Ricorre oggi la giornata dedicata alle vittime della pandemia che ha devastato il mondo e mentre in Italia, come in altre parti del mondo, si annullano le restrizioni, i contagi tornano a risalire
Perché proprio oggi l’Italia celebra la memoria di tutte le vittime del Covid-19? Perché il 18 marzo del 2020 ha restituito non solo agli italiani, ma al mondo intero, una delle immagini più desolati, tristi e rappresentative di questa epidemia. Tutti ricordiamo infatti la fila di mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime di un virus allora ancora sconosciuto, ma che presto si sarebbe rivelato un vero e proprio dramma che ha investito il mondo intero. “Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunità nazionale” ha esordito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus. Si tratta di una giornata simbolica, ha sottolineato ancora Mattarella, che il Parlamento ha scelto di istituire per avere l’occasione di ricordare i tanti che non ci sono più a causa di questa epidemia. Il Presidente ha voluto anche ringraziare tutta la comunità che, tra i contrasti e le controversie, si è spesa in questo periodo, “scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare. A tutti loro va la nostra gratitudine”. Ma il suo pensiero è stato rivolto a tutto il popolo il cui “spirito di sacrificio” insieme alla “consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere, costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere”, ha concluso Mattarella.
La ripresa: fine delle restrizioni
Nel frattempo l’Italia si appresta a tornare definitivamente alla normalità attraverso una serie di misure previste dal nuovo decreto del Governo. Gli obiettivi principali a cui si punta principalmente sono “riaprire l’economia” e “limitare l’esperienza della didattica a distanza”, ha spiegato il premier Mario Draghi in conferenza stampa. Si apre dunque una nuova fase in cui l’Italia si lascia alle spalle le restrizioni dovute alla pandemia attraverso un documento approvato all’unanimità in Cdm. Nel corso dei prossimi tre mesi sono previsti i cambiamenti più significativi, tra i quali la fine dell’obbligo del Green Pass quasi ovunque.
A partire già dal primo di aprile l’’Italia non sarà più in stato di emergenza Covid, viene definitivamente abrogato il sistema dei colori, ma il monitoraggio proseguirà. Termina l’obbligo di Super Green pass sui luoghi di lavoro per gli over 50, così come non bisognerà più mostrare il certificato verde sui bus ed in generale sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove però rimane in vigore l’obbligo di indossare le mascherine almeno fino al 30 aprile. Non sarà più necessario avere almeno il Green pass base per entrare nei luoghi pubblici al chiuso, (ristoranti, uffici pubblici, cinema, stadio, etc), così come decade ovunque il limite alle capienze nelle strutture e dunque anche negli stadi – dove per accedervi sarà richiesto il lasciapassare base – e sarà possibile occupare il 100% dei posti. Cambiamenti anche per quanto riguarda le quarantene da contatto con un caso positivo al Covid, abolite le quarantene da contatto anche per i non vaccinati. Da maggio termina l’obbligo del Green Pass quasi ovunque come anche l’obbligo delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso, anche a scuola. A giugno decadono tutti gli obblighi vaccinale e le modalità di smart working nell’ambito privato. Con le decisioni del Consiglio dei ministri “facciamo passi fondamentali verso la riapertura. – ha affermato Mario Draghi in Conferenza stampa – Osserviamo con grande attenzione l’andamento della curva epidemica e siamo pronti ad adattare il nostro apparato alla sua evoluzione, anche in senso più espansivo, se è il caso. Ma attualmente abbiamo preso questi provvedimenti”. Il Premier non ha dimenticato di ringraziare tutti gli italiani “per l’altruismo, la pazienza dimostrata in questi anni: Noi siamo spesso percepiti con scarso senso civico e invece siamo stati bravissimi in questa pandemia, occorre andare fieri”. Infatti, in Italia, solo nel 2021, un dato importantissimo sulle vaccinazioni è che grazie ai vaccini sono stati evitati quasi 80mila decessi in più, ha aggiunto il premier sottolineando che il green pass “è stato un grande successo”.
Contagi in rialzo
Intanto però il monitoraggio settimanale dell’Iss-Ministero Salute registra l’aumento dell’incidenza dei casi di Covid-19 in Italia di questa settimana, pari a 725 casi su 100mila abitanti rispetto a 510 della scorsa settimana. Mentre l’indice di trasmissibilità Rt sale invece a 0,94 da 0,84. Il dato confortante però è che non è invece aumentata la pressione degli ospedali, come spiega il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Non c’è dubbio che stiamo vedendo un aumento dei contagi, però fortunatamente ciò che non aumenta è la pressione nei nostri ospedali. Sia nei ricoveri ordinari che nelle terapie intensive e questo è un elemento fondamentale perché permette alle nostre strutture ospedaliere di riprendere e continuare con l’attività ordinaria e provare a recuperare quel pregresso che si è accumulato in questi due anni di pandemia”.
Redazione La Pagina