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22 November 2024
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Covid-19 Problematicità

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In questa mia esposizione sulle problematiche da Covid-19, chiedo gentilmente il contributo tramite le vostre risposte o ragionamenti, da parte dell’unico parlamentare che ci rappresenta in Svizzera e dei Comites, oltre a tutti coloro che mi leggono. La mia non vuole essere una provocazione, ma un dialogo tra persone coscienti e interessate, a dare notizie che vadano oltre il numero degli italiani rimpatriati durante il Lockdown, annunci di decreti a favore degli italiani nel mondo, aperture di nuove sedi, proposte di abolizioni di tasse “ingiuste” o per finire Carte d’identità elettronica per gli italiani nel mondo. In nessuna sede ufficiale o tramite il mainstream, si è alzata da parte vostra, una voce critica contro l’operato del “governo”. Possibile che tutto sia andato liscio, o il vostro “politicamente corretto”, vi impone una mascherina, simbolo della pandemia mentale? Se ne parlerà durante la campagna elettorale per le regionali a settembre, come finta lotta politica, quando la crisi finanziaria sarà in piena maturazione?

Questa pandemia, che causerà più decessi per ragioni economiche e sociali che il virus stesso, era prevedibile? Tutte le futurologie del ventesimo secolo che hanno predetto il futuro sono crollate. Tuttavia, continuiamo a prevedere il 2025 e il 2050, quando non siamo in grado di comprendere il 2020. Molti prevedevano catastrofi a catena causate dallo scatenamento incontrollato della globalizzazione tecnico- economica, dal degrado della biosfera e dal degrado delle società. Ma nessuno a parte alcuni virologi, l’OMS o Bill Gates (magari per interessi personali), aveva minimamente previsto il disastro virale. Dalla SARS e Ebola in poi si sarebbero dovute prendere le necessarie misure di prevenzione, comprese le adeguate e specifiche attrezzature ospedaliere. Ma, nonostante alcuni avvertimenti, non è stato fatto nulla, a parte i tagli nella sanita e in alcuni paesi asiatici che già erano attrezzati dopo le esperienze del passato, le cose sono andate decisamente meglio.

1) Il Politecnico di Torino ha effettuato una stima sul fabbisogno nazionale di mascherine per la fase 2 dell’emergenza italiana: si parla di quasi un miliardo al mese che una volta usate diventeranno rifiuti Covid-19 da smaltire così come i guanti monouso e tutti gli altri dispositivi di protezione individuale utilizzati nello svolgimento di attività quotidiana e lavorativa. Esiste una “task force” garante in merito, che assicura lo smaltimento dei rifiuti di tali proporzioni? O quei pochi fortunati vacanzieri se li ritroveranno “nelle spiagge a norma sicurezza”, tra una tintarella e un drink?

2) Altra problematica da non sottovalutare e che dovrà subire un profondo cambiamento, è la privatizzazione delle strutture sanitaria, e la mancanza di materiale sanitario, dovuto alla delocalizzazione della produzione. Questa dipendenza produttiva, da altri paesi dove la mano d’opera e le condizioni sociali sono più favorevoli per le aziende che conoscono l’unico mantra del profitto, ha reso impreparati quasi tutti gli stati, provocando una strage di vittime per carenza di materiale sanitario, oltre alle diagnosi errate e al conteggio in molti casi sospettosamente alto per alcuni paesi, e inspiegabilmente basso per altri.

3) È in atto il festival delle incertezze. Non siamo sicuri dell’origine del virus: mercato antigienico di Wuhan o laboratorio vicino, non conosciamo le mutazioni che il virus subisce o sarà in grado di subire durante la sua propagazione. Non conosciamo possibili mutazioni, e fino a quando e in quale misura il confinamento ci farà soffrire impedimenti, restrizioni, razionamento. Non conosciamo le conseguenze politiche, economiche, e della digitalizzazione incombente. Dobbiamo aspettarci il peggio, il meglio, una miscela delle due cose?

4) Quando potrà tornare al lavoro il contadino indiano o colombiano, dopo che le sue terre espropriate dalle multinazionali del cibo, hanno mandato tutti a casa? Chi pagherà loro in uno stato privo di “welfare” durante e dopo il blocco produttivo, uno stipendio per mantenere la propria famiglia?

5) Per quanto tempo gli stati potranno pagare i contributi e sussidi sociali, se loro stessi hanno dovuto indebitarsi con gli usurai della UE o sono costretti a stampare sempre più moneta (per chi detiene questo potere), con il rischio di una recessione e svalutazione ancora da definire perché incalcolabile? Come verrà affrontato il problema dell’usura a danno dei cittadini, piaga tristemente nota da anni?

