlia Sabrina. Dopo un po’ di tempo ha sentito la figlia che si alzava e poi sbattere la porta quando Sabrina è uscita. Quindi, ha udito la figlia chiedere al padre se avesse visto Sarah. Cosima si sarebbe svegliata, secondo quanto da lei dichiarato, quando Sabrina l’ha chiamata al telefono per avvisarla della scomparsa di Sarah, e le ha consigliato di andare dai carabinieri. Riguardo al passaggio interno tra la casa di via Deledda e il garage sotterraneo, la prima porta – ha precisato – quella in legno con rete tipo zanzariera, veniva solitamente aperta mentre la seconda porta, accessibile attraverso la prima, non veniva mai utilizzata poiché era sempre chiusa e ostruita da masserizie ingombranti. E ciò sarebbe dimostrato dal ritrovamente di segni di ruggine per terra, dovuta a ingombri di metallo. Secondo la Procura e anche secondo la Corte di Cassazione l’orario dell’arrivo della vittima in via Deledda è stabilito intorno alle 14. A Michele Misseri, che da mesi è tornato ad autoaccusarsi del delitto, la Procura contesta i reati di soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e furto. Dell’omicidio di Sarah sono accusate Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano. In aula per questa udienza erano presenti Michele, Cosima e Sabrina Misseri; non c’era, invece, la mamma di Sarah, Concetta Serrano.