6) Quanti abusi delle varie costituzioni, sono e verranno eseguiti con il consenso tacito delle popolazioni, e quando finirà l’emergenza che ha sempre più i connotati di un o stato di “normalità”, e chi saranno i beneficiari di questo stato?

7) Tutta questa conoscenza acquisita dalla scienza e tecnologia, ha dimostrato la sua incapacità di risolvere questo tipo di problematica. La conoscenza si moltiplica nella sua complessità in modo esponenziale, improvvisamente, va ormai oltre la nostra capacità comprensiva appropriarcene, senza l’ausilio della tecnologia. Come affrontare, selezionare, organizzare adeguatamente questa conoscenza collegandola ed eliminando l’incertezza? Siamo d’avvero quella specie talmente evoluta, pur rivelando ancora una volta la carenza delle modalità di acquisire conoscenza (e prendere le decisioni giuste) che credevamo fosse innato in noi?

8) È giusto seguire questo modello neoliberista, che per oltre 30 anni ha ridotto tramite l’efficienza a favore del profitto, il diritto degli stati e delle popolazioni, di decidere tramite la politica sovrana il proprio destino? Sono bastati alcuni mesi di forzato blocco, per fare crollare intere economie. Come può rivelarsi sicuro un sistema che in caso di crisi globale, prevede poche scialuppe di salvataggio per pochi previlegiati? Nessun sistema informatico o di AI (intelligenza artificiale), punterebbe su tale metodo di gestione, anzi lo scarterebbe a priori con altri più sicuri e con un piano di emergenza, che preveda il salvataggio di un maggior numero di esseri umani. Come fidarsi di questa economia e dei loro subordinati chiamati politici, che sono i primi ad ‘abbandonare il Titanic (ma non le loro poltrone), mentre i medio borghesi increduli dell’imminente tragedia, rimangono sul pontile suonando con la loro orchestrina subdola e illusoria le ultime note agonizzanti? (Vedi movida sui Navigli o le spiagge di Brighton)

9) Che dire poi dell’uso o abuso della rete, nel diffondere tesi, teorie non accertate, complottismi e conseguenti censure, a volte ingiuste di chi fa seriamente informazione ma non è in linea con il pensiero degli stati e dei colossi tecnologici americani che hanno in mano le redini della censura, con la complicità della UE? È palese a tutti che i big delle comunicazioni americani, pagano in Europa tasse irrisorie (a parte nelle sedi irlandesi o olandesi), mentre nel resto del continente (soprattutto in questi mesi) fanno introiti da capogiro. Basta il ricatto di Trump di alzare i dazi sulle nostre esportazioni, e qualche multa miliardaria ogni tanto a placare questo sopruso?

10) Se ogni nazione o regione agisce in modo diverso, a seconda di ciò gli scienziati suggeriscono, significa che non vi è condivisione nelle misure di contenimento, nelle cure e nelle aperture dopo il lockdown. Chi ha attuato chiusure quasi totali, ha ottenuto più decessi, dimostrando l’incapacità degli operatori, e spesso la cattiva coordinazione tra stato regioni, ha provocato ulteriori contagi laddove (vedi RSA) l’attenzione avrebbe dovuto essere maggiore.

11) Che ruolo hanno avuto in questa pandemia, le organizzazioni mondiali chiamate OMS, ONU, Banca Mondiale, FMI create per mantenere la pace e la sicurezza, realizzare la cooperazione internazionale nei settori economico, sociale, culturale, sanitario e umanitario e promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali? Avranno un ruolo di soccorritori o di avvoltoi?

12) Chi pagherà le azioni della politica? La ripresa delle varie fasi gestita peggio, per colpa della burocrazia o promesse non mantenute sui fondi e sussidi promessi? Di fatto il parlamento non ha fatto il lavoro che ci si attendeva, delegando alle task force, formate da virologi, epidemiologi e sociologi di parte, il compito della coordinazione della messa in atto dei numerosi decreti. Senza discussione politica, le opposizioni hanno taciuto, nei momenti delle trattative con la EU, decretando di fatto un prestito mascherato da MES, o altre trappole dal nome anglofono, senza spiegare le infinte clausole che di fatto aprono le porte alla temuta troika per il sud dell’Europa? In Svizzera è sufficiente che il datore di lavoro dimostri che la perdita di lavoro di un suo dipendente sia da ricondurre alla situazione provocata dal coronavirus, per fare richiesta tramite formulario online del cosiddetto “lavoro ridotto”. Indicando nel formulario il codice “IBAN” per la fine del mese in corso il dipendente riceverà l’importo sul suo conto bancario. In Italia vi è un illegittimo e ingiustificato ritardo nel pagamento della Cassa integrazione che sta creando situazioni di preoccupante disagio sociale, con una intera collettività in situazione di bisogno e senza i soldi necessari, con continui rimpalli di responsabilità tra Inps e Regioni e il mancato avveramento delle promesse di Conte. Il tutto condito di ritardi, omissioni e inadempimenti agli obblighi previsti dalla legge, sta vanificando gli sforzi di chi, in questi mesi, ha fatto sacrifici per restare a casa chiudendo negozi e attività in ottemperanza delle limitazioni imposte del governo ma lasciati a sé stessi. Chi pagherà i danni di aziende costretta a chiudere o licenziare i propri dipendenti? Non sarà che i ritardi sono dovuti anche alle molteplici verifiche “anti furbetti” necessarie, come per il “reddito di cittadinanza”?

13) Quanta responsabilità diamo ai cittadini, che in alcuni paesi è stato loro delegato il senso di responsabilità nel rispetto della sicurezza, con risultati spesso soddisfacenti, mentre nei paesi a sud delle alpi, il governo ha imposto la chiusura, prendendo per mano il cittadino e minacciando sanzioni come si fa con i bambini, ottenendo maggiori contagi e decessi?

14) Perché nessuno propone il taglio degli stipendi di TUTTI i parlamentari (inclusi quelli all’estero) che nel momento del bisogno si sono messi la mascherina e hanno oziato, per non usare un eufemismo? Dove erano le opposizioni e i M5S, mentre un solo uomo al comando, annunciava decreti a raffica, mettendo gli italiani agli arresti domiciliari, e il bavaglio all’informazione alternativa al solito mantra dell’emergenza, che per settimane ha terrorizzato l’intera nazione? Tutto questo è stato fatto e deciso senza un dibattito parlamentare. In altre parole il governo nei casi di emergenza si annulla, come la costituzione, diventata carta straccia fintanto che (gennaio 2021?) sarà in vigore lo stato d’emergenza. Succede invece impensabile, con lo “Stop al taglio dei vitalizi del Senato”, e Palazzo Madama dovrà anche restituire quanto tagliato dall’ottobre 2018 – quando il provvedimento fu approvato su forte spinta del Movimento 5 Stelle. Per certi partiti politici i vitalizi sono come la cocaina: una droga! Sono dipendenti dal privilegio ai danni della gente, mentre la cassa integrazione è in ritardo. Loro si giustificano con lo stato di diritto che sarebbe in questo modo ripristinato. Parliamo di 300 ex senatori e 700 ex deputati che per qualche giorno in parlamento verranno retribuiti con migliaia di euro. Da anni chiedo di svelarci i vostri stipendi cari rappresentanti (o ex) parlamentari. Il vostro silenzio sarà di allontanarci ancora più dalla politica, e di lasciarvi tutti in pace a godervi le vostre vite adagiate? Non serve ribellarsi con il non voto, ma con lo stop ai consumi. Lo dico da anni, ma la gente preferisce riempire le piazze su questioni lontane e pilotate come il razzismo o il clima. Viva l’ignoranza dei dominati, ingrediente indispensabile per chi ci domina.

15) Il gruppo Fca, satellite della holding anglolandese Exor, per superare la crisi, concorda con Banca Intesa e Sace un prestito da 6,3 miliardi, coperto da garanzia statale secondo le nuove norme previste dal “Decreto Imprese”. Perché non si fa notizia informativa o trasmissioni dedicate al tema per Agnelli, Elkann e soci comodamente residenti in paradisi fiscali?  Questi signori chiedono aiuti all’Italia, ma poi mantengono la sede fiscale all’estero. Perché non rinunciano alla distribuzione dei 5,5 miliardi di dividendi per la durata del finanziamento? È doveroso aiutare un’impresa a pagare stipendi e fornitori, ma non è accettabile che uno Stato indebitatissimo fornisca una garanzia per consentire a una capogruppo, che ha la liquidità, di usarla per pagare maxi dividendi all’estero ai soci. Come può il governo, dedicare alcuni miliardi di euro ad alcune tra le famiglie più ricche del mondo, quando dimentica milioni di famiglie allo stremo, ancora in attesa degli stipendi arretrati da marzo? Dopo Danimarca e Polonia, anche la Francia ha deciso di non ammettere le società registrate nei paradisi fiscali agli aiuti statali per l’emergenza coronavirus. Perché siamo sempre noi i più fessi? Vi piace la frase: “Chiudiamo i paradisi fiscali, la rovina delle economie moderne”?

Mi fermo avendo esaurito una minima parte delle Problematicità, per non mandare in paranoia chi mi legge. Sono curioso della valanga di risposte che invaderanno il vostro sito. Se così non fosse, mi chiedo il loro ruolo durante l’emergenza e di quelle future, di chi promette di lavorare per la comunità? Gradirei un’opinione anche da parte della vostra redazione che non sia limitata alla cronaca o bollettini sanitari.

Con stima
Mario Pluchino

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2 commenti

Redazione 3 July 2020 at 16:15

Gentile Signor Pluchino,

come nostro fedele lettore lei merita certamente la risposta che cerca da parte nostra. Forse, però, è stato un po’ meno attento negli ultimi tempi per quel che riguarda le nostre pubblicazioni su alcune delle problematicità che hanno interessato il mondo intero a causa della piaga del Coronavirus, poiché quasi settimanalmente abbiamo dedicato l’editoriale al tema.
È ovvio, come lei stesso si sarà accorto, che è impossibile riuscire a concentrare e riflettere su tutte le problematiche coinvolte: si tratta di un evento storico, sociale, economico e sanitario di una tale portata che potrà essere forse considerato, ma non sappiamo se compreso, quando sarà più chiaro e soprattutto quando potremo osservarlo “da lontano”. E in ogni caso, i punti di vista dal quale osservarlo saranno sempre molteplici. In questo momento crediamo che siano leciti dubbi e domande, ma non pensiamo che si possano trovare risposte inconfutabili.

Molte delle problematicità che lei espone – taglio dei vitalizi, taglio degli stipendi dei politici, paradisi fiscali, uso e abuso della rete nella diffusione delle informazioni (a tal proposito la invitiamo a rivedere l’editoriale sul problema di “infodemia” pubblicato in data 03.02.2020, ad inizio della pandemia, https://lapagina.ch/coronavirus-le-epidemie-ai-tempi-dei-social/ ) – sono argomenti che abbiamo trattato in passato, che continuiamo a trattare e che, purtroppo, non riguardano solo questo periodo di pandemia.

Per quanto riguarda alcuni riferimenti sulla differenza di azione tra nazioni, crediamo che non ci sia una risposta o una risoluzione univoca in questo momento. Una cosa certa, però, è che la differenza tra Svizzera ed Italia (punto 12) pone ancora una volta in evidenza l’impossibilità di fondo di mettere a paragone due realtà così differenti come Svizzera e Italia. Non significa che una nazione fa meglio dell’altra e nemmeno che le soluzioni di una siano adatte all’altra e viceversa.

Ci trova fortemente d’accordo per quanto riguarda l’interesse della comunità e l’invito al dibattito e al dialogo, per questo motivo troverà sempre il nostro spazio a disposizione. Non ci resta che aspettare con lei che le parti interessate, come i nostri esponenti politici eletti all’estero o le personalità italiane più in vista in Svizzera che promettono “di lavorare per la comunità”, prendano parte a questo dibattito da lei avviato.

Cari saluti
La redazione de La Pagina

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Mario 3 July 2020 at 19:53

Ringrazio vivamente per lo spazio che mi concedete, e ribadisco il mio non ruolo di difensore dei deboli e dei perdenti. Non gioco la parte del paladino da tastiera, ma piuttosto di colui che è sempre in cerca di nuove verità o conferme, delle mie convinzioni a volte di pancia, ma mai tendenziose verso soggetti in particolare. Vorrei che chi mi legge capisse, l’importanza che ognuno di noi possiede nel prendere giornalmente delle decisioni. In questa pandemia in corso l’economia si è mostrata per quello che è, cioè dipendente dalla forza lavoro. Senza di noi persone comuni nel doppio ruolo di lavoratori e consumatori, chi possiede il capitale che non è un soggetto ma un semplice strumento, è ridotto peggio di quanto si pensava. Con i lavoratori e i consumatori a riposo, non c’è mercato o ce n`è uno che si incarta su se stesso. Dunque l’economia esiste soltanto grazie alle persone, quindi il sistema è un prodotto delle persone. Se capiamo questo semplice principio, saremo coscienti che spetta a noi tramite l’unione e le iniziative di massa, prendere in mano il potere delle nostre vite. È tutto complicato da capire, ma semplice da attuare. Il problema è che siamo sempre più distanti tra noi e quindi singolarmente contiamo meno del due di bastoni. Mario

